Da Corriere del Mezzogiorno
I Campi Flegrei, per chi non lo sapesse, sono una zona di crateri e coni all’interno di una caldera, situata a Pozzuoli, nella zona ovest di Napoli. La caldera è una specie di fossa che si forma dopo una o più grandi eruzioni ed i Campi Flegrei non sono altro che il risultato di due eruzioni avvenute 39.000 e 15.000 anni fa.
Questa zona è in continuo movimento, il terreno si alza e si abbassa anche di parecchi metri. Uno dei sollevamenti più recenti è avvenuto tra il 1982 e il 1984, quando il suolo si è sollevato rapidamente di 1,8 metri. Gli scienziati non sanno ancora dare una spiegazione a questi movimenti. Il “respiro” dei Campi Flegrei, come è stato denominato, è stato rilevato dai radar a bordo dei satelliti Sentinella dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). I dati indicano che il processo di deformazione del suolo iniziato negli anni Settanta è ancora in corso e ciò mostra che il terreno continua a sollevarsi di mezzo centimetro al mese.
“Il processo di sollevamento – spiega Sven Borgstrom, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) – continua ancora oggi: le immagini radar del satellite Sentinel-1A catturate tra ottobre 2014 e marzo 2015 mostrano che il suolo si sta sollevando al ritmo di circa 0,5 centimetri al mese“. “Nel 2012, – continua il ricercatore – il tasso di deformazione era tale da indurre il dipartimento della Protezione Civile a spostare il livello di allerta del piano di emergenza dei Campi Flegrei dal livello di base (verde) a quello di allarme (giallo)“.
Questo perché nei Campi Flegrei si trova uno dei vulcani più temuti al mondo, uno dei cosiddetti “supervulcani” dei quali nel mondo ce ne sono appena una decina e capaci di eruzioni molto rare ma allo stesso modo molto violente. Tutta l’area è caratterizzata da deformazioni continue della superficie, ovvero fenomeni di abbassamento e sollevamento del suolo chiamati “bradisismo“. La tecnica per telerilevare questi movimenti si chiama interferometria da Radar ad apertura sintetica (In-Sar), la quale si basa sul confronto tra due immagini radar, scattate in tempi diversi, rilevando i piccoli cambiamenti avvenuti nel corso del tempo. Questi movimenti sono seguiti da Sentinel 1A, un satellite progettato dal Centro ESA per l’Osservazione della Terra che viene applicato in molti campi.
Il satellite “Sentinel 1A” dell’Agenzia Spaziale Europea