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Il regno della bellezza #1: Prassitele

Creato il 26 marzo 2015 da Artesplorando @artesplorando

Il regno della bellezza #1: Prassitele

Eretteo, Acropoli di Atene

Oggi vi porto con me a scoprire il momento preciso che influenzò tutta la storia dell'arte occidentale fino ad oggi. Sono in effetti pochi anni se confrontati ai secoli d'arte che vennero dopo, ma rappresentarono un vero e proprio risveglio.
Il grande risveglio dell'arte alla libertà si svolse nei cento anni che vanno dal 520 al 420 a.C. in Grecia. In quel tempo Atene si trovò coinvolta in una terribile guerra contro Sparta che mise fine alla prosperità sua e della Grecia stessa. Verso la fine del V secolo gli artisti erano ormai pienamente consci del loro potere e della loro abilità, e lo era anche il pubblico. Infatti in questo periodo benchè gli artisti fossero ancora considerati artigiani e venissero spregiati dagli snob, un numero crescente di persone prese ad interessarsi al loro lavoro per il valore intrinseco che costituiva e non solo per i suoi significati religiosi o politici. Si cominciò a discutere dei meriti delle varie "scuole" d'arte, dei diversi stili e delle diverse tecniche e tradizioni che distinguevano i maestri delle varie città. Il confronto tra le varie scuole stimolò gli artisti a imprese sempre maggiori, contribuendo alla varietà che si ammira dell'arte greca. In architettura cominciarono ad essere adottati contemporaneamente vari stili. Non più solo il dorico del Partenone, ma anche lo ionico utilizzato ad esempio per l'Eretteo, sempre nell'Acropoli di Atene. Le colonne diventano esili steli e il capitello non è più un semplice cuscino disadorno, ma è riccamente decorato con volute laterali. L'impressione complessiva di questi nuovi edifici è di un'infinita e disinvolta grazia.Le stesse caratteristiche che ritroviamo nelle statue e nei dipinti di questo periodo che comincia con la generazione successiva a Fidia. E il grande scultore di quel secolo di risveglio è senz'altro Prassitele. La sua opera più celebre rappresentava Venere, la giovane Afrodite, che si preparava al bagno.

Il regno della bellezza #1: Prassitele

Prassitele, Ermete e Dioniso fanciullo

Ma l'opera è scomparsa, e una soltanto delle sculture originali di Prassitele ci è (forse) pervenuta. Una statua trovata ad Olimpia raffigurante Ermete intento a giocare con Dioniso fanciullo che tiene al collo. Nell'opera di Prassitele è scomparsa ogni traccia di rigidezza. Il dio sta davanti a noi in una posa di abbandono che non ne compromette la dignità. Prassitele sa mostrare come i muscoli e le ossa si tendono e si muovono sotto la morbidezza della pelle, e sa rendere il corpo umano in tutta la sua grazia e bellezza. Dobbiamo a questo punto renderci conto che questa bellezza Prassitele e gli altri artisti greci la raggiunsero attraverso la conoscenza e lo studio dei modelli. Non esiste un corpo simmetrico, ben costruito e bello come una statua greca. Durante i secoli gli artisti greci si sono sforzati di infondere sempre maggior vita negli antichi schemi. I vecchi modelli cominciavano a muoversi, a respirare al tocco dell'abile scultore, e ora ci stanno davanti agli occhi come veri e propri esseri umani, pur provenienti da un mondo diverso e migliore. L'arte raggiungeva all'epoca di Prassitele il giusto e delicato equilibrio tra l'ideale e l'individuale. Non stupisce quindi che molte delle più famose opere dell'arte classica, ammirate in tempi successivi come rappresentazioni di tipi umani perfetti, sono copie o varianti di statue di questo periodo, come l'Apollo del Belvedere (modello ideale di corpo maschile) o la Venere di Milo (modello perfetto di corpo femminile).

Il regno della bellezza #1: Prassitele

Apollo di Belvedere

Il regno della bellezza #1: Prassitele

Venere di Milo

Ma la strada della bellezza non si ferma qui. Mancava ancora qualcosa. Fatto strano è che gli artisti greci in questo periodo abbiano evitato di dare ai volti un'espressione particolare. Le loro opere non tradiscono mai un sentimento ben definito. L'artista non riproduceva mai la forma del naso, le rughe della fronte o l'espressione particolare del modello. Forse per paura che le espressioni e i giochi dei lineamenti potessero rovinare la perfezione di un visto simmetrico e perfettamente equilibrato.
Solo con gli artisti della generazione successiva a Prassitele avremo un ulteriore passo avanti nella rappresentazione dei moti dell'animo e delle caratteristiche fisionomiche, ma questa è un' altra storia!
Fonti: La storia dell'arte, E.H. Gombrich, Phaidon, 2008

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