Ovvero, la conferma di come la letteratura e il cinema italiani di qualità, se messi insieme, fanno impallidire il resto.
Le fiabe di Basile fanno quasi sfigurare quelle dei fratelli Grimm.
Per l’aria fiabesca e adulta che riescono a creare, per quella lucidità e razionalità che vien fuori anche a raccontare di orchi e draghi.
E Matteo Garrone si dimostra all’altezza di queste atmosfere, ricreandole alla perfezione, con una scenografia d’eccezione: l’Italia.
L’Italia delle Gole dell’Alcantara, l’Italia di Castel del Monte, l’Italia del Castello di Sammezzano e del Palazzo Vecchio.
Alla faccia di chi dice che non è un paese da favola…
È il contorno che lo rovina, questo bel paese.
Gli orchi, che cercano di nascondersi e di ottenere quel che possono, ma che rivelano la loro natura.
I re, che credono di avere potere di vita e di morte.
Le principesse, che sognano il principe azzurro, e che non solo non lo trovano, ma devono anche rimboccarsi le maniche e trovare il modo di uscire dalle pessime situazioni in cui si trovano invischiate.
Le regine, che credono di poter controllare la vita dei figli e dei sudditi.
Perché nelle fiabe, forse, è quasi scontato il lieto fine, ma certamente non tocca a tutti. E non è neanche che si possa fare granché per ottenerlo.
E vissero tutti felici e contenti?
Forse.
Ma non è detto.
Un compositore da Oscar per la colonna sonora, quell’Alexander Desplat che sembra etichettare ogni suono con il suo nome.
Solo due appunti da fare:
– la megapulce non è che sia fatta proprio benissimo. Sembrava fatta di gomma.
– il doppiaggio! Troppo finte e impostate in alcuni momenti.
Considerando che vengo dalla visione di due film pessimi (Fury * e Tomorrowland **), Il racconto dei racconti prende un bel 7 pieno. Per essere un bel film, e per avermi tirato su il morale sul fatto che qualcosa di bello, non blockbuster americano, esista ancora.
*Fury: mai film più inutile di quello. Ennesima autocelebrazione americana sui trionfi nella Seconda Guerra Mondiale. [Abbiamo capito che avete vinto e “salvato” l’Europa, ma non è che lo abbiate fatto per puro filantropismo eh?!]
**Tomorrowland: dico solo… Che occasione sprecata!
Disney e distopia non vanno d’accordo, e dati i risultati di questo film, non lo faranno mai.
Pollici giù per entrambi.
E una pacca al mio portafoglio che si alleggerisce per queste schifezze.