Magazine Maternità
L'altro giorno sono andata al mio primo appuntamento con la midwife della mutua.
Ormai, essendo stata dimessa dai Headquarters F.B.I., sono considerata una 'donna normale', e sono stata messa nella mani della mutua, senza possibilita' di appello. Io che guardavo i miei agenti con occhi da cagnolino implorante: Vi prego, tenetemi con me, non abbandonatemi nelle grinfie delle lobotomizzate, no le lobotomizzate no!! E gli agenti, irremovibili, mi hanno strappata dal grembo amorevole del loro bunker, e mi hanno buttata nel mondo reale.
E allora niente, sono andata dalla midwife.
Che io credevo volesse dire ostetrica, insomma, una qualificata, con uno studio tutto suo con diplomino al muro, che si aggira all'interno di strutture linde e immacolate, scalpitando sicura nei suoi zoccoletti bianchi in tono con l'altrettanto rassicurante camice bianco.
E invece no.
La midwife, scopriro' dopo, e' una levatrice. Cioe' una che fa la squatter nella prima stanzetta che si libera all'interno di un ospedaluccio di periferia, e se ne sta li, sperando che le pazienti la scovino nel labirinto dell'ospedaluccio, i cui corridoi piu' che lindi sanno di moquette ammuffita (e manco bianca).
Ma ormai all'odore della moquette al posto di quello di disinfettante ci sono abituata. Anche dal dentista e' cosi. E infatti per faccende che vanno oltre un semplice controllo, col cavolo che mi faccio visitare dai dentisti inglesi (e non sono l'unica italiana a dirlo).
Comunque.
Siccome la receptionist mi aveva mandata lungo il corridoio sbagliato, io e la midwife siamo state ad aspettarci l'un l'altra, invano, ciascuna nella propria postazione, per venti minuti.
Finche' non mi telefona, chiedendomi se mi ricordavo dell'appuntamento. Eh si che mi ricordo, ti sto aspettando da venti minuti, o lobotomizzata.
Chiarito il qui-pro-quo, mi dice di andare alla reception.
E li la vedo venirmi incontro. La midwife, troneggiante in tutti i suoi 100 e passa kili per un metro e ottanta di cinquantenne. La valkiria in veste borghese. La massaia dal polpaccio grande quanto il mio giropetto.
E gia' me la vedo, la massaia dal tricipite di acciaio, che si adopera ad estrarre pupi dalle viscere di donne ululanti, instancabile e indefessa, dedica alla missione fino all'ultima goccia di sudore (anche quello di acciaio). Gia' me la vedo, che punta il possente polpaccio contro la prima superficie verticale che le capita, per estrarre creature violastre da donnini abbarbicati alle sue possenti trecce da lottatrice di sumo.
La Lottatrice di Sumo, senza nemmeno dire Hello, mi indica col ditone un altro corridoio, mentre si avvia a grandi falcate verso la receptionist, e le abbaia contro uno scorbutico rimprovero per avermi mandata nel corridoio sbagliato.
Poi si gira verso di me.
Gelo nel sangue.
Oddio, la Lottatrice ora se la prende anche con me, dov'e' l'uscita di emergenza? Dov'e' il pulsante 'eject' quando serve?
Ma la lottatrice mi conquista lanciandosi in una profusione di "Scusi-non succedera' piu'-sorry sorry sorry". Ok, la faccenda sta prendendo una piega migliore. Mi comincia anche a piacere, questa cosa della donna-roccia a cui aggrapparsi nel momento del bisogno. Lei e Picconatore andranno sicuramente d'accordo.
Ce la possiamo fare.
Ma anche no.
Perche' appena entro nello studio, realizzo che c'e' un'altra squatter, appostata a prendere appunti. Non si capisce se sia l'assistente, la trainee, o una che passava di li e ha trovato lo studio aperto. Ma tant'e'. La bionda dallo sguardo glaciale sembra irremovibile.
Vabbe', dico io, ricevero' il doppio delle attenzioni.
Che bello, finalmente qualcuno comuncia a prendermi sul serio. Dopo tutto, me lo merito, no, di avere il doppio delle attenzioni? Io povera vittima reduce da due Fivet. Io povera sfollicolata con le uova che non si sa se sono gia' andate a male. Io che a sentire i medici tra un paio di anni gia' potrei andare in menopausa. Io povera italiana emigrata a cui mancano il sole la pizza e il mandolino.
Io povera sfigata, insomma, avro' pure diritto al doppio delle attenzioni, no?
Dai dai vorrete pur farmi delle belle analisi del sangue. Io sono qui, che mi prostro innanzi all'altare dell'ago, porgendo fiduciosa le mie braccia in nome della Sindrome da Lisa Simpson.
E anche una bella ecografia, vorrete pur farmela, no? Che io ho lo smutandamento facile quando si parla di ste cose. Come dici? Eco-gra...eccomi, pronta, smutandata e a gambe larghe, yyyy-ha! (la prossima volta mi porto pure il cappello da rodeo)
E invece no.
Perche' al posto della visita-coccola, parte il teatrino dell'assurdo.
La bionda dallo sguardo glaciale dice che si, deve prelevarmi il sangue.
Ma non sia mai che mi facciano le beta, noooo.
Il prelievo e' per controllare il mio gruppo sanguigno, l'Epatite, la Talassemia e attenzione-attenzione, l'HIV! Ora, voi potrete non sapere che io il grupo sanguigno, l'Epatite e la Talassemia li avevo gia' controllati prima di fare la Fivet. Ma credo che vi ricorderete che l'HIV l'ho fatto, eccome se l'ho fatto, dopo due viaggi in ospedale e incontri ravvicinati con varie lobotomizzate che sostenevano che il mio campione non era mai pervenuto.
E invece niente, gli esami vanno rifatti.
Perche' la midwife non ce la fa ad alzare la cornetta e chiamare il mio medico di base, per avere gli esami.
Allora la bionda mi mette il laccio emostatico.
E in quel momento, le cadono nell'ordine: il batuffolo di cotone, lo scotch per fissarle il cotone, e la provetta
Ora, dall'alto della mia piccola esperienza di adoratrice dell'altare dell'ago, io vorrei sapere perche' le infermiere devono sempre, immancabilmente e inesorabilmente mettere il laccio, stringerlo e poi...guardarsi in giro con aria di chi e' finalmente tornato alla vita da un lungo sonno, e mettersi a cercare il necessario per il prelievo. L'ago? Oh, dove sara' mai l'ago? La siringhe, dove saranno finite queste bislacche malandrine?
E io intanto vedo il mio braccio assumere cangianti colorazioni dal bluastro al porpora fino al viola parata funebre, e la sensibilita' nella mano diventa un lontano ricordo.
Ora io vi chiedo, o lobotomizzate, vi fanno un corso apposta, affinche' voi impariate la sequenza corretta, e poi la mandiate all'aria nel modo piu' creativo possibile?
Fate proprio dei concorsi apposta, su chi trova il modo piu' creativo per far sbarellare pazienti?
Perche' non mi sembra difficile, che una PRIMA si prepari l'ago e la siringa, e anche il batuffolo, lo scotch e la provetta, e POI metta il laccio al paziente. No?
Ma passiamo oltre.
La bionda procede col prelievo. E si accorge che il sangue non arriva. Prova, riprova, mi fa stringere il pungno, ma niente. E allora, non sapendo piu' che fare, sparte con una risata cavallina.
Non so se avete presente, quando una e' in imbarazzo e fa quei grugniti col naso, tipo cavallo? Ecco, LEI.RIDE.COSI'. Mentre io la guardo perplessa, con ancora l'ago in braccio.
Ora, io capisco che magari questo e' il tuo primo giorno di training, magari sei nervosa, magari il giorno in cui vi insegnavano a prelevare il sangue al corso per levatrici tu avevi la febbre a 40. Capisco tutto. Ma non metterti a ridere: chiedi scusa, piuttosto!
Comunque, la mia fiducia ora e' tutta nella Lottatrice di Sumo. Ti prego, lottatrice, almeno tu: non deludermi.
E invece lei che fa, quando le dico che questa gravidanza (uuuh l'ho detto l'ho detto: gra...vi.....dan....za!) e' il frutto di una Fivet?
Llei, tutta sorpresa (perche' ovviamente il medico di base non le aveva fatto avere la mia cartella) apre il faldone preposto. E comincia a mettere varie crocette di qua e di la. E sull'onda dell'automatismo, mi dice: Quindi tu hai fatto la Fivet, ma niente pick up e niente transfer, vero?
Oddio.
Ma questa da dove viene? No, perche' e risaputo che fare la Fivet vuol dire andare a margherite per i campi in fiore, farsi una passeggiata nel bosco, e poi toh! ritrovarsi con un ambrione in pancia, cosi, per pura volonta' dello spirito santo.Che poi, insomma, quanto la mettiamo giu' dura, noi Fivettare, eh. Vero, cara la mia midwife?
Io lo ribadisco, questa e' gente che si fa tre anni di corso. Ma mi viene il sospetto che nella prima lezione ti diano una dispensa di 10 pagine sulla procedura base. E poi, se una paziente devia un attimo, arriva il bello. Chi si sbizzarrisce di piu' in maniere creative per sputtanare la mutua, vince un diploma ad honorem.
Stremata da tanta incompetenza, sono pronta a premere il tasto 'Eject', e a scappare da questa gabbia di matti.
Ma la bionda mi bracca, mi sfodera un bel sorriso pieno di nonchalance che rivela la sua totale ignoranza delle colossali figure nelle quali si sono entrambe appena esibite, mi invita a partecipare ai corsi pre-parto che lei stessa medesima conduce con cadenza settimanale. Sai, vorrai mica restare con delle perplessita', delle domande irrisolte, delle lacune di conoscenza.
Ah si, cara la mia midwife, di te mi fido ciecamente, grazie tante della dritta.
Come farei senza di voi?
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