Le relazioni che intrattengono tra loro i personaggi sono essenziali per caratterizzarli e renderli quindi vivi, plastici, non semplici personaggi di carta, basati sulle descrizioni di parole. I personaggi vivono la loro vita, esprimono il loro carattere anche interagendo con gli altri. I personaggi, infatti, non solo agiscono da soli, pensano e parlano da soli ma, come accade nella vita reale, agiscono in funzione di fini che condividono con altre persone. L’importanza di questo intreccio è tanto più evidente in un romanzo giallo in cui i tasselli del mistero si devono ricostituire attorno ad indizi lasciati dalle persone coinvolte nel delitto. Ma se è vero che in tal caso il mistero da risolvere balza in primo piano, la personalità dell’investigatore deve essere coinvolgente, ben delineata, per non lasciare che il caso delle situazioni prenda il sopravvento. Esaminiamo la relazione tra i personaggi del romanzo Chi ha ucciso Palomino Molero? Di Mario Vargas Llosa. Il tenente Silva indaga sulla morte di un giovane aviere, il cui cadavere riporta i segni di atroci torture, un caso come tanti nel clima di incertezza politica e sociale degli anni Cinquanta in Perù, un caso che per molti andrebbe archiviato senza perdere tempo a cercare di risolverlo. Cosi non la pensano il tenente Silva e io suo aiutante Lituma che con accanimento riescono a ricostruire i brandelli del mistero anche con conseguenze negative per la loro carriera. La figura del tenente Silva si caratterizza subito come quella di un uomo onesto, intelligente, astuto, amante della giustizia, coraggioso e leale. Il suo aiutante Lituma ne caratterizza i tratti del carattere.
Il narratore in terza persona usa lo sguardo del personaggio Liituma a tratti per caratterizzare il tenente Silva
Perché donna Adriana faceva arrapare tanto il tenente Silva? Lituma non lo capiva. Il tenente era più bianco che meticcio, giovane e di bell’aspetto, con un paio di baffetti biondi e occhiali da sole che si toglieva di rado; qualsiasi ragazza di Talara gli sarebbe cascata ai piedi. Ma a lui interessava solo donna Adriana. L’avevo confessato a Lituma: “Questa cicciona mi fa perdere le bave, cazzo”. Chi lo capiva? Poteva avere l’età di sua madre, aveva fili bianchi tra i capelli lisci e, inoltre, era una cicciona tutta rotonda, che chiamavano ‘donne cannone’”.Lituma si girò a guardarlo. Indovinò che, dietro gli occhiali scuri, le pupille dell’ufficiale, come la sua faccia e la sua voce, stavano sprizzando allegria.
Perché il narratore in terza persona si deve avvalere sistematicamente del punto di vista di un altro personaggio a lui vicino per caratterizzare il protagonista?
La scelta di ampliare il raggio del punto di vista gli permette di accorciare la distanza emotiva tra la storia narrata e il lettore. Quando Lituma osserva il tenente Silva invita il lettore a fare altrettanto e lo coinvolge direttamente.
Il tenente Silva quindi si caratterizza sia direttamente attraverso il suo agire sia attraverso il punto di vista dell’aiutante Lituma.
La presenza di Adriana, la donna maritata desiderata dal tenente, ha la duplice funzione di movimentare la storia e di evidenziare il lato oscuro e fragile del protagonista. Un vero protagonista, infatti, quello capace di coinvolgere il lettore, è colui che è animato da forti desideri ed ha un carattere complesso, che tocca diverse corde dell’animo umano.
Così il coraggioso tenente Silva appare in tutta la sua fragilità nel le rivelazioni di un incontro che donna che Adriana fa a Lituma dopo che il tenente Silva ormai esasperato dal desiderio di possedere la donna a tutti i costi fa incursione in una notte a casa sua.
Certo che non sei venuto per questo, figlio di buona donna. Tu sei venuto qui per farmi paura con la tua pistola e per violentarmi, per sentirti un vero maschio. Violentami , allora, Superman.