Il Mar Mediterraneo, o Mare nostrum come soprannominato dagli antichi romani, è stato, ed è tuttora, un’importante crocevia di culture e merci, culla di antiche e gloriose civiltà e teatro del declino di alcune di esse.
I suoi fondali pullulano di testimonianze materiali di mercanti ed eserciti che lo hanno solcato, segnando inevitabilmente la storia dell’Europa.
L’Italia, con oltre 7000 km di coste ed una posizione centrale nel bacino del Mediterraneo, conserva nelle sue acque un’ingente patrimonio archeologico sommerso, testimonianza del ruolo fondamentale che rivestiva per le rotte commerciali nel corso dei secoli, configurandosi come un ponte naturale tra l’Oriente e l’Occidente.
Attraverso il viaggio per mare si sono diffuse materie prime, prodotti artigianali, costumi, ma nello stesso tempo la tecnologia navale: corpi lignei e scafi di ferro di navigli affondati, carichi commerciali, porti sommersi, peschiere.
Fondamentale risulta essere quindi uno studio ed un recupero, sulla falsa riga dello scavo archeologico terrestre, anche di queste strutture e reperti che si trovano sott’acqua e che rischiano di essere cancellate da fattori naturali, ma soprattutto dall’incuria e dal vandalismo dell’uomo.
Negli ultimi anni, infatti, il progresso dell’equipaggiamento e delle tecniche di immersione, ha portato all’aumento del numero di subacquei sportivi, ed ha reso più accessibile, ed inevitabilmente più a rischio, questo patrimonio sommerso.
Recupero di un’anfora commerciale proveniente dal carico di una nave affondata
Per far fronte al problema dello “sciacallaggio” dei reperti subacquei, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, stabilisce le linee guida per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale sommerso: nel 2004, grazie alla legge 8 Novembre 2002 n. 264, ha avuto inizio un’indagine sistematica sul patrimonio sommerso di alcune regioni italiane: Campania, Basilicata, Calabria e Puglia.
Sono state scelte queste regioni perché sono tra le più rilevanti per la consistenza presunta di beni sommersi.
Questo progetto, coordinato e diretto dal MiBAC, è stato sviluppato con l’aiuto delle Soprintendenze delle regioni coinvolte e con la collaborazione delle Forze dell’Ordine preposte alla tutela del patrimonio nazionale.
Scopo principale del progetto è censire, posizionare e documentare i beni sommersi di tali regioni italiane al fine di migliorare la tutela e la fruibilità dell’ingente patrimonio archeologico sommerso.
L’iniziativa denominata Archeomar si articola in quattro fasi di attività multidisciplinari:
- Raccolta di informazioni edite ed inedite e creazione di una banca-dati;
- Rilievi strumentali e verifiche in mare, condotte da tre navi oceanografiche;
- Classificazione e valutazione dei dati;
- Divulgazione dei risultati, con pubblicazione di manuali, atlanti, supporti informatici
Rilievi e indagini subacquei attraverso l’utilizzo dei ROV
Il progetto è stato avviato nell’aprile del 2004 (Archeomar 1) in 4 regioni italiane: Campania, Basilicata, Calabria e Puglia. Durante la prima fase sono stati esplorati 360 kmq di fondo marino con l’utilizzo di Side Scan Sonar (apparecchio che, convertendo echi sonori in impulsi luminosi in uno schermo oscilloscopico, fornisce immagini del fondo marino e di oggetti sommersi), ROV (robot dotati di telecamere), ma anche grazie all’immersione di archeologi subacquei.
Di particolare rilievo sono state le ricerche effettuate lungo le coste campane, a Capri, Agropoli e Bacoli.
Nei fondali di Capri e Agropoli, alla profondità di 100 m, sono stati individuati, riportati alla luce e studiati due relitti di epoca romana (I-IV sec. d.C.) con un consistente carico, ancora in situ, di anfore solitamente impegnate per il trasporto di frutta, salsa di pesce e olio; mentre presso Bacoli sono state rinvenute strutture murarie di un complesso residenziale marittimo attribuito a Publio Servilio Vatia (personaggio vissuto tra l’età augustea e l’età Giulio – Claudia).
Altrettanto importante è il ritrovamento, lungo le coste pugliesi, e più precisamente a Santa Caterina di Nardò, di un relitto di epoca romano datato intorno al II sec. a.C. che trasportava un numero molto elevato di anfore greco – italiche tarde di varie dimensioni e altre forme ceramiche, come vasi di produzione greca.
In seguito al successo di Archeomar 1, a partire dal luglio del 2009, ha preso avvio Archeomar 2, volto a catalogare le strutture sommerse e i beni situati nei fondali delle regioni di Lazio e Toscana.
Grazie a quest’ultimo progetto, la Carta Archeologica delle Acque Italiane giunge a comprendere quasi il 50% delle acque marine di competenza.
Non sempre è attuabile il recupero dei beni sommersi, e quando questo avviene il processo conservativo è lungo, costoso e non sempre offre garanzie di riuscita e durabilità.
Quando è possibile sarebbe quindi auspicabile conservare e rendere fruibile in situ i beni sommersi, come evidenziato anche dall’UNESCO: “valorizzare, proteggere e conservare in situ, ove possibile, il Patrimonio culturale subacqueo”.
Archeomar si configura quindi come un progetto molto utile al fine di tutelare la storia delle nostre coste e dei nostri fondali, in un periodo dove, con il progredire di strumenti sempre più potenti per l’immersione, molti “tombaroli subacquei” distruggono pagine importantissime della nostra storia, importanti per interpretare le strutture sommerse, le rotte e i rapporti culturali e commerciali che, nel corso dei secoli, si intrecciarono tra i vari abitanti del Mediterraneo.
Grazie a queste iniziative volte a tutelare il patrimonio archeologico sommerso, nascono musei che raccontano il mare: la storia di navigatori, le imbarcazioni, i relitti, le strutture portuali.
Tra i musei più importanti ricordiamo quelli presenti in Campania e Puglia, regioni dovei tesori sommersi sono molti a causa del loro ruolo primario di punto di approdo di gente proveniente da tutto il Mediterraneo:
Museo Nazionale di San Martino
Largo San Martino, 1 – 80129- Napoli
www.musei.it/campania/napoli/museo-di-san-martino
Museo Didattico del Mare
Viale Pozzuoli, 5 -84124- Bagnoli (NA)
www.campaniainfo.it
Museo del Mare
Via Luigi Mazzella, 7 -80070- Ischia Ponte (NA)
www.museodelmareischia.it
Museo del Mare
V. Principe Umberto, 40 -80079- Procida (NA)
www.incampania.com/beniculturali
Museo Archeologico
Piazza Duomo, 7 -72100- Brindisi
www.musei.it/puglia/brindisi/museo-archeologico-provinciale
Museo del Mare
Via Marinai d’Italia, -73048- Nardò (LE)
www.museionline.it/museums
NOTE:
Temporaneamente Chiuso
Per ulteriori informazioni o approfondimenti visitare il sito www.archeomar.it