Sabato, dopo la tragicomica partita della mia Inter e la fine vittoriosa del primo match dell'Italia al Mondiale di Volley, ho sintonizzato la tv su Canale 5, per non perdere l'abitudine di passare il Sabato sera in compagnia di Maria De Filippi (citando Nanni Moretti: “Continuiamo a farci del male”). E' così che ho scoperto che Maria è umana. Lei che non si commuove mai, che ti racconta le storie più struggenti, facendoti singhiozzare, rimanendo impassibile e senza incrinare la voce piatta, Sabato si è emozionata e, a stento, ha frenato le lacrime. Cos'ha potuto tanto? Il ricordo di Sandra Mondaini, che lei considerava più che un'amica. Le immagini di una delle donne più importanti della nostra tv scorrevano sullo schermo: lei vestita di azzurro, lei con Amendola e poi, ovviamente, con Raimondo. E Maria quasi piangeva. E io e mia sorella piangevamo, senza quasi. Cosa mi ha commosso così tanto? Vedere Sandra e Raimondo abbracciarsi: lei un po' malferma sulle gambe, già provata dalla vecchiaia e dalla malattia, lui alto alto che si piega per accoglierla, col suo sorriso un po' beffardo. Lei che, da una vita, era – per tutti – Sandra e Raimondo, senza Raimondo non è riuscita a resistere troppo tempo essendo solo Sandra. Una tenerezza improvvisa per loro mi ha stretto lo stomaco: non erano i protagonisti di un film, Sandra e Raimondo erano nella vita vera, seppure contaminata dalla tv; non avevano avuto figli, ma ne avevano adottati due; erano malati e si erano fatti compagnia. Ci vuole forza, coraggio e tanto, tantissimo amore per superare tutto questo. E anche un pizzico di ironia, che a loro – fortunatamente - proprio non mancava.
Alla mia commozione, ha contribuito anche un pensiero inaspettato e insidioso: mi piacerebbe molto avere la fortuna di arrivare a 80 anni e averne passati sessanta con l'uomo della mia vita, amandolo ancora così tanto da non poter vivere senza di lui. Lo so, potrebbe essere fantascienza, soprattutto se aggiungiamo che è fondamentale che l'amore sia reciproco. In più, non è di moda: ci dicono che dobbiamo essere indipendenti, noi donne. Che possiamo e dobbiamo vivere senza un uomo accanto, che siamo complete così e perfette. E lo penso anche io: potrei bastare a me stessa, perché no? Non è su un uomo che deve basarsi la mia vita, non è per un uomo che devo sacrificare il mio futuro, impostare le mie scelte. Eppure, se l'amore qualcosa conta e se è vero che è la cosa più bella e importante al mondo, allora vorrei illudermi che è possibile amarsi reciprocamente e rispettosamente tutta la vita e arrivare insieme fino in fondo, divertendosi anche. Proprio come Sandra e Raimondo, compreso “Che noia, che barba e che barba, che noia”.
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