Personaggio principale de Il richiamo della foresta è un cane, precisamente un pastore scozzese, di nome Buck. Buck vive spensierato e coccolato, quando arrivo un avido giardiniere a squarciare il suo idillio: lo rapisce e lo porta in Alaska, al freddo, tra i ghiacci del Klondike. Qui il cane comincia una nuova vita che nulla ha a che fare con il passato che rimpiange: sfruttato e maltrattato per essere impiegato come cane da traino. A diretto contatto con i sintomi dell’avidità dell’uomo (sete di denaro, ferocia, brutalità…) il cane sopravvive grazie alla scoperta di un istinto ancestrale che non sapeva di avere. È quindi la sua natura selvaggia a tenerlo in vita malgrado le difficoltà, la sua forza, persino il senso di rivalità nei confronti dei compagni forti quanto lui.
Si chiamano Charles, Mercedes e Jamie (marito, moglie e fratello) i tre proprietari della muta di cui Buck fa parte: esempio concreto e lampante delle bassezze dettate dalla brama di ricchezza di cui si parlava poc’anzi. Nessuno di loro sa nulla del mondo dei ghiacci e delle slitte, soprattutto non sanno come curare una muta ma questo a loro non interessa assolutamente. I cani sono solo bestie senza valore, un mezzo inanimato per raggiungere i propri fini.
John Thornton, al contrario, è un uomo che vive a diretto contatto con la natura e gli animali, dimostrando grande amore, rispetto e conoscenza. Thornton cerca in ogni modo di convincere Charles, Mercedes e Jamie a cambiare i loro modi brutali ma non riesce i convincerli; il trio di avidi troverà morte con insieme ai cani sfruttati e maltrattati fino alla fine, fino alla morte. L’unico a salvarsi è proprio Buck, che Thornton decide di portare a casa con sé e curare.
Cane e uomo diventano amici inseparabili, creando un legabile profondo e indissolubile spezzato però dalla morte di Thornton. Davanti al suo cadavere il cane decide quindi di cedere al richiamo della foresta, che cominciava a farsi insistente in lui, e si unisce a un branco di lupi.