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Il regno dei lupi di George R.R. Martin. Capitolo 2: Sansa

Creato il 26 novembre 2013 da Martinaframmartino

 

Il regno dei lupi di George R.R. Martin. Capitolo 2: Sansa

La copertina della terza parte (di cinque) dell’edizione paperback giapponese di A Clash of Kings

Che le due figlie di Eddard Stark fossero molto diverse lo avevamo scoperto fin dall’inizio del Trono di spade, quanto avevamo visto Arya fuggire dalla sala da ricamo per andare ad assistere agli allenamenti dei fratelli lasciandosi dietro in lavoro pieno di punti probabilmente pure più storti dei miei, mentre Sansa eseguiva il solito ricamo perfetto. Ora George R.R. Martin si diverte a proporci due capitoli consecutivi dedicati alle due sorelle per enfatizzare ancora di più la differenza fra loro.

La piccola è in fuga, combattiva e determinata. È una bambina e quindi ha bisogno dell’aiuto di altre persone, ma è pronta a lottare per decidere del proprio destino. La grande è prigioniera, e non piò che accettare un destino di passività. Lei subisce quel che le accade, non può fare diversamente perché i suoi pochi guizzi d’orgoglio sono terribilmente rischiosi e può ritrovarsi a doverli pagare davvero a caro prezzo.

Rivediamo la cometa che per ser Arys, uno degli uomini migliori della Guardia reale di questo periodo tormentato, indica gloria per re Joffrey. Un solo fenomeno astronomico, e una moltitudine di significati diversi che vedremo ancora nei capitoli successivi.

Il regno dei lupi di George R.R. Martin. Capitolo 2: Sansa

Jack Gleeson è re Joffrey Baratheon

Iniziamo ad “apprezzare” i regali di Joffrey. Non sta bene che un re picchi la promessa sposa, e quindi la fa picchiare. Sapevamo che era uno schifoso stronzetto sin da quando lo avevamo conosciuto a Grande Inverno, ma ancora non sapevamo quanto. Jack Gleeson è bravissimo a rendere il personaggio nella serie televisiva di HBO. Non ricordo chi fra Martin, David Benioff e D.B. Weiss, ha affermato che Jack è esattamente l’opposto di Joffrey, ma che lo interpreta talmente bene che si sono ritrovati ad aver paura che qualcuno potesse fare del male all’attore per disprezzo nei confronti del suo personaggio. Peccato che una volta che avrà finito di interpretare Joffrey Gleeson smetterà di recitare. In precedenza, ha spiegato, recitare era una specie di vacanza fra altre attività, ma ora che è diventato famoso ha scoperto che non gli piace il genere di vita che la fama comporta, anche se ancora non sa cosa farà dopo.

Abbiamo un nuovo torneo, ma questa volta è ben diverso da quello del Primo cavaliere organizzato da Robert nel Trono di spade. Penso che uno degli scopi di Martin nel narrare questa scena sia farci vedere come le cose sono cambiate. Prima il regno era in pace e apparentemente ricco, ora i migliori cavalieri sono in guerra e quella a cui assistiamo è più una farsa che una manifestazione sportiva. Ci sono schermaglie verbali, come detto per Sansa è pericoloso dire qualunque cosa, e Martin è bravissimo a tracciare il filo sottile su cui lei deve camminare. E poi vediamo la sfilata di chi è presente, tutto sommato noiosa fino a quando non arriva il turno di ser Dontos. Anche il fatto che il torneo sia noioso e scadente fa parte dell’atmosfera, e all’improvviso arriva il dramma. Per l’opera di Benioff e Weiss è stato creato il termine sexposition, a indicare spiegazioni fatte in presenza di qualcuno nudo. Loro però (per fortuna!) hanno vestito Dontos molto più di quanto non avesse fatto Martin, e hanno reso Joffrey più eloquente con i gesti e meno con le parole.

L’intervento di Sansa è un atto impulsivo ma anche coraggioso visto quanto è rischioso correggere il sovrano, e il fatto che lei trovi il modo di salvare la vita a Dontos indica che ha un cervello e che è pure capace di usarlo. Ha solo dovuto perdere tutta la sua ingenuità iniziale. Notare che il Mastino le dà manforte. Non si è fatto scrupoli di ammazzare Mycah nel Trono di spade, ma qui interviene al fianco della giovane Stark. In qualche modo è stato colpito da lei, e anche se di lui c’è poco da fidarsi è comunque molto meglio di tanti altri cavalieri, che indossino l’armatura bianca o che si fregino semplicemente del titolo.

Il regno dei lupi di George R.R. Martin. Capitolo 2: Sansa

Tony Way interpreta Ser Dontos

In televisione Dontos si vede nella seconda stagione, non nella terza. La produzione ha deciso di concentrarsi su meno attori per non confondere gli spettatori, comunque nella quarta stagione Dontos ci sarà. C’è una cosa molto importante che deve fare…

Tommen dimostra coraggio e determinazione, peccato che sia il più piccolo dei figli di Cersei. Subito dopo arriva Tyrion, uno dei pochi casi in cui Martin riunisce i punti di vista invece di separarli. Il Folletto comunque ha fatto parte di parecchie storie, al di là della riunione iniziale a Grande Inverno. Prima è andato a Nord con Jon, poi è stato catturato da Catelyn e ora ritrova Sansa. Continua a farci da contraltare ai membri di Casa Stark, ma con lui presente la situazione ad Approdo del Re dovrebbe migliorare. È capace di parlare con severità a Joffrey e nel Trono di spade lo aveva pure schiaffeggiato, e mostra compassione nei confronti di Sansa. Lo abbiamo visto uscire da situazioni particolarmente complicate, quindi la sua presenza qui dovrebbe migliorare l’atmosfera e renderla pure più divertente. Peccato che fin da subito Sansa, che si è sempre fidata troppo di tutti, decida di non fidarsi di lui. Non che io con lui sia mai stata davvero tranquilla, in fondo è pur sempre un Lannister e la fedeltà alla famiglia in epoca medievale veniva prima di tutto. Sansa è davvero una cerbiatta circondata da leoni.

Sotto la foto spoiler dal Portale delle tenebre.

 

Il regno dei lupi di George R.R. Martin. Capitolo 2: Sansa

È solo dalla fine di questo libro che io ho iniziato a fidarmi pienamente di Tyrion. Prima mi piaceva ma mi preoccupava anche, perché ero convinta che avrebbe fatto del suo meglio per aiutare Casa Lannister a vincere il conflitto. Quei simpaticoni di Cersei e Tywin sono riusciti a far cambiare a Tyrion le sue priorità, perciò ora posso godermi quello che fa in modo molto più rilassato. Devo solo preoccuparmi che George R.R. Martin non lo ammazzi.



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