Renzi di amicizie che contano ne ha parecchie, anche negli ambienti finanziari dell’asse Milano-Torino, come il vicepresidente del Maggio musicale, l’ex numero 1 di Fiat, Paolo Fresco. Spesso fedelissimi renziani si riuniscono per cena al Four Season di Firenze, definito “il più bell’albergo del mondo di quella catena”, con un fatturato 2011 di 31 milioni e un guadagno di 7, proprietà dei fratelli Corrado e Marcello Fratini, anche loro affascinati dal “blairismo” del lampredotto. I patron del 5 stelle al Palazzo della Gherardesca di Borgo Pinti furono anche tra i sedici “coraggiosi” che diedero vita su richiesta di Berlusconi alla Cai, la cordata per salvare Alitalia. La domanda “chi pensa a Firenze?” si lega a un’altra domanda: “Renzi sarebbe l’uomo giusto per guidare il governo di un Paese in crisi nera con tanto di austerity montiana in corso?”.
La risposta a entrambi i quesiti si ricava dai conti del Comune: dal 2009 a oggi, i debiti sono aumentati del 20 per cento, 533 milioni nel consuntivo 2011. Sforato il patto di stabilità (che Renzi ama definire “patto di stupidità”), con 52 delibere approvate senza il parere di regolarità contabile; tanto da valere le dimissioni dell’assessore al Bilancio, Claudio Fantoni (“insanabili divergenze sulla gestione economico finanziaria”), il quale cominciava a sentire come una faccenda troppo personale il debito di circa 1.300 euro sulla testa di ciascun fiorentino. La consigliera comunale Cecilia Pezza, bersaniana, accusa Renzi di aver reso il suo ufficio grande quanto un dipartimento ministeriale, un centinaio di assunzioni: alla scadenza del suo mandato, 2014, significherà 25 milioni di euro in più dalle casse pubbliche, secondo i sindacati. C’è poi il precedente alla Provincia: condanna in primo grado dalla Corte dei conti per 50mila euro di danno erariale. E un’indagine in corso per “contratti, convenzioni, affidamenti al lordo, il cui importo triplica quello dei contratti di servizio di base”, come scritto in una relazione del Tesoro in merito ai 9.213.644 euro spesi per Florence Multimedia, la macchina della guerra di propaganda costruita da Renzi nel 2005.
Il Fatto Quotidiano, 15 ottobre 2012
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