Magazine Cultura
Quella del radiodramma è una realtà che in Italia è al giorno d'oggi poco conosciuta: fanno eccezione in questo senso le piéces radiofoniche trasmesse dalla retrò, e per questo pregevolissima, Rai del Friuli Venezia Giulia. Nel mondo culturale tedesco, al contrario, il radiodramma è un genere che gode di un certo seguito. Lo dimostrano non solo i palinsesti delle emittenti radiofoniche in lingua tedesca (Hessischer Rundfunk, Westdeutscher Rundfunk, la svizzera DRS 2 ed altre inseriscono regolarmente radiodrammi nella loro programmazione), ma anche l'esistenza di una community, www.hoerspielprojekt.de, in cui gli utenti scrivono ed interpretano radiodrammi che poi divengono liberamente scaricabili (se avete tempo e voglia, scaricate da questo sito lo spassosissimo Detektiv Dangerous).
Lungi dal voler scrivere una storia del radiodramma tedesco (cosa per la quale, lo ammetto chiaramente, mi mancano tempo e competenze), segnalerò a partire da questa settimana alcuni radiodrammi che, per un motivo o per un altro, mi sembrano interessanti da proporvi. I post relativi saranno catalogati nella sidebar con l'etichetta Radiodramma tedesco, oltre a quelle Radio, Germanistica e al paese di cui è originario l'autore.
Di chi vi parliamo oggi? Vi parliamo dell'austriaca Ilse Aichinger. Questo nome potrà dirvi poco, però c'è da dire che la Aichinger fa parte dei più quotati autori austriaci del dopoguerra: lontana dalla continuità e dalla prolificità del più noto Thomas Bernhard, la nostra autrice ha fatto parte del famoso Gruppo 47, che la premiò nel 1952; da segnalare che all'interno del medesimo gruppo la Aichinger conobbe scrittore e autore di radiodrammi Günter Eich. I due si sposarono nel 1953: il matrimonio finì nel 1972 con la morte di Eich.
La Aichinger, dicevamo, ebbe modo di cimentarsi con la scrittura di radiodrammi: ne ricordiamo oggi uno del 1953, intitolato Knöpfe/Bottoni. Ne riassumiamo brevemente il plot.
Nonostante si attraversi un periodo di disoccupazione, Ann, la protagonista, trova lavoro in una fabbrica di bottoni. Si tratta di bottoni di insolita qualità, che portano nomi umani e vengono venduti a caro prezzo. La fabbrica di bottoni, un ambiente in cui le impiegate amano il proprio monotono lavoro, è uno scenario inquietante: Ann viene infatti turbata da un rumore misterioso che si sente dietro le pareti.
Senonché, cosa succede? Un giorno una lavoratrice non viene più al lavoro e, subito dopo, compare un nuovo bottone...
Nella miglior tradizione del Tonno che fuma non accenno oltre. Lascio a voi lettori la possibilità di ascoltare l'intero radiodramma nella versione prodotta da DRS 2 nel 1974 (questo è il link).
Come inquadrare Knöpfe? A che corrente ascriverlo? Non direi Vergangenheitsbewältigung, ovvero quella parte della scena culturale tedesca che si interrogava sulle atrocità del nazismo e della guerra: difficile trovarne traccia in questo radiodramma, anche perché sarei portato a vedere il radiodramma più come genere di evasione che come veicolo di riflessioni e considerazioni profonde (sebbene gli esempi di questo segno, come i lavori di Helmut Heisenbüttel, non manchino). Realismo? No, non direi. Parlerei piuttosto di "realismo magico": l'atmosfera che si respira lungo tutto il radiodramma è strana, avvolta da un alone di mistero che nella versione di DRS 2 è ben sottolineata dall'inquietante rumore (sembra quasi il sonoro di un ufo!) che si sente in molti momenti della rappresentazione (che, per via delle indicazioni della scrittrice, è difficile immaginare durante la lettura della sceneggiatura come un continuum, un bordone che accompagna continuamente gli avvenimenti).
Bello, questo radiodramma. E pensare che la Aichinger è stata, dopo Wolfgang Borchert, il secondo autore che ho incontrato nel mio percorso universitario: a suo tempo non riuscivo a cogliere la bellezza della sua scrittura e mi limitavo a tradurre letteralmente un suo breve racconto, scritto, se non ricordo male, nel 1947. Non che ora traduca meglio, intendiamoci, ma ho un po' di esperienza in più, quel tanto che basta per accedere in modo abbastanza agevole a risorse bibliografiche interamente in lingua. Tanto basta a rendersi conto della bellezza, o quantomeno dell'interesse che può suscitare un prodotto letterario. Per fortuna che è così, visto che la produzione della Aichinger, a quanto mi risulta, non è disponibile in traduzione sul mercato italiano. Un vero peccato. Io stesso mi ero procurato per puro caso il testo di Knöpfe vicendo un'asta su Ebay e facendomi spedire dalla Germania un volumetto usato della casa editrice Fischer, proprio quello che avete visto nella foto all'inizio del post. Più vado avanti e più mi convinco che quell'asta Ebay, a cui ho partecipato più per noia che per altro e che ho vinto per caso, in realtà è stata un'occasione preziosa per accedere a generi letterari di cui sapevo a malapena l'esistenza e di cui non sospettavo minimamente le potenzialità.
Spero di avervi lanciato qualche spunto. La serie continuerà: se nel frattempo avete qualche critica o suggerimento, oppure volete iscrivervi alla newsletter del Tonno che fuma, potete scrivermi una mail all'indirizzo che da oggi è visibile nel frame laterale.
Una notte serena a tutti!
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