Una storia di controtendenza e creatività.
Di Andrea Lisi
Benvenuti a Ventotene, provincia di Latina, regno di Mattia Matrone (ventisette anni, professione contadino). La piccola isola tirrenica dinanzi al Golfo di Gaeta ospita infatti non solo stupende spiagge e antichità romane, ma anche piccole e ambiziose realtà economiche come l’Azienda Agrituristica “Cinque Tomoli”, tirata su da questo ragazzo pieno d’energia e simpatia su 3 ettari di terreno vulcanico, nel paradiso di Punta Pascone, belvedere mozzafiato che fronteggia la vicina isola di Ponza.
Negli ultimi tempi si parla sempre più spesso di ritorno ai campi e di opportunità di lavoro per i giovani nel settore agricolo. Tuttavia, chi compie tale scelta ha dinanzi a sé mille difficoltà, a partire dai continui lacci e lacciuoli burocratici, così come dagli ostacoli iniziali in termini di costi fissi – il disporre già di un pezzo di terra, magari per via ereditaria, sembra infatti una condizione sine qua non per mettere in pratica tale sogno. Anche il caso di Mattia, nonostante le peculiarità del progetto, non fa eccezione, avendo egli ricevuto dal nonno materno i primi cinque “tomoli” di terra (Cinque tomoli equivalgono a 3300 metri quadri, l’assegnazione di terra che i Borboni concessero ai primi coloni che giunti nel 1772 a ripopolare l’isola di Ventotene, disabitata sin dai tempi degli antichi romani (che la chiamavano Pandataria); il ragazzo si è poi potuto abbeverare della sapienza contadina tramandatagli dall’altro nonno, e – impresa non da poco – è riuscito fin da subito a piazzare buona parte della sua produzione nel supermercato del padre e in alcuni dei ristoranti locali che hanno particolare attenzione per i prodotti di qualità.
Seguendo Mattia ed Helena – la sua compagna metà isolana metà tedesca – giorno dopo giorno, su e giù per l’isola, si vede chiaramente quanto nel concreto tale vita sia difficile, tanto difficile quanto affascinante. Il continuo contatto con la natura è di per sé una forma di rigenerazione provata in vari ambiti, ma durante alcuni periodi le giornate di lavoro appaiono quali sfide insormontabili: inizio alle cinque di mattina con la “scippatura” delle lenticchie e chiusura alle dieci e mezza di sera, quando si finisce di annaffiare tutti gli orti.
La nota che distingue la “Cinque tomoli” da una qualunque altra attività agricola è la visione generale che la caratterizza, un progetto ambizioso che travalica la mera dimensione economica. A piccoli passi, sta iniziando infatti a prendere piede una Comunità dei contadini, uniti dall’intenzione di produrre e diffondere la cultura della biodiversità e il rispetto di uno stile di vita antico – ma attualissimo: godere di ciò che la natura dona, offrendo a tutti la possibilità di partecipare del benessere che lo stretto rapporto con la terra riesce a generare. Ciò ha implicazioni dirette nel relazionarsi alle altre forme di produzione tuttora prevalenti sull’isola – in particolare, la monocoltura delle lenticchie, vero e proprio “bene di lusso” tradizionalmente esportato dall’isola. A ciò si contrappone la proposta di una banca dei semi e un progetto di tutela della biodiversità che vede la collaborazione di Slow Food e comprende colture antiche di varietà locali di fave, cicerchie, fagioli, piselli, cipolle, melanzane, pomodori, broccoletti, minestra nera, albicocche, prugne, fichi e limoni, il tutto da coltivare evitando l’uso di concimi e fertilizzanti chimici.
Altro progetto già avviato – e che vede Mattia ancora una volta protagonista come “ambasciatore” di Ventotene – è il programma educativo per i ragazzi dell’Istituto Agrario di Priverno (LT), a cui si è affiancata di recente anche la Cooperativa sociale Karibù, incoraggiando la partecipazione anche di rifugiati africani e il loro impiego sull’isola.
L’ambizione più grande? Convertire Ventotene (e il mondo) alla permacultura! Il fulcro della Comunità dei contadini è infatti una visione radicalmente alternativa della società e dell’agricoltura, che trae ispirazione dal pensiero dell’agronomo giapponese Masanobi Fukuoka (diffuso in Europa anni fa dalla microbiologa spagnola Emilia Hazelip). Permacultura significa cultura (e agricoltura) permanente, progettazione degli spazi in totale armonia tra uomo e natura, in modo da soddisfare i bisogni della popolazione, ricreando e preservando ecosistemi naturali. Al centro di tale filosofia vi è il concetto di cura (degli uomini, degli animali e delle piante), articolato in vari ambiti, tra cui spicca quello dell’agricoltura sinergica (o naturale). Mattia e gli altri contadini della Comunità stanno iniziando proprio in questo periodo a sperimentare con i primi orti sinergici, la cui caratteristica fondamentale è che, dopo un primo periodo di progettazione, non vi è più bisogno che la terra venga concimata, arata o zappata. Tale sistema si è rivelato capace di produrre almeno altrettanto che con le tecniche agricole moderne, ma senza rovinare i terreni, anzi progressivamente rigenerandoli e arricchendoli sempre più.
Quindi, se quest’estate avete intenzione di farvi una vacanza un po’ diversa dal solito, l’isola di Ventotene potrebbe riservarvi diverse sorprese, e altre ancora potrebbero uscirne fuori dopo una chiacchierata con Mattia…
“Tutti riconosciamo che il nostro lavoro è modesto, ma la somma dei nostri modesti lavori è straordinaria”. Bill Mollison
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