Salire il pendio della montagna , caricato di uno zaino e dell’ultima delle nostre figlie. Il percorso sale tortuoso e impegnativo. L’ arie è fresca per le giornate passate di pioggia. Ogni passo deve essere ben calcolato, soppesato e proporzionato all’ostacolo che ogni volta si para davanti. Non è una metafora della vita? Siamo caricati di pesi fin da bambini per salire, per cercare di districarci da questo mondo e salire e diventare il re della montagna, per eccellere, per cercarci un posto al sole. Un posto al sole dove goderci poi …. che cosa? La domanda mi rimbalza in testa senza trovare una risposta. Gli ostacoli ci sono e in presenza degli stessi dobbiamo appunto fare attenzione. Saliamo a mete successive, ossia guardando verso l’altro ci facciamo un’idea di dove possiamo arrivare e magari fare una piccola pausa. A volte ci mettiamo un po di più, a volte dobbiamo cambiare strada : un tronco è caduto sul sentiero lo scorso inverno e non è stato ancora rimosso. Trovata l’alternativa si sale ancora. Il percorso si fa più stretto, la vegetazione un po’ più rada. Dopo ore di cammino sbuca dalla vegetazione una casa, un piccolo rifugio. Sembra immerso nel verde, sembra sbucare dal nulla come ancora di salvezza, sembra di esser saliti al limite della montagna, siamo i re della montagna. Qualche passo ancora e intravedo una strada battuta che sale al rifugio. Come nella vita c’è chi deve salire mille scalini e chi invece usa l’ascensore. Ma che importa, la chiave di tutto è la salita stessa, il soppesare ogni gradino, lo sbagliarsi strada e prendere la decisione di ritornare sui propri passi. Guardo soddisfatto il panorama e l’aria fresca invade i miei polmoni. Sotto di me sta il percorso fatto. Ci facciamo un panino con la mortadella e riempiamo le bottiglie di acqua. Il pensiero corre sempre a quello che Dio vuole da noi: sono sicuro della strada ma forse dovrei intraprenderne una più difficile e impervia. Lui dà a noi ogni strada che ci possiamo permettere di salire, sta poi a noi sceglierne la difficoltà e la pendenza. Peccato però che il tempo per arrivare non sia infinito ma ben distinto: Lui ci renderà conto di ogni secondo della nostra vita e come lo abbiamo speso. Una nuvola grigia e minacciosa oscura il sole… raccogliamo le nostre cose e muoviamo per la prossima tappa con la consapevolezza che nessuno sarà il re della montagna.
Magazine Diario personale
Salire il pendio della montagna , caricato di uno zaino e dell’ultima delle nostre figlie. Il percorso sale tortuoso e impegnativo. L’ arie è fresca per le giornate passate di pioggia. Ogni passo deve essere ben calcolato, soppesato e proporzionato all’ostacolo che ogni volta si para davanti. Non è una metafora della vita? Siamo caricati di pesi fin da bambini per salire, per cercare di districarci da questo mondo e salire e diventare il re della montagna, per eccellere, per cercarci un posto al sole. Un posto al sole dove goderci poi …. che cosa? La domanda mi rimbalza in testa senza trovare una risposta. Gli ostacoli ci sono e in presenza degli stessi dobbiamo appunto fare attenzione. Saliamo a mete successive, ossia guardando verso l’altro ci facciamo un’idea di dove possiamo arrivare e magari fare una piccola pausa. A volte ci mettiamo un po di più, a volte dobbiamo cambiare strada : un tronco è caduto sul sentiero lo scorso inverno e non è stato ancora rimosso. Trovata l’alternativa si sale ancora. Il percorso si fa più stretto, la vegetazione un po’ più rada. Dopo ore di cammino sbuca dalla vegetazione una casa, un piccolo rifugio. Sembra immerso nel verde, sembra sbucare dal nulla come ancora di salvezza, sembra di esser saliti al limite della montagna, siamo i re della montagna. Qualche passo ancora e intravedo una strada battuta che sale al rifugio. Come nella vita c’è chi deve salire mille scalini e chi invece usa l’ascensore. Ma che importa, la chiave di tutto è la salita stessa, il soppesare ogni gradino, lo sbagliarsi strada e prendere la decisione di ritornare sui propri passi. Guardo soddisfatto il panorama e l’aria fresca invade i miei polmoni. Sotto di me sta il percorso fatto. Ci facciamo un panino con la mortadella e riempiamo le bottiglie di acqua. Il pensiero corre sempre a quello che Dio vuole da noi: sono sicuro della strada ma forse dovrei intraprenderne una più difficile e impervia. Lui dà a noi ogni strada che ci possiamo permettere di salire, sta poi a noi sceglierne la difficoltà e la pendenza. Peccato però che il tempo per arrivare non sia infinito ma ben distinto: Lui ci renderà conto di ogni secondo della nostra vita e come lo abbiamo speso. Una nuvola grigia e minacciosa oscura il sole… raccogliamo le nostre cose e muoviamo per la prossima tappa con la consapevolezza che nessuno sarà il re della montagna.
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