Libretto di registrazione per i trattamenti post-esposizione alla rabbia, nessun commento su 42 ปี (42 anni)
Una tranquilla domenica, una passeggiata tanto per ammazzare il tempo e la mia solita inguaribile passione per i gatti, la versione in miniatura di una tigre. Ricordo ancora quando al corso di Medicina Tradizionale Cinese il professore spiegava di come il gatto sia come il vento, imprevedibile e praticamente impossibile da controllare e contenere, in grado di cambiare atteggiamento e direzione senza preavviso, piacevole quando mansueto ma pericoloso quando irruento! Ecco, i gatti sono davvero così e se c’associamo la loro apparente indipendenza, diventano un animale domestico perfetto, perlomeno per me.
Va be’ per farla breve mi sono distratto un attimo mentre giocavo con una micia pacifica ed ecco il risultato:
Foro microscopico, mano raddoppiata di volume!
Due piccoli buchetti all’altezza dell’indice e i canini del simpatico felino hanno ovviamente fatto il loro dovere così che la micetta subito dopo ha mollato la presa e ricominciato a giocare.
Sapevo che si sarebbe gonfiata e che per evitare l’infezione, ora che non sono più abituato a morsi e graffi, sarebbe stato meglio iniziare subito il trattamento antibiotico. E così ho fatto.
Questa mattina, arrivato in ufficio, più per curiosità che per altro, mi metto a guardare su internet l’epidemiologia della rabbia in Thailandia: “Rabies is endemic in all regions of Thailand with relatively high incidence rates in both humans and dogs. Numbers of human rabies cases have been steady decreasing from 370 deaths to less than 100”. Rileggo e m’accorgo d’aver capito bene, in Thailandia la rabbia è ancora endemica, ovvero è una malattia che tende a presentarsi sporadicamente e con una certa regolarità e causa tuttora diversi morti ogni anno.
Rifletto un attimo e mi dico che però non siamo in una zona rurale ma in una metropoli… cerco dati più specifici su Bangkok.
Scopro così gli ultimi dati ufficiali disponibili in inglese risalgono a oltre 10 anni fa e che nel 2001, delle 37 morte per rabbia in Thailandia, Bangkok è risultata essere la zona con il più alto numero di decessi (9 in totale). Sono dati rassicuranti? Forse… visti i 10 milioni di abitanti, 9 decessi sono davvero pochi. Me la sento di rischiare di essere la 10^ vittima? Onestamente? NO!
Certificazioni delle vaccinazioni antirabbica e antitetanica
Se l’Italia è ufficialmente un paese indenne dalla rabbia, qui in Asia questa malattia è ancora diffusa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato 31 mila decessi all’anno di cui circa 20 mila in India e la Thailandia rappresenta il terzo paese per incidenza, preceduto dal Vietnam.
A questo punto non mi resta che parlare con un medico di persona e capire quale sia la cosa più logica da fare.
In pochi minuti mi ritrovo al St. Louis Hospital di Bangkok, un ospedale a cui mi sono rivolto già in passato e dove parlano inglese, comodo da raggiungere (si trova su Sathorn Road a poca distanza dalla fermata BTS Surasak), efficiente e non troppo caro - ricordiamoci che in Thailandia l’assistenza sanitaria pubblica gratuita per chi è regolarmente residente qui esiste ma lascia alquanto a desiderare!
Mi accoglie un simpatico “vecchietto” che, raccolta l’anamnesi, conferma la terapia antibiotica che avevo iniziato e suggerisce di sottopormi ai cicli vaccinali per il tetano (visto che l’ultimo richiamo risale a oltre 10 anni fa) e per la rabbia. Mi spiega che effettivamente le probabilità sono bassissime, praticamente nulle ma che, non essendo pari a zero, era preferibile sottopormi alle 5 iniezioni post-contagio (o presunto tale). Niente iniezioni sulla pancia (come raccontava mia nonna) ma semplicemente intramuscolo sul braccio.
Forse si tratta di un eccesso di zelo ma sono perlomeno contento di aver approfittato per fare un nuovo ciclo vaccinale contro il tetano il cui rischio è decisamente più alto!
La paranoia è solo la realtà su una scala più sottile.
Michael Wincott nei panni di Philo Gant in Strange Days (Fant. 1995)
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