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Tanti personaggi che hanno a che fare con piccoli e grandi problemi con sullo sfondo un ambiente scolastico in cui non tutto è solo rosso o blu, come la matita che hanno gli insegnanti per segnare gli errori, unico strumento di potere, ma pieno delle sfumature che la vita propone.
A me piace il cinema di Piccioni, sempre in costante e precario equilibrio tra il suo essere di buon gusto e popolare ( nel senso buono del termine). Pellicole come Luce dei miei occhi, Giulia non esce la sera o Fuori dal mondo sono esempi di cinema italiano ben fatto, non ruffiano e potenzialmente anche vicino ai giusti del pubblico.
Tutti film sostenuti da un'idea forte alla base e poi sviluppata da Piccioni con sensibilità e talento registico.
Idea forte che sembra mancare a questo Il rosso e il blu che invece appare un collage di vari bozzetti assemblati per dare un quadro in divenire della situazione scolastica italiana partendo da un liceo romano inteso come paradigma del desolato panorama in cui cerca di formare i giovani andando avanti solo grazie all'iniziativa privata di insegnanti volenterosi e alle sempre più pressanti richieste di tributi volontari che fanno i dirigenti scolastici ai genitori degli alunni.
Nelle mani di un regista meno capace e meno fine , questo film sarebbe diventato una dramedy volgarotta e rumorosa e invece , come sempore, Piccioni predilige usare sempre il fioretto al posto della sciabola, alternando con una buona scelta dei tempi, le varie storie trattate.
Volgarità al minimo sindacale , giusto per colorare di realismo il lessico dei più giovani e una sorta di confronto generazionale non tra professori e alunni ma tra docenti stessi che apparentemente sono lontanissimi tra loro.
Non è un caso che i momenti più riusciti del film siano quelli dei duetti tra il vecchio professor Fiorito e il giovane professor Prezioso , in cui il grande Herlitzka, con la sua impostazione teatrale sembra davvero guardare dall'alto in basso il suo giovane collega dando lezioni di recitazione a Scamarcio che oltre al bel musetto dimostra di avere poco altro.
Ho avuto la netta impressione che le loro scene insieme andassero oltre il copione e che Herlitzka abbia volutamente acceso le luci dell'autobus e portato a scuola Scamarcetto, dall'alto della sua tecnica e impostazione teatrale.
E poi in quell'ultima lezione prima delle vacanze, declamata e vissuta intensamente al contrario di un anno scolastico improntato al menefreghismo totale, mi ha ricordato tanto la figura di un mio vecchio professore universitario , di microbiologia e malattie infettive, uomo di cultura pressochè infinita nella sua materia, capace di parlare quattro ore e mezza di seguito a braccio su una malattia ( la rabbia) e che le lezioni sembrava che le recitasse come a teatro per mimica e linguaggio del corpo. Una cosa che mi affascinava talmente tanto che non potevo mettermi nei banchi molto avanti altrimenti mi sarei distratto a guardarlo, totalmente rapito e affascinato, invece di prendere preziosi appunti.
Del resto ho sempre pensato che l'insegnante è un po' come un attore , solo che il suo palcoscenico è l'aula in cui insegna.
Il rosso e il blu pur non avendo un'idea forte alla base come già detto, è comunque un film che scorre velocemente per i suoi 90 minuti o poco più di durata.
Non un capolavoro ma sempre diverse spanne sopra il livello attuale di certo cinema italico.
Una volta avevamo il miglior cinema del mondo e ora ....
( VOTO : 6,5 / 10 )
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