Non ho mai nascosto il mio amore per questa scrittrice, anche Il seggio vacante mi ha piacevolmente stupita, senza contare che riuscire a scrollarsi di dosso Harry la considero un’impresa titanica; con mio grande dispiacere però questo nuovo libro della Rowling lo devo giudicare semplicemente brutto, tanto da non capire se ha prestato il suo nome ad altri, altri che a loro volta hanno scritto il testo, per poi farci il giochino del ti svelo chi è lo scrittore. Insomma, ne avranno fatto un caso letterario da prestanome mondiale, pare che prima di sapere che c’era LEI a comandare la penna il libro fosse stato giudicato gradevole ma senza eccessi, ma il risultato non torna, nonostante la fuga di notizie (eccerto, e noi siamo i polli del mondo sommerso) e il boom di vendite incorniciate da recensioni positive, e aspettative per una seconda indagine del detective privato Cormoran Strike.
Per favore mia adorata J.K. Rowling, torna a scrivere per i ragazzi, torna a sorridere, torna a inventarti magie strampalate e nomi impossibili da tradurre, ma lascia stare il giallo.
Torniamo a Il richiamo del cuculo, il protagonista, il già citato Cormoran Strike sembra un incrocio tra il tenente Colombo con le sembianze di Gerard Depardieu, è figlio d’arte, anzi figliastro, quindi conosce il mondo della morta, una super top model bellissima, adottata, cresciuta in una famiglia apparentemente perfetta.
L’assistente Robin, assistente per sbaglio del Depardieu londinese, pare messa un po’ a caso per dare il tocco femminile che altrimenti al gigante senza gamba mancherebbe, un tocco femminile intelligente, garbata, sexy e fidanzata con un noioso ragazzo. In rete c’è chi paragona i due ai noti Hermione e Hagrid, spero di no, perché oltre alla stazza e all’intelligenza altri tratti comuni personalmente non ne ho rilevati.
Lo stilista è gay, l’amica della morta è una top puttanella, il fratello della morta è fissato con i soldi, la mamma adottiva una pazza, l’altra amica una barbona. Non oso svelare la vicenda per rispetto, ma sappiate che le rose bianche hanno sempre un doppio significato.
Ho capito chi era l’assassino? Si, più o meno, ma non è questo il problema. Il problema è la narrazione noiosa e gli stereotipi poco realistici. L’inizio è gradevole, le prime 70 pagine si fanno leggere, poi qualcosa rallenta, come se la narrazione si annodasse su se stessa e alcuni dettagli appaiono davvero troppo insoliti e casualmente casuali.
Non è il suo innegabile talento a mancare, in questo caso è la storia a non reggere, a mio avviso.
Quindi, dopotutto, si era trattato di suicidio, e dopo un breve sgomento intervallo, un debole vento tornò a gonfiare le vele della notizia. Scrissero che la donna morta era disturbata, instabile, inadatta a quel ruolo di star mondiale che la sua sregolatezza e la sua bellezza le avevano procacciato; che era venuta in contatto con la società immorale dei ricchi e famosi, che l’avevano corrotta; che la dissolutezza della sua nuova vita aveva compromesso la sua già fragile personalità. La sua storia fu eletta a insegnamento morale pieno di compiaciuto perbenismo e il paragone con Icaro fu talmente scomodato dai giornalisti da meritarsi una rubrica speciale sul giornale satirico Private Eye.
Poi, finalmente, tutto il clamore si estinse, e persino i giornalisti non trovarono più nulla da dire, se non che era già stato detto troppo.
Titolo: Il richiamo del cuculo
Autore : Robert Galbraith, J.K Rowling
Traduttori: Angela Ragusa , Alessandra Casella
Editore: Salani
Anno: 2013
Prezzo: 16,90 euro