E’ avvenuto un intensissimo riscaldamento, dell'ordine di circa 50 gradi in una settimana alla quota isobarica di riferimento a 10 hpa, che ha provocato la rottura del Vortice in due parti che si spostano verso le basse latitudini, concretizzando un cosiddetto Split. Ci troviamo di fronte ad un evento che secondo gli studi può causare importanti implicazioni dal punto di vista meteorologico sia in America che in Eurasia per un periodo fino a due mesi dopo il riscaldamento in stratosfera. In questi giorni si stanno manifestando le prime conseguenze di ciò con maltempo invernale che si sta scatenando sia in Europa che nei prossimi giorni severamente in Nord-America, risollevando una stagione fin ora sotto-tono. Una manifestazione concreta del MMW è ben dimostrata secondo alcuni esperti dal profondo ed esteso ciclone che si è approfondito in modo straordinariamente rapido nel nord del Pacifico nei giorni passati. Una tempesta che ha raggiunto al suo centro una pressione minima di 932 hpa con onde di 19 metri, surclassando il famoso uragano Sandy e colpendo le isole Aleutine e l’Alaska.
Nelle cronache italiane il Major Midwinter Warming è stato portato a conoscenza del pubblico per la prima volta nel famoso inverno 1984-1985, ma ora viene da chiedersi: quanto comuni sono questi eventi di riscaldamento stratosferico? In realtà sono molto più comuni di quanto si pensi, in media (dal 1958/1959) si verificano ogni due anni anche se ultimamente si registra un aumento di frequenza. Una pausa si era avuta dal 1988/1989 al 1997/1998 ma negli anni seguenti fino ad oggi quasi ogni anno si è assistito a fenomeni di MMW. Secondo alcune ricerche questo aumento di frequenza è da attribuirsi ai cambiamenti climatici che stanno comportando una forte perdita di ghiaccio artico (con record minimo raggiunto a settembre 2012) e quindi ad un aumento della copertura nevosa di tutta l’Eurasia. Certo è che nelle prossime settimane in Nord-America, in Europa e in Asia è lecito attendersi un tempo atmosferico dominato da forte dinamismo. D’inverno il Vortice Polare “girando” in sede mantiene il gelo concentrato nelle zone polari ma quando avviene la propagazione dei riscaldamenti stratosferici maggiori la sua stabilità viene spesso minata e il gelo è così diretto verso le basse latitudini. Non ci si attenda necessariamente ondate di gelo storiche ma certamente un tempo più umido in un contesto più freddo, ciò non esclude però la possibilità di ondate di gelo anche importanti.
Fonte:http://www.diariometeo.com/scienze-della-terra/cambiamenti-climatici/item/773-il-forte-riscaldamento-stratosferico-domina-l%E2%80%99inverno-boreale
