Marshall Henderson è LA STORIA del college basket, non solo di quest’anno ma probabilmente delle ultime stagioni. La guardia bianca di Ole Miss è il classico giocatore che divide: è un ribelle – non per nulla veste la maglia dei Rebels – e per questo è idolatrato dai suoi tifosi ed è tremendamente odiato dai fan avversari, che lui stuzzica e istiga in continuazione con le sue esultanze provocatorie. Il suo soprannome è Evil Jimmer perchè il suo stile di gioco è molto simile a quello di Jimmer Fredette, la guardia dei King che due anni fa impazzava a BYU, ma la sua immagine è totalmente opposta all’ex Cougars, un ragazzo dalla personalità controversa con una storia cestistica e umana incredibile, che viaggia sul sottile equilibrio tra esaltazione e autodistruzione.
Marshall Henderson è tornato e dopo alcune prove comunque buone è esploso con il suo career high da 39 punti (con 10 su 23 dall’arco) nella gara purtroppo persa in casa da Ole Miss 115-105 in overtime contro i Ducks di Oregon, squadra del ranking. Henderson, che lo scorso anno soltanto una volta non è andato in doppia cifra mentre due volte ha superato i 30, è il faro dei Rebels, l’anima di una squadra che lui stesso, guardia di 185 cm per 80 kg, ha condotto al titolo nel Torneo della SEC con il riconoscimento di MVP.
#NCAA: @OregonMBB batte @OleMissMBB 115-105 in OT. Non bastano i 39 (10 3pt) di Marshall #Henderson (@NativeFlash22) http://t.co/x1lgxo0KYT
— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) 9 Dicembre 2013
Evil Jimmer è al suo ultimo anno di college, ultimo di una carriera scolastica piena di alti e bassi, notevolmente influenzata dalla sua vita turbolenta sempre fuori da ogni regola. Il ragazzo classe 1990 di Hurst, Texas, ha segnato quasi 3mila punti al liceo dove ha giocato per suo papà Willie (“la cosa più faticosa che abbia dovuto fare nella mia vita“, ha dichiarato) e a fine anno ha chiuso a quasi 26 di media. Bradley, Gonzaga, Notre Dame e Stanford lo volevano ma lui scelse Utah: nell’anno da freshman con la maglia degli Utes (14-17 il record) ha segnato quasi 12 punti di media ma a fine stagione decise di andarsene. Si è trasferito a Texas Tech, è stato fermo nella stagione 2010-2011 come da regolamento, ma poi se ne è andato senza mai vestire i colori dei Red Raiders visto il licenziamento di coach Pat Knight (figlio di Bob) che lo aveva reclutato.
Henderson finisce al South Plains Junior College, sempre in Texas, e domina letterlamente: porta i suoi al numero 1 del ranking, ad un record di 36-0, al titolo nazionale e viene nominato giocatore dell’anno. Ovvio che queste prestazioni abbiano attirato le attenzioni di alcuni college di Division One e infatti va a Ole Miss da coach Andy Kennedy. Il suo anno da junior (2012-2013) è impressionante, diventa il go-to-guy dei Rebels che conduce appunto al titolo del torneo della SEC e fino al terzo turno del Torneo NCAA.
Ma è la sua vita fuori dal campo che è un romanzo. Non sopporta il padre allenatore, odia la polizia e si trasferisce a vivere dai nonni. Ma soprattutto ha una certa affinità con la ‘maria’: ai tempi del liceo viene arrestato per aver comprato erba con denaro contraffatto, evita il carcere ma non la libertà vigilata. Sfiga: si fa beccare positivo ad un test antidroga per marijuana, cocaina e pure alcol. Questa volta è costretto a un mese di prigione in Texas nella primavera 2012. Sembrava essersi ripulito e infatti aveva brillato nel primo anno a Ole Miss (tralasciando il suo atteggiamento verso i tifosi avversari e poi anche le scuse verso i propri per i suoi comportamenti) ma la scorsa estate è stato trovato alla guida dell’auto con l’assicurazione scaduta e nel cruscotto la polizia ha rinvenuto marijuana e cocaina (non sufficiente per perseguirlo comunque). Evil Jimmer è stato sospeso dall’università e da poco è tornato in campo per i suoi Rebels.
Henderson si dice ora deciso a chiudere con la droga e il passato, è l’unico senior a disposizione di coach Kennedy e vuole essere un esempio per il gruppo. Non si parla di lui in chiave Draft o NBA ma ha tutte le caratteristiche, di tiratore e attaccante, per essere un discreto role player, un dinamitardo che esce dalla panchina e colpisce dall’arco. In Europa potrebbe fare ancor di più la differenza, testa permettendo. Prima dell’NBA Evil Jimmer pensa a questa stagione NCAA e dice: “Voglio scendere i campo e mettere a tacere tutti, è ciò che preferisco“. Non cambierà mai.