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il realismo socialista

Da Alba Forni @albaforni1

maestro

Il realismo socialista fu un movimento artistico e culturale nato nell’Unione Sovietica nel 1934 e poi allargatosi a tutti i paesi socialisti del centro ed est Europa. La funzione principale era quella di avvicinare l’espressione artistica alla cultura delle classi proletarie e celebrare il progresso socialista.
La prima formulazione ufficiale si ebbe al Congresso degli Scrittori e degli Artisti Sovietici a Mosca nel 1934, ad opera di Maksim Gor’kij. Questi dichiarò che l’opera d’arte dovesse avere forma realista e contenuto socialista, in accordo con la dottrina marxista/leninista.

Russia – scrittori – Maksim Gorkij di enmigrinta

Con Stalin gli slanci delle avanguardie degli anni Venti vennero gradualmente repressi verso un’arte più assoggettata al conformismo dominante, nella celebrazione del dittatore e degli eroi del passato. Nel cinema mantennero una notevole vena poetica solo alcuni autori

come Boris Barnet (Okraina, 1933) e lo stesso Ejzenstein, che nel film Ivan il Terribile (1944) e nel seguito La congiura dei boiardi svilupparono novità formali.

Sergei Eisenstein’s Ivan the Terrible

Ejzenstein in particolare usò la profondità di campo, che lui chiamava “montaggio dentro l’inquadratura”, tesa a esaltare al massimo i contrasti dentro la singola inquadratura: famosa è la contrapposizione tra il primo piano dello zar e la folla di piccolissimi sudditi sullo sfondo, oppure l’enorme ombra che proietta la figura dello zar, che enfatizzano i significati simbolici quali la distanza tra regnanti e popolo o i risvolti alienanti del potere. Ejzenstein riuscì a soddisfare la committenza ufficiale del ritratto dello zar, che adombrava Stalin stesso, e le sue idee rivoluzionarie, creando un forte contrasto tra il contenuto celebrativo della pellicola e la forma delle inquadrature, che creano invece una figura “disumana, mostruosa, sola e crudele”, verso la quale lo spettatore prova uno spontaneo senso di orrore, nonostante l’ammirazione obbligatoria nella trama del film.

La congiura dei Boiardi – Sergej Ejzenstejn, URSS 1946.

Realismi socialisti. Grande pittura sovietica 1920-1970

La pittura dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche rappresenta certamente l’opera di artisti caratterizzati da elevato grado di formazione, assoluta padronanza del disegno e della composizione, ampia conoscenza del repertorio iconografico classico e orizzonte linguistico figurativo. Un’opera di cui è interessante cogliere la sorprendente evoluzione, per lo più sconosciuta in occidente, ma anche il ruolo, al di là di quello ufficiale di educatori delle masse, di sottili interpreti del contrasto fra realtà e ideale nel mondo del socialismo realizzato.

Il realismo socialista influenzò anche la musica: composizioni ritenute lontane dai canoni erano prontamente bollate come formaliste. Fra i compositori sia Sergej Prokof’ev che Dmitrij Šostakovič furono accusati di formalismo e intellettualismo.

SHOSTAKOVICH Lady Macbeth of Mtsensk

In particolare Šostakovič venne stroncato nel 1936, probabilmente per volere dello stesso Stalin, quando la sua opera Lady Macbeth di Minsk venne aspramente criticata come Caos invece di musica.

Le opere più originali del periodo sovietico vennero, però, da un ambito non legato alla teorizzazione della cultura proletaria, da autori alternativi che si esprimevano al di fuori delle linee dettate dalla ufficialità. Tra questi ne ricordiamo alcuni. Isaak Emmanuilovič Babel con L’armata a cavallo (Einaudi, 2005), romanzo formato da brevi racconti, in cui l’autore, dotato di uno stile originale ed estremamente innovativo, riflette la sua esperienza diretta della guerra. Il romanzo è stato recentemente rappresentato a teatro con grande successo da Moni Ovadia.

L’Armata a cavallo – Storia

Il Maestro e Margherita regia di Bortko.

Bulgakov, con l’originalissimo Il maestro e Margherita, divenuto uno dei libri più letti del Novecento, ambientato nella Mosca degli anni Trenta.

Il maestro e Margherita – Aleksandar Petrovic (1972)

Boris Leonidovič Pasternak, poeta straordinario, passato alla storia con il romanzo Il Dottor Živago, la cui pubblicazione, avvenuta in Italia nel 1957 prima che in Unione Sovietica, gli valse l’assegnazione del premio Nobel.
Tale riconoscimento, tuttavia, fu considerato dal regime un insulto alla Rivoluzione e Pasternak, minacciato di espulsione, fu costretto a rinunciarvi. Il romanzo presenta una trama che si snoda nell’arco di mezzo secolo a cui fanno da sfondo le vicende del medico e poeta Yuri Živago e del suo amore per Lara, vissuto tra gelidi paesaggi innevati. Ma al di là della vicenda amorosa, che ha ispirato l’omonimo film di Lean, nel romanzo sono narrate le complesse vicende della Russia dalla rivoluzione del 1905 fino alla seconda guerra mondiale, in cui emerge la crisi dell’intellettuale dinanzi alla crudeltà della storia.

Aelita (Аэлита) è un film muto del 1924 diretto da Jakov Aleksandrovič Protazanov. Tratto dal romanzo omonimo di Aleksej Nikolaevič Tolstoj, è considerato il primo colossal sovietico di fantascienza.

Vladimir Nabokov: Life and Lolita – BBC Documentary

Lolita


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