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C'è sempre una parte del partito a cui le intese con il Pdl, per quanto larghe che siano, vanno sempre più strette. C'è sempre quella parte del partito che si ribella al ricatto continuo che il Pdl esercita sul governo e, di conseguenza, sul Pd. Ogniqualvolta c'è uno del Partito Democratico che prova a dire qualcosa di inviso al Pdl, c'è sempre il Brunetta di turno che prefigura la crisi di governo. Ed il Pd segue, come finora ha sempre seguito, i ricatti e i diktat di Silvio Berlusconi.
L'ennesima riprova di tutto ciò si appunto vista ieri in merito alla riforma della legge elettorale.
Ieri la Camera ha respinto la mozione presentata dal democratico Giachetti che prevedeva l'abrogazione del Porcellum ed il ritorno al Mattarellum. Attorno alla proposta, che chiaramente voleva affossare l'accordo tra Pd e Pdl sul rinvio di tale questione alla discussione più generale della riforma costituzionale, si sono coagulati una trentina di deputati Pd, i Cinque Stelle e Sel. I voti contrari sono stati 415, i favorevoli 139. Lo stesso Pd quindi ha affossato la mozione Giachetti preferendo seguire il ricatto del Pdl che del Porcellum, dopo averlo ingegnato, non se ne vuole disfare. Pertanto ieri Enrico Letta è andato al Senato per chiedere al Parlamento di essere autorizzato a presentare un progetto di riforma costituzionale con dentro anche la riforma della legge elettorale aprendo, però, un precedente di non poco conto.
La riforma della Costituzione è materia esclusiva del Parlamento, chiedere al Parlamento di delegare al Governo un progetto di riforma introduce un preoccupante elemento di novità. E comunque anche in questa proposta che il Premier Letta ha fatto alle Camere si vede tutto lo zampino, se non qualcosa di più grosso, del Pdl il quale ha timore che sulle materie della riforma costituzionale, in Parlamento, si possano trovare maggioranze a geometrie variabili. Berlusconi in tal modo cerca di blindare la discussione parlamentare tanto più che nel progetto presentato da Letta si stabilisce un nesso tra il buon esito delle riforme costituzionali e, a valle, l’eventuale e conseguente riforma delle legge elettorale.
Il rischio di una stabilizzazione del Porcellum è fortemente concreto anche se tutti hanno solennemente manifestato la volontà a cancellarlo.
Guglielmo Epifani, neo Segretario del Pd, ieri alla Camera ha urlato con determinazione la volontà del Pd a modificare la legge elettorale: "Alle prossime elezioni, sappiate, non si voterà con il Porcellum", ha intimato rivolto al Pdl. Epifani però sa anche che se il Partito Democratico non smette di seguire il Pdl la cancellazione del Porcellum sarà poco probabile.
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