Un Paperone di Romano Scarpa dalla storia di Cimino "Zio Paperone e i bracciali dei MacPaper"
Una componente importante in un’opera narrativa è sicuramente costituita dai personaggi che la interpretano.
Rodolfo Cimino, da quel grande cantastorie che era, lo sapeva benissimo ed è per questo che l’attenzione verso gli attori delle sue storie non è mai venuta meno.
Zio Paperone, Paperino, i nipotini, i Bassotti, Amelia… ma anche Topolino, Pippo e Minni in quelle rare occasioni in cui si è dedicato a loro: Cimino ha sempre fatto suoi questi personaggi creati anni prima da altri grandissimi artisti, ha indagato le loro caratteristiche comportamentali, le loro motivazioni e i loro desideri e, una volta capito a fondo quello che li muoveva nelle varie situazioni, ha potuto scrivere opere meravigliose.
Il primo esempio che viene in mente è senz’altro quello di Zio Paperone, ovviamente, forse il personaggio che l’autore maggiormente amava nella commedia dei Paperi. Il Paperon de’ Paperoni di Cimino era una sintesi tra quello originale barksiano, quello avventuroso e sensibile di Romano Scarpa e quello estremo di Guido Martina, in cui venivano esaltate le caratteristiche migliori e smussati gli eccessi: il tutto con l’aggiunta di una grande fantasia che rendeva le sue avventure chiaramente riconoscibili.
Nelle sue mani, Paperone si è riaffermato come quel cercatore di tesori che era in alcune splendide avventure di Carl Barks, ha mostrato il suo grande attaccamento al denaro e a tutte le persone che gli gravitano attorno, ha confermato il suo legame col Deposito e soprattutto la sua particolare sensibilità, gestita sempre con pudore e modestia. E’ diventato un character a tutto tondo, un personaggio decisamente realistico e credibile nonostante vivesse avventure inverosimili, proprio grazie all’attenzione verso i dettagli caratteriali che Cimino coltivava con cura.
Battista disegnato da Giorgio Cavazzano
E’ attorno al vecchio papero che lo sceneggiatore friulano ha continuato a lavorare sui personaggi, confermando e personalizzando taluni comprimari e in altri casi creandone altri ad hoc per le proprie esigenze narrative.
Battista è un caso peculiare, in questo senso: già nelle prime storie di Barks Paperone aveva infatti un maggiordomo, ma così anonimo che altri autori americani e italiani non si preoccupavano di mantenerne un nome e un aspetto unici. L’intuizione di Cimino è stata invece quella di affiancare allo Zione una persona che fosse più di un semplice servitore, qualcuno che fosse al fianco di Paperone da moltissimi anni tanto da poterne capire le particolari esigenze, e per essere anche una spalla fidata in caso di emergenza. E’ così che viene coniato il nome ufficiale del maggiordomo di Paperone e, grazie alle matite di Giorgio Cavazzano, anche il suo aspetto a cui poi tutti gli autori negli anni successivi sono rimasti fedeli. Battista rappresenta un pilastro su cui Paperone sa di poter contare sempre, nonostante lo stipendio da fame che gli elargisce; Battista è colui che conosce le esigenze del principale e sa come gestirne la vita quotidiana nelle tante piccole cose. Battista è l’esempio del classico tuttofare, consapevole che nelle sue mansioni rientrano il servire il tè come il seguire Paperone in giro per il mondo. Un personaggio spesso sottovalutato, ma il cui intervento Cimino ha reso indispensabile nelle avventure disneyane.
Non pago di questo intervento, comunque, lo sceneggiatore arricchisce lo staff del Deposito con un personaggio di sua creazione, un robot di nome Camillino che per quanto non compaia in realtà spessissimo ha il ruolo di ulteriore aiuto per Paperone, sia esso nel reparto caldaie sia in particolari missioni in cerca di tesori.
Cimino non vuole lasciare Paperone solo nel suo Deposito, sostanzialmente: attento al suo carattere, consapevole che oltre all’aspetto del capitalista c’è molto di più, lo circonda di persone che convivono direttamente con lui e che possano essere una panacea immediata alla solitudine o ai molteplici problemi della sua quotidianità, prima che possa giungere il parentame.
"Zio Paperone e le streghe in azione", dove compaiono Amelia e Roberta
Anche nelle fila dei nemici del vecchio avaraccio Cimino si è dato da fare, conscio del fatto che il valore del protagonista di una storia di misura anche in virtù delle nemesi che deve affrontare.
E se i Bassotti sono spesso utilizzati nelle avventure ciminiane, mi piace però ricordare l’utilizzo che viene fatto di Amelia: la strega che ammalia assume nella concezione dell’autore un’aria particolarmente tragica, in cui il suo scopo di una vita intera, continuamente frustrato, assurge a causa stessa della sua insoddisfazione. Insomma, il progetto di impossessarsi della Numero 1 le cagiona tanti mali e dispiaceri da far pensare che starebbe meglio se abbandonasse l’impresa, ma avventura dopo avventura si suggerisce al lettore che la spasmodica ricerca di un metodo per impossessarsi della moneta faccia parte del DNA stesso della fattucchiera.
Cimino ha spesso evidenziato come Amelia sia pronta a tutto, anche a prove durissime per riaffermare questa parte di sé, arrivando perfino alla distruzione della sua scopa in Zio Paperone contro Amelia – Uno a uno e scopa al centro, per affrontare poi un duro iter al fine di ottenere una nuova cavalcatura.
Per fornire un supporto anche morale alla fattucchiera, quindi, l’autore ad un certo punto ha creato la figura di una collega e amica fidata per Amelia, la strega Roberta, che grazie alla sua concezione di magia fusa con la scienza e la tecnica contribuirà spesso a dar filo da torcere a Paperone, come pure a consolare l’affranta amica dopo i suoi insuccessi.
Infine, Cimino non disdegna la figura di Paperino: se nelle storie con protagonista Paperone, giocoforza il ruolo del nipote è quello di spalla, la produzione dello sceneggiatore annovera molte avventure in cui è Paperino il protagonista indiscusso, e anche in questi casi si tratta di trame in cui vengono esaltate qualità che spesso tendono ad essere dimenticate.
Il Paperino di Cimino è prima di tutto una persona onesta e che si dà da fare: ciò non contrasta con il Donald Duck pigro di cui spesso però altri autori hanno abusato estremizzandone l’indolenza, ma è un bilanciamento del carattere complesso del papero. Carl Barks stesso ha scritto memorabili ten-pagers in cui Paperino si riciclava in moltissimi lavori differenti, nei quali aveva anche una discreta abilità; il lavoro di Cimino è consistito nel riprendere questo aspetto sviluppandolo in avventure dove il protagonista sa confermare il suo spirito d’iniziativa, la sua volontà di contrastare la sfortuna che permea la sua esistenza con la forza di volontà e con la ferma convinzione che una vita onesta sia l’unica scelta possibile per vivere in tranquillità con sé stessi.
Anche il lato più sentimentale di Paperino viene riscoperto, in alcune storie di Cimino: dribblando con rispetto la figura di Paperina, che forse dopo anni permette meno un certo tipo di dinamiche, l’autore crea direttamente un altro nuovo personaggio, destinato ad entrare nel cuore di tantissimi lettori: la sensibile e malinconica Reginella.
Paperino e Reginella
Sovrana di un lontano pianeta che per una serie di vicissitudini si ritrova a vivere sotto gli oceani della Terra, entra accidentalmente in contatto con Paperino nella splendida Paperino e l’avventura sottomarina, dove sboccia un sentimento puro e descritto benissimo tra i due protagonisti.
La cosa fantastica di questa storia, e delle seguenti che comporranno il ciclo di Reginella, non sta solamente nel raccontare con una sensibilità unica l’amore tra i due personaggi, ma mostrare come Paperino sappia dare il meglio di sé, del suo coraggio e del suo spirito d’iniziativa in presenza di motivi forti per farlo. E’ un Paperino bellissimo da vedere in azione, quello pronto a tutto per difendere il suo amore impossibile.
Rodolfo Cimino ha iniziato a realizzare le sue storie con un gruppo di attori già presenti sul set da prima del suo arrivo: erano tra i caratteristi migliori sulla piazza, e lui ha saputo sfruttare al meglio le loro potenzialità trovandone anche nuove e inesplorate dimensioni narrative. All’occorrenza, poi, ha saputo arricchire il cast con ulteriori comprimari funzionali a quell’universo di avventure e sentimenti che voleva raccontare, che non hanno tardato a diventare ricorrenti e riconoscibili.
Ha fatto quello che fanno i grandi scrittori: ha saputo dare in mano ottime trame a interpreti perfetti.
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