Il raggio b(l)utico

Creato il 19 maggio 2014 da Sommobuta @sommobuta
Su “Il viagra della mente”, secondo quello che era il mio palinsesto ideale, il lunedì era (è) giornata di consiglio filmico. Eppure l’abbiamo detto in questo articolo (e il dottor Mana, QUI, ha evidenziato benissimo il problema): le recensioni non se le caga quasi più nessuno.
E quindi proviamo l’esperimento numero 2: dopo “il segnalibro di sommobuta”, articolone mensile #totaletombale su consigli librari (che a quanto pare vi piace molto), eccoci con la prima “puntata” de “Il raggio b(l)utico”, in cui vi segnalo qualche simpatico filmozzo che potete piratare e scaricare aggratiss noleggiare o acquistare tranquillamente in bluray o dvd.
Per questo primo appuntamento ho scelto 5 film, tutti diversi tra loro: 4 ottimissime pellicole, nonché piccoli capolavori, e un filmaccio trashone, abbastanza urèndo.
Buona lettura (e buona visione)!
Still life, di Uberto Pasolini
Questo film è la dimostrazione vivente di come in Italia i film li sappiamo fare, a patto che non vengano fatti in Italia. Raramente un film mi ha colpito, emozionato e impressionato come questo di Pasolini (parente non del celeberrimo Pier Paolo, bensì di Visconti), e vi consiglio di recuperarlo.
La storia è semplicissima: John May è un impiegato dell’ufficio decessi di un bureau londinese, che trascorre le proprie giornate organizzando funerali a coloro che, una volta deceduti, non hanno nessuno. Il suo ultimo caso, quello di tale Billy Stoke, gli rivoluzionerà completamente l’esistenza.
E rivoluzionerà l’esistenza di tante altre persone.
Ritmi misurati, fotografia eccelsa, attori favolosi.
Il finale è…oh, che finale, signori! Poesia pura.
Si alza il vento, di Hayao Miyazaki
Per la sua ultima pellicola (facciamo finta di crederci, che sia l’ultima), Miyazaki realizza quello che è sì il suo “testamento” artistico, ma anche il film meno “miyazakiano” della sua produzione.
La storia è incentrata su Jiro Horikoshi, uno dei pionieri dell’ingegneria aeronautica nipponica, nonché colui che ha ideato e sviluppato i famigerati Mitsubishi Zero, i caccia kamikaze utilizzati dall’aviazione giapponese nel corso del secondo conflitto mondiale.
Il film punta la lente d’ingrandimento sul sempiterno conflitto tra invenzione e “utilizzo” che se ne fa: Horikoshi, il cui sogno è quello di volare e costruire gli aerei più belli del mondo, intuisce che le sue invenzioni potrebbero essere utilizzate per i fini sbagliati. Ma non è quello che conta: quello che conta è realizzare il proprio “capolavoro” ingegneristico.
Nel primo quarto d’ora c’è tutta la produzione di Miyazaki: l’amore per il volo, il viaggio onirico e fantasioso, la natura vista come elemento “vivo”, l’incanto e il sogno come materie palpabili e imprescindibili.
Passati i 15 minuti, si entra nel pieno del film, ed è come se Miyazaki avesse detto: “Ok, vi ho dato quello che cercavate da me, adesso, per una volta, per l’ultima volta, lasciatemi fare il film che voglio io e non scassate le palle”.
Rispetto ai suoi “soliti” film, potrebbe sembrare “sottotono”, in quanto molto intimo e personale (dopotutto è una biografia).
Potrebbe non piacere a chi è abituato al Miyazaki “fantastico”.
A me, invece, è piaciuto tantissimo. Molto iconico, molto iconografico, soprattutto molto allegorico e simbolico.
The Lego movie, di Phil Lord e Chris Miller
Che tipo si piazza nella top 10 dei 10 miglior film d’animazione degli ultimi 10 anni.
Senza dubbio.
Ho letto in giro che a molti è piaciuto soprattutto per il finale, chè la maggioranza non se l’aspettava “fosse quello” (cavolo, ragazzi, Toy Story non v’ha insegnato nulla?). Personalmente ho capito che andazzo avrebbe preso nel momento in cui viene mostrata una certa sala dei trofei ma…Il film è spendido. Ci sono delle citazioni da paura, c’è la miglior entrata in scena di Batman di sempre (e quando dico “sempre”, dico “sempre”), e in buona sostanza…è un film sui Lego, fatto coi Lego.
Con fiamme e acqua di Lego.
Cioè, i LEGO!
Non potete perderlo.
Il capitale umano, di Paolo Virzì
Brianza, Natale.
Su una strada provinciale, un ciclista viene investito da un SUV che non si ferma a prestare i soccorsi.
Chi ha investito il ciclista? Chi era alla guida del SUV?
Che messo così, questo film sembra un giallo di quart’ordine.
Invece Virzì riesce a ricostruire un mosaico della società italiana, dividendo il film in capitoli (o atti, fate voi), nei quali è protagonista un personaggio diverso, che ci mostra aspetti, virtù e mostruosità del nostro paese.
Io Virzì lo adoro, nonostante alcuni ritengono sia un regista paraculo (o incapace). Tutti i suoi film riescono sempre a centrare un problema nodale dell’Italia, ma questo in particolare (assieme a quello precedente, passato molto in sordina – e invece molto bello, Tutti i santi giorni) è la cartina di tornasole di come siamo, e come siamo diventati.
Recuperatelo, che ne vale la pena.
Pompei, di Paul W.S. Anderson
C’è Jon Snow che dalle lande ghiacciate di Westeros si sposta agli antipodi vulcanici di Pompei.
Ma portasse un po’ rogna, ‘sto Jon Snow?
Pompei è una trashata. Pure piuttosto ignobile e pezzente. E pertanto va visto con la consapevolezza che sia una trashata ignobile e pezzente (d’altronde i trailer questo promettevano).
Eppure ci sono delle cose che funzionano, nonostante una trama banalissima/trashissima/irrealistica: la ricostruzione della città è buona, i costumi non sono malvagi, e al di là di Kit Harington (che pian piano sta migliorando come attore, ma che comunque è ancora un bel cagnetto), ci sono Mr. Eko di Lost, Trinity di Matrix e Jack Bauer di 24. Un bel cast.
Quando il Vesuvio esplode, oltre alla mia toccata di palle in previsione di un prossimo (e certo, e nefasto) futuro, ci sono dei momenti WTF? non da poco (la città alterna momenti pieni di gente che scappa a momenti in cui le strade sono assolutamente deserte).
Ribadisco, trashatona, ma se volete vedere un film per perdere un’ora e mezza della vostra vita, questo potrebbe fare al caso vostro…
E voi che mi dite?
Ne avete visto qualcuno dei film qui sopra?
E avete voi qualche filmazzo da consigliarmi?

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