Passeggiando sul bagnasciuga in una calda mattina d'agosto potresti imbatterti in qualcosa che non ti aspetteresti mai sulla spiaggia nostrana. Una barriera di rete alta più di un uomo a delimitare i due lati perpendicolari al mare di una concessione balneare, parallelamente alla battigia pali come a segnalare un confine, il limite invalicabile tra il mondo reale e quello scampolo di universo scisso dalla quotidiana lotta per sopravvivere, frontiera tra classi sociali, muro di Berlino tra chi non vuole contaminazioni e il mondo di quelli che una volta si definivano proletari.
Dentro questo recinto ombrelloni giganti, lettini-capanna dove una ragazzina si arrampica solitaria come in una posticcia laguna tropicale, sognando avventure esotiche. Sulla sdraio imbottita la signora dalla bocca rifatta mostra orgogliosa al mondo un seno finto che sembra il trapianto delle tette di Barbie e per il quale andrebbe denunciato il chirurgo.
Uomini attempati gustano lo spettacolo aspirando fumo blu dai loro sigari lussuosi. Incuriositi i passanti, coi piedi forzatamente in ammollo perché deviati dai pali, passeggiano col collo piegato quasi innaturalmente verso quella sorta di serraio racchiuso tra reti e pali. E si chiedono se quel recinto serva davvero a proteggere quel mondo fittizio dalla gente normale o, piuttosto, viceversa.
Luca Craia