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Il rinoceronte indiano viene fatto emigrare per farlo sopravvivere ai bracconieri

Creato il 06 aprile 2011 da Madyur

I volontari si dirigono verso il centro della riserva di Pobitora , nel cuore dello Stato indiano dell’Assam. Il rinoceronte prescelto sta facendo colazione nell’erba bassa , protetto da una leggera nebbia. Arrivato a pochi metri di distanza , un dottore spara il sedativo. Venti persone arrivano con jeep verdi , con una gru scavano un piccolo fosso , vi inseriscono una piattaforma di legno , e poi ci fanno rotolare la bestia. Spingono quindi la piattaforma dentro una grande gabbia e la montano su un camion.

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Per il rinoceronte è un viaggio lunghissimo : andrà a vivere 250 Km di distanza, nella riserva naturale di Manas , al confine con il Bhutan. Ma soprattutto è uno dei primi protagonisti del progetto Indian Rhino Vision 2020 , nato per preservare il rinoceronte indiano. L’obiettivo è passare dai 2200 esemplari a 3000 entro il 2020.

L’area ai piedi dell’Himalaya un tempo era pieno di rinoceronti. Poi i bracconieri ne hanno fatto strage , attratti dall’avorio. Kaziranga ( al confine tra gli stati dell’Assam e dell’Arunachal Pradesh) all’inizio del secolo, quando venne dichiarato riserva naturale, aveva solo 15 rinoceronti : oggi se ne contano 1700. Poco distante , invece, i cacciatori continuano a muoversi indisturbati.

In Nepal , negli ultimi 5 anni la popolazione dei rinoceronti è calata di 250 esemplari , il 40% del totale. E’ successo anche a Manas negli anni Ottanta.

Wwf e Rhino International Foundation hanno promosso questo progetto insieme alle istituzioni nazionali di Delhi , a quelle statali assamesi e a quelle del Bodoland , ora diventato una provincia semiautonoma. Ma ci sono delle difficoltà. Manca il personale e gli animali devono adattarsi a un nuovo habitat. Inoltre è difficile spostarsi in un parco dove si è gli unici della propria specie.

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I primi due maschi sono stati portati a Manas nel 2008, sono rimasti soli per alcuni mesi. Gli esperti che li hanno monitorato per due anni raccontano che all’inizio hanno viaggiato incuriositi. Poi uno dei due ha rotto una recinzione elettrica ed è entrato in un’area dove si trovavano quattro femmine , che avevano bisogno di cure. L’altro rimasto solo ha dato segni di nervosismo , fino a quando non si è allontanato dal parco. Catturato è stato riportato nel recinto.

Dopo i primi due altri esemplari sono stati trasferiti nel gennaio e dicembre 2010 e all’inizio del 2011. Ora ce ne sono otto. Entro fine anno dovranno essere 20. Ma i volontari non percepiscono soldi e i finanziamenti sono scarsi.


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