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Il redattore senza qualità e la sua Bibbia

Creato il 26 gennaio 2011 da Sulromanzo

Bibbia

“Allora, Lillo, vediamo se ho capito bene…”

“Vai.”

“Tutto inizia con l’autore che ci consegna il libro il giorno stabilito.”

“Be’, il giorno stabilito… Diciamo che presto o tardi l’autore ci consegna il libro.”

“Ok. Quando abbiamo il file, iniziamo a pulirlo.”

“Bravo. Hai fatto le fotocopie della Bibbia del redattore?”

“Il normario? Certo, due copie, così una la porto a casa, casomai dovessi trovarmi a fare delle bozze nei fine settimana.”

“Non è affatto una possibilità remota, credimi. Cosa fai insieme alla pulizia del file? Te lo ricordi?”

“Sì Lillo, i controlli. Verifico che tutte le affermazioni, i dati storici, geografici, i rimandi interni del testo, le eventuali citazioni eccetera corrispondano alla realtà e siano corrette.”

“Bravissimo, sei un tipo sveglio. E poi mandiamo subito a impaginare?”

“Non è detto. Alcuni redattori preferiscono fare l’editing del testo già in bozza, e in questo caso mandiamo subito il testo alla composizione per farlo impaginare. Altri, invece, preferiscono lavorare sul file word, per poterlo modificare autonomamente. In questo caso mandiamo a impaginare più avanti, magari quando il redattore fissa un incontro con l’autore.”

“Bravo. E cosa facciamo quando mandiamo a impaginare?”

“Quando mandiamo a impaginare un testo, come prima cosa agevoliamo il lavoro della composizione indicando un modello di gabbia, sarebbe a dire la disposizione del testo sulla pagina: numero di righe, numero di battute per riga, interlinea, attacco, capitolo…”

“Niente male ragazzo, ti sto trasformando in un discreto mangiacarte.”

“Ovviamente, per scegliere la gabbia-modello dovremo prendere un libro della stessa collana e che abbia pressappoco lo stesso numero di battute.”

“Ovviamente. Cosa mi dici del colophon?”

“Il colophon è la carta di identità del libro: bisogna verificare l’ISBN, aggiungere il credito della casa editrice e, attenzione attenzione, cosa che mi renderà un redattore con i fiocchi, controllare se il contratto stipulato con l’autore prevede l’inserimento di particolari diciture, riconoscimenti particolari eccetera.”

“Più che con i fiocchi direi veramente mazzuto. Cos’altro ti ho detto riguardo le istruzioni da dare all’autore quando in redazione iniziamo a lavorare sul file?”

“In che senso?”

“Nel senso che c’è una cosa che l’autore non deve assolutamente fare nel momento in cui qui iniziamo a lavorare sul file, e che sta a te evitare in tutti i modi, mutilazione della sua mano compresa.”

“Questa non me la ricordo, Lillo.”

“Pensaci bene, mi hai sentito smadonnare più e più volte sul tema.”

“Aggiungere delle parti?”

“Fuochino.”

“Modificare quelle esistenti?”

“Ci sei quasi. Una volta consegnato il file, l’autore non deve assolutamente rimetterci mano se non sulla versione che gli rimandiamo noi. Altrimenti noi cosa lo puliamo a fare se poi ce ne manda un altro? Sai quante volte mi è successo di dover rifare il lavoro due o tre volte, dopo essere stato rassicurato che ‘sì, ho capito Lillo, aspetto che sia lei a mandarmi il documento su cui lavorare’?”

“Hai ragione, questa mi era sfuggita.”

“Sei pur sempre uno stagista, non sarà un caso. Comunque inizi a dare segni di vita, sai? Sei secchione e pulcioso sulle parole come richiede il mestiere, devi solo toglierti al più presto quella puzza di biblioteca da dosso…”

“Grazie Lillo.”

“Di nulla. E ora dacci dentro con quelle lettere di rifiuto, la signora Tamarazzi ci ha mandato la settima versione del suo romanzo autobiografico e non possiamo farla aspettare troppo: bisogna risponderle, prima che sia lei a farsi viva.”


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