L’articolo 1 dello Statuto del mio partito, il partito democratico, lo definisce una “federazione di elettori ed iscritti”.
Il PD non è i suoi dirigenti; il PD non è i suoi dirigenti più gli attivisti tesserati; il PD è chiunque lo voti, aderendo ad un manifesto di principi e di valori sui quali declinare idee e uomini per il raggiungimento di obiettivi comuni condivisi.
Un partito straordinariamente diverso da quello che ci circonda nel panorama politico italiano. Non un’associazione, non un movimento, ma un Partito, democratico appunto, ed un partito aperto, anzi, apertissimo.
Tanto che lo stesso articolo conseguentemente prevede che “Il Partito Democratico affida alla partecipazione di tutte le sue elettrici e di tutti i suoi elettori le decisioni fondamentali che riguardano l’indirizzo politico, l’elezione delle più importanti cariche interne, la scelta delle candidature per le principali cariche istituzionali”.
Una rivoluzione sul piano politico e culturale, che mi ha visto aderire entusiasticamente, e tanti con me, a questo ambizioso e meraviglioso progetto.
Un progetto coraggioso, se portato a compimento coerentemente.
Forse troppo coraggioso hanno pensato i grandi strateghi romani del mio partito (diciamo per chiarezza i 101 che hanno impallinato Prodi) che più o meno adesso ragionano così:
“Allora cari elettori PD, mi sa proprio che non ci siamo capiti. Cioè, non è che potete pensare di andare alle primarie e votare come cazzo vi pare, eh? Perché qui abbiamo delle robe da fare. Non è che adesso vi votate pure il segretario che volete, che poi magari fa fare al partito le cose che volete, e poi magari le fa fare al governo. Eh no, carissimi, troppo facile così la vita.
Ma siamo magnanimi, quindi la sistemiamo noi. Cambiamo due regole qui e lì, così anche stavolta non fate casini. Bipolarismo morto, segretario che fa SOLO il segretario, voto RISERVATO agli iscritti. Zac, ed è tutto a posto. Però, per la miseria, studiate un po’ di più in futuro. Chè qui abbiamo un paese da governare, e perderci in queste quisquilie proprio no.
Ps: carissimi elettori, sia chiaro: non pensate di iscrivervi in massa e venire a fare casini nel partito eh? Che se no è la volta buona che ‘ste maledette primarie le togliamo del tutto, e tagliamo la testa al toro”.
In questo modo si difende il governo Letta. Che va difeso ma con dei limiti chiari, tipo questo..
Si tengono il partito e continuano a farci perdere.
Infatti riescono a governare solo alleati con il nostro avversario politico.
Con Prodi c’era Prodi a vincere non loro, i 101.
Sulle regole ribadisco che chiudere il Pd alla partecipazione e alla rigenerazione è una follia, quando la scommessa è proprio vincere la disaffezione, avvicinare i simpatizzanti, gli elettori.
Cambiamo passo e smettiamo di avere paura.
Quindi nessuno tocchi le attuali regole congressuali.