Magazine Diario personale
IL RINASCIMENTO PER CARLO CARMAGNINI: Un maestro d’arte fiorentino
Creato il 29 novembre 2014 da Anna Pernice @Anna_Pernice“Botteghe”, si sono sempre chiamate così, fino dal Rinascimento, e sono sempre più le botteghe, soprattutto a Firenze, più che le aziende, quasi un clone moderno di quelle tipiche del Rinascimento, a portare avanti con successo la manualità e l’estro dei maestri conciari italiani, i maestri d’arte, fondamentali nella moda, che con il loro estro, sono senza concorrenza per livello qualitativo. Incontriamo Carlo Carmagnini, brand omonimo, un maestro, una vita a studiare, creare, inventare, la trasformazione di un tema banale come una scarpa o una borsa in un intreccio di arte, moda, creatività, un imprenditore artigiano che pone la massima attenzione al passato guardando il futuro. La Basilica di Santa Croce, perché? Lei ha negozi in tutta Firenze….. Vede, Firenze è bella tutta, la conosco benissimo eppure la trovo ancora da scoprire, è il fascino magico di questa città. Ma per me il “cuore” di Firenze rimane Santa Croce per tutto quello che si vede ma anche per quello che rappresenta, ho come una sorta di sindrome di Stendhal. La mattina arrivo, da lontano, nella piazza, e vedo le cuspidi e il marmo bianco, i riccioli di marmo, le pietre della scalinata, il ferro delle cancellate, la gente con naso all’insù, la statua di Dante, e “vivo” la grande lezione di cultura che questo luogo da a noi fiorentini e a tutto il mondo che passa di qui; e poi il rispetto che ho per le tombe dei grandi italiani, veri capolavori, Michelangelo, Bernardo Rossellino, Foscolo, Galilei. Ma perché la zona di Santa Croce è un tour obbligato degli stranieri? Guardi che la zona di Santa Croce è strettamente legata al pellame, anticamente le pelli si risciacquavano in Arno, che è qui a 2 passi; infatti nel '300 Firenze era famosa per la produzione della pelle: dalla concia alla confezione, dalla vendita all'esportazione. Coloro che si occupavano della concia e della lavorazione delle pelli erano iscritti all'arte dei Cuoiai o Galigai, associati intorno al 1282. La concia, procedura che permette alla pelle di essere lavorata, veniva esercitata a monte e a valle di Ponte Vecchio, dove le pelli venivano messe a bagno nel letto dell'Arno.
Nel suo settore si vedono cenni di ripresa? La ripresa c’è, specialmente per prodotti di artigianato, del made in Italy, anche se i momenti sono delicati per le situazioni calde nel mondo. Per il nostro prodotto il mercato vincente, a cui noi guardiamo con interesse, è il Giappone, che è un mercato importante e strategico per la moda in generale. E la grande reazione che il popolo giapponese ha avuto in definitiva minime conseguenze anche nell’economia. Quanto la pelle è entrata prepotentemente nella moda, anche nei brand più elitari? L’attenzione delle firme è enorme proprio sulla pelletteria, sia per il fashion che per l’arredamento e nella calzatura, diciamo un premio alla nostra grande qualità artigiana . Dal mondo delle griffe arriva un importante segnale, consumiamo meno ma meglio, educhiamo il consumatore, spingendo sulla cultura del prodotto, in termini di qualità e pregio, rispetto dell’ambiente, delle leggi, delle persone.
Mi parli del suo Brand Creatività ed eleganza, anche se il brand ha 30 anni rimane freschissimo, si basa soprattutto sull’abilità manuale degli artigiani fiorentini; per esempio la collezione Treccia, nata da un lavoro preciso e paziente di intrecciamento a mano per le strisce di cuoio, che successivamente al taglio, vengono assemblate e cucite. E poi io lavoro la pelle di cervo come stoffa, creando abbinamenti di colore come fossero tessuti, quella di struzzo, animali dei miei allevamenti in Sudamerica, e poi la linea Buttero, dai personaggi nella Maremma, nella storia dal 1890 quando uno di loro sconfisse Buffalo Bill in una sfida di doma, e poi il capretto tibetano, la nappa….ma in tutte le mie linee inserisco dei riferimenti a Firenze, alla Toscana, alla nostra storia.
Che cosa è l’artigiano? Le Botteghe, I maestri d’arte di Firenze…. Artigiano vuol dire mani e cervello, la tecnica viene dopo, ma prima di tutto far fare alle mani quello che il cervello pensa, crea, decide, sogna…….E poi , successivamente, si pensa alla ricerca del pellame migliore, la concia, i colori vegetali, le metallerie, tutto il mondo di accessori che ruotano intorno all’oggetto finito. Parlare dei maestri artigiani e delle Botteghe vuol dire parlare di Firenze che è da sempre la scuola di pensiero dei maestri d’arte, che sono nati qui, in tutti i settori: dall’arte, nascevano nelle botteghe – le “botteghe” del Rinascimento, fucine inesauribili di genio, Verrocchio, Botticelli, Ghirlandaio, Leonardo - botteghe di tutti i settori, fino alla pelletteria, come ti dicevo risalente al ‘300, e oggi le scuole di formazione, i vecchi che insegnano ai giovani, è tutto un mondo di “cultura” del lavoro, il nostro artigianato unico ed esclusivo, che tutto il mondo ci invidia; anzi, le scuole di formazione che diventano oggi centri dove si preserva e si rinnova la cultura artigiana legata al mondo della pelletteria, che oggi suscita paradossalmente molta più attenzione all'estero piuttosto che in Italia. Il lavoro fatto fino ad oggi non potrebbe sopravvivere senza dei giovani capaci di interpretare e rinnovare questa filosofia del Made in Italy. Mentre all'estero è considerato sempre più un onore imparare a realizzare un oggetto destinato a durare nel tempo, in Italia il "glamour" dell'artigianato è ancora tutto da riscoprire. Intervista a Carlo Carmagnini, un fiorentino, un artigiano, un maestro d’arte…. By Cristina Vannuzzi Landini
Carlo Carmagnini pelle s.r.l. in Santa Croce
50122 via S.Giuseppe, 12 D/E/F Firenze - Italy [email protected]
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