In un recente intervento sul blog “Economix” del New York Times, David Leonhardt fornisce dati circostanziati sul rallentamento della crescita economica e l’aumento della diseguaglianza tra i redditi negli Stati Uniti, due elementi alla base della preoccupante stagnazione economica.
Le attuali difficoltà dell’economia, precisa Leonhardt , sono in sostanza iniziate alla fine del 2001, a conclusione di una lieve recessione e con l’inizio di una nuova fase di espansione. Il punto è però che la fase espansiva non è stata particolarmente robusta. Dal quarto trimestre del 2001 fino a tutto il quarto trimestre del 2007 (quando è iniziata a maturare la crisi finanziaria), l’economia è cresciuta ad un tasso medio annuo del 2,7%, mentre negli anni ’90 e ’80 la crescita ha registrato perfino tassi superiori al 3,5% medio annuo.
Alla modesta fase espansiva sono seguite una forte recessione a causa della crisi finanziaria ed una debole ripresa. Il combinato disposto è stato che, in questi ultimi anni, l’economia ha registrato la sua più bassa crescita su base decennale da quando il Dipartimento per il Commercio ha iniziato a raccogliere le statistiche nel 1947.
Il rallentamento della crescita economica si è combinato inoltre con il progressivo aumento della concentrazione del reddito nella piccola fascia di popolazione detentrice dei redditi più elevati. Il reddito delle famiglie che vivono essenzialmente di salari ha fatto fatica a tenere il passo con l’inflazione, mentre quello delle famiglie detentrici anche di valori azionari è crollato. Per converso, la fascia più ricca della popolazione se l’è cavata estremamente bene. Con riferimento al 1980 una famiglia rientrante nella soglia dei primi mille redditi più elevati – circa un milione e mezzo di dollari nel 2010 – ha ottenuto un incremento di reddito di più del 100% in termini reali, mentre una famiglia collocata nella fascia centrale della distribuzione del reddito ha ottenuto, sempre nello stesso periodo e in termini reali, un incremento del reddito pari a solo l’11%.
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