Pinturicchio, atto di sottomissione al pontefice Eugenio IV a nome di Federico III
Il Quattrocento è sicuramente uno dei periodi più floridi per l'arte italiana. E' un secolo in cui si diventa maniaci per la geometria euclidea e dello studio degli antichi. Ecco solo alcune date che segnano l'importanza del secolo:1469 Leonardo a Firenze entra nella bottega del Verrocchio per poi andare a Milano nel 1482. Sempre nel 1469 Lorenzo il Magnifico diventa signore di Firenze per vent'anni.Gli anni settanta sono poi straordinari per l'arte: Mantegna termina la Camera degli sposi (ve ne ho parlato QUI) e inizia il Cristo morto. Bellini dipinge la Pala Pesaro; Piero della Francesca dipinge la Madonna di Senigallia e Antonello da Messina il San Gerolamo (di cui vi ho parlato QUI) e poi il San Sebastiano.Ma arriva in Italia in quegli anni anche il primo capolavoro fiammingo tutto ad olio di Hugo Van der Goes, il Trittico Portinari, mentre Botticelli inizia la Primavera (di cui vi ho parlato QUI).Insomma una sequenza di capolavori in pochi anni e sopratutto a Firenze. Ma come si spiega tutto questo? la questione ha una radice storica complessa.
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Il secolo inizia con lo Scisma d'Occidente che porta ad avere addirittura tre papi contrapposti: uno da parte del Sacro romano impero, uno che rappresenta Roma e uno dei francesi, che sta ad Avignone. L'Europa è divisa e si decide allora di organizzare il Concilio di Costanza che durerà dal 1414 al 1418. I risultati arrivano subito: si brucia l'eretico di Praga Jan Hus e poi si riescono a eliminare i tre papi eleggendone uno solo, Martino V, il romano e risoluto Oddone Colonna.
Il nuovo papa esce da Costanza, fa il giro di tutti i potenti d'Italia e torna a Roma a ristabilire il potere. Non solo, parte in quarta e affronta anche lo Scisma d'Oriente convocando un altro concilio a Basilea. Ma appena iniziato il concilio Martino V muore, il suo successore è Gabriele Condulmer che diventa Eugenio IV. Rilancia il Concilio di Basilea nel 1437, che però si apre nel caos perchè a Basilea è poco gradito, così il neo papa veneziano decide di spostare il concilio a Ferrara e poi, nel 1439, a Firenze ... e arriviamo a noi!
A questo punto entra in scena Cosimo il Vecchio, il padrone banchiere della repubblica fiorentina, che intuisce che se il papa vuole riportare il vero potere della chiesa a Roma, Firenze la Guelfa ha da giocare una carta importantissima. Decide quindi di fare di Firenze la nuova Atene greco-latina d'Europa.
Personaggio chiave sarà Marsilio Ficino, che traduce Platone e Plotino facendo così conoscere la loro opera all'Occidente. Nel mondo generato dallo spirito unico, l'uomo torna a essere centrale, copula mundi tra materia e Dio. Nasce l'Umanesimo nella ricca Firenze di metà Quattrocento, una città con un nuovo destino intellettuale voluto da Cosimo il Vecchio.
Fonti: Guardar lontano, veder vicino, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2014
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