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Il risultato della delazione in epoca non fascista

Creato il 24 ottobre 2010 da Laperonza

Ho riflettuto, sono passato dalla demoralizzazione alla rabbia in modo intermittente, finché ho deciso che il sentimento prevalente è e deve essere l’ultimo. Perché in una società democratica un libero cittadino deve avere il diritto di dire quello che pensa quando questo non vada a ledere la dignità altrui. Nel dubbio mi sono andato a rileggere quanto ho scritto finora e credo di non aver leso la dignità di nessuno, e alcuni hanno leso la propria dignità da soli molto più di quanto potessi fare io. Ma il fatto accaduto ieri e che già molti sanno, a mio giudizio, è grave e merita una discussione.

Qualcuno, non so chi perché il delatore è per sua natura codardo e anonimo, ha riferito al comando della caserma dei Carabinieri di Montegranaro che io scrivo cose infamanti ed offensive. Per questo sono stato convocato in caserma “per chiarimenti”. E ci siamo chiariti. Il Maresciallo era evidentemente stato informato male e ne ha convenuto con me esaminando con i suoi occhi quanto da me scritto. Ma il delatore è rimasto anonimo.

Non voglio fare supposizioni né voglio alimentare sospetti. Credo che questa persona, il delatore, sia povera di spirito e di intelletto, codarda e vigliacca, e che abbia reso un pessimo servizio alla parte cui probabilmente intendeva giovare con questo suo gesto. Credo che questa politica malata e degenerata stia toccando il fondo, sempre ammesso che non si metta a scavare. Ricordo che la delazione nell’epoca fascista ha portato persone innocenti nei campi di sterminio. E la natura del vigliacco rimane la stessa, anche se nel mio caso me la sono cavata con un’oretta di tutto sommato piacevole discussione col maresciallo dei carabinieri. Ma la gravità del fatto rimane.

Se mi si voleva spaventare il delatore ha fallito, mi pare chiaro. Evidentemente egli non conosce a sufficienza l’animo umano. In un’altra epoca, forse più consona al suo animo vigliacco, probabilmente il risultato sarebbe stato diverso. Forse ora starei facendo i bagagli per il confino. Forse era questo che la sua povera mente immaginava. Ma, purtroppo per lui, per quanto quello che abbiamo oggi in Italia assomigli sempre di più ad un regime, ancora non lo è in pieno e non è così semplice fare tacere una voce e una mente libera. Quindi non mi fermo. E, francamente, sono davvero arrabbiato.

Luca Craia


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