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Il Romanticismo nella letteratura

Creato il 19 agosto 2012 da Lory663

Il Romanticismo nella letteratura

Il motivo principale che anima la nostra Letteratura romantica è l'ardore patriottico, tant'è vero che "romantico" diventa sinonimo di "patriota", di "liberale". Gli esponenti più rappresentativi del Romanticismo italiano sono Giacomo Leopardi (1798- 1837) e Alessandro Manzoni (1785-1873)
Nell'opera poetica del Leopardi emerge la sua pessimistica concezione della vita, dominata dal dolore e dall'infelicità. La Natura rende infelici non solo gli uomini ma tutti gli esseri del creato. In una simile condizione di spirito, la vita appare a Leopardi come sofferenza, dolore: la gioia è solo momentanea, è cessazione del dolore e al di là del dolore c'è la "noia" che spegne nel cuore il desiderio di vivere.
Ma a salvare il poeta da tale abisso contribuisce senza dubbio la sua fervida attività intellettuale e specialmente il conforto e la liberazione della sua poesia. Per Leopardi la poesia deve essere soprattutto musica e perciò svincolata dalla rima (metro libero); il poeta ottiene effetti suggestivi con la sola collocazione delle parole e con la distribuzione degli accenti.
Alessandro Manzoni è il rappresentante più significativo del movimento romantico italiano. Centro del mondo manzoniano, così come appare nei componimenti in versi e in modo ancora più evidente nel romanzo I promesis sposi, è la Divina Provvidenza: Dio è colui che guida la storia degli uomini secondo una logica che sfugge alla comprensione umana, per cui anche i dolori, le sofferenze hanno un loro senso, una ragione. Ne deriva che la virtù cristiana per eccellenza è la rassegnazione, cioè la completa fiducia nella Provvidenza: solo in essa, infatti, l'uomo può trovare serenità e pace. Manzoni sostenne la necessità di un'arte utile alla società, che si ispira al vero, cioè alla realtà storica, e ricca di valori morali. Di qui l'esigenza di ricorrere a una lingua più vicino possibile all'uso parlato, semplice e comprensibile a tutti.
Da quel momento il romanzo storico dilaga in Italia. I nostri autori scelgono gli argomenti e i personaggi più adatti a eccitare gli animi al riscatto dalla dominazione straniera. L'aria dell'opera d'arte si respira anche nelle Confessioni di un italiano, il romanzo storico autobiografico di Ippolito Nievo, volontario garibaldino, morto tragicamente a soli trent'anni nel naufragio della nave che lo riportava dalla Sicilia. Sempre autobiografio è il romanzo La confessione di un figlio del secolo di Alfredo De Musset (1810-1857).
Il "santone" del romanticismo francese, è Victor Ugo (1802-1885), alla cui produzione letteraria appartengono i romanzi: Nostra Signora di Parigi; I Miserabili; L'uomo che ride. La Zingara Esmeralda è la protagonista di "Nostra Signora di Parigi", romanzo ricco di colpi di scena, popolato di una folla pittoresca di mendicanti e di ladri.
Chi volesse ritrovare tutti insieme gli ingredienti più usati dagli scrittori romantici legga Ivanhoe, dello scozzese Walter Scott (1771-1832), vero iniziatore del romanzo storico. In Ivanhoe c'è tutto: gli antichi castelli inglesi, la fanciulla innocente accusata di stregoneria, ma salvata in tempo dal cavaliere dei suoi sogni, che però ama un'altra; c'è il torneo, durante il quale Ivanhoe (in incognito) sconfigge tutti gli avversari; c'è anche il trionfo finale dell'amore e della giustizia.
Tutto all'opposto è il mondo tenebroso dell'americano Edgar Allan Poe, detto "il genio dell'ultimo Romanticismo". Con i suoi allucinanti Racconti straordinari, il Poe trasmette a chi legge la paura da cui egli stesso fu sempre ossessionato. La poesia romantica tedesca può vantare il nome di Novalis, pseudonimo di Friedrich von Hardenberg ( 1772-1821), il dolcissimo poeta degli Inni alla morte, scritti nel ricordo della fidanzata che adorava, morta di tubercolosi a quindici anni.
Sempre tedesco è un altro grande poeta Enrico Heine (1797-1856). Ferito dall'amore non ricambiato per una cugina, si dà alla poesia cercandovi conforto. Accanto alla vena sentimentale v'è in lui quella satirica: canta i cavalieri, i castelli e le streghe, ma è capace anche di riderne. I suoi Lieder, cioè "canti", ci seducono ancora.


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