La dichiarata (minacciata) ri-discesa in campo di Berlusconi, oltre a terrorizzare i mercati e riaprire scenari apocalittici che credevamo scongiurati, apre un problema non di facile soluzione per il Movimento 5 Stelle. La forza del Movimento credo sia proprio la propulsione innovativa che male si sposa, anzi, non si sposa affatto, con ipotesi di tipo elettorale dirette ad alleanze anche con forze sostanzialmente affini (sempre ammesso che esistano).
In sostanza 5 Stelle dovrebbe coerentemente correre da solo alle elezioni, siano esse amministrative o politiche, perché l’alleanza con uno qualsiasi dei partiti tradizionali susciterebbe legittimi dubbi sulla linea di principio fin qui tenuta. E tutto questo avrebbe un senso se Berlusconi fosse rimasto nel suo cantuccio a leccarsi le ferite e a far rimarginare quelle degli Italiani causate dal suo lungo scellerato operato. Ma così non è.
Ora che il cavaliere nano si ripropone esiste la seria possibilità che vi sia una relativamente larga fetta di Italiani (distratti? Disinformati? In malafede? Stupidi?) disposti a dargli il voto (a lui, non al PDL). Il correre da soli per il Movimento 5 Stelle potrebbe facilitare il ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi. Posto che vengono i brividi solo all’idea, cosa dovrebbe fare ora il nuovo movimento per scongiurare questo potenziale nefasto accadimento? Sembrerebbe quasi obbligatorio vagliare l’ipotesi di alleanze politiche. Così facendo, però, si rischia di perdere credibilità e voti. Un bel dilemma. Per ora facciamoci una riflessione.
Luca Craia