Il ruolo delle agenzie di rating nell'instabilità finanziaria

Creato il 20 giugno 2011 da Paopasc @questdecisione
Jean Quatremer su Libération (traduzione su Presseurop) fa un'osservazione interessante, riguardo le famose agenzie internazionali di rating, come Standard & Poors e Moody's. Nota che, a chi obietta che mirano alla bancarotta greca di fronte al tentativo fatto per salvarla, infatti rispondono
 che fanno il lavoro per le quali sono pagate e che il mercato non ha bisogno di loro per farsi un'opinione.
Però questa loro presunta innocenza sembrerebbe non esserci, a quanto riportano due studi di FMI e BCE
 due studi provano la loro responsabilità diretta nell'attuale instabilità finanziaria. Le ricerche provengono dal Fondo monetario internazionale (Fmi) – studio fatto in febbraio – e da un'analisi della Banca centrale europea (Bce) pubblicata solo pochi giorni fa.
Non sono senza effetto i famosi ratings, perchè
i declassamenti, che ratificano tanto i timori dei mercati quanto quelli che provocano, hanno un effetto diretto sugli investitori, che chiedono automaticamente dei tassi di interesse più alti per garantirsi dal rischio supplementare. Soprattutto in un mercato del debito molto integrato come quello dell'euro, questi declassamenti hanno un effetto destabilizzante sull'insieme degli altri paesi, compreso su quelli con i rating migliori. In particolare perché le loro istituzioni finanziarie possiedono titoli del debito di tutti i paesi dell'euro e di conseguenza un declassamento ha automaticamente ripercussioni anche sulla loro solvibilità.
Già a suo tempo anche Tremonti aveva riconosciuto, da Santoro ad Annozero, il ruolo della finanza nella genesi della crisi economica mondiale. Non so se queste argomentazioni risultano blasfeme ai fautori del libero mercato, sta di fatto che condivido quest'analisi: le agenzie di ratings influiscono sull'instabilità finanziaria più che sulla stabilità. Un'altra osservazione fatta alle agenzie riguarda la loro incapacità di prevedere l'andamento economico e questa loro incapacità cercano poi di mascherarla agendo in maniera fin troppo severa e declassando a tutto spiano
Tuttavia le agenzie di rating sono state incapaci non solo di vedere l'avvicinarsi della crisi americana dei subprimes nel 2007, tutti prodotti dotati di una tripla A fino al giorno del loro crollo, ma anche di prevedere la crisi del debito sovrano della zona euro, come sottolinea l'Fmi. Un errore che cercano di far dimenticare con i loro continui declassamenti.
C'è qualche spiegazione a questi fatti? Quatremer ne individua uno, assimilando il comportamento delle agenzie a quello delle anatre selvatiche
 Da un punto di vista storico, i dati devono far riflettere: per dieci anni le agenzie, in particolare i tre giganti del settore, Moody's, Standard & Poor's e Fitch, hanno sistematicamente ignorato i problemi strutturali delle economie periferiche. Solo a partire dal dicembre 2009, cioè dopo che il governo greco ha riconosciuto di aver mentito sulla portata del suo debito pubblico, è cominciato il ciclo di declassamenti. All'epoca la Grecia aveva un rating A, cioè il quinto miglior valore su una scala che ne conta una ventina. Diciotto mesi dopo, il 9 maggio, Standard & Poor's ha declassato il rating greco, seguita il 31 maggio da Fitch e il 2 giugno da Moody's. La discesa all'inferno dell'Irlanda e del Portogallo è stata identica, anche se il loro debito si colloca subito sopra il livello speculativo.
Come le anatre selvatiche, le agenzie volano in gruppo: ogni volta declassano un paese a pochi giorni l'una dall'altra e fanno le stesse analisi. Spesso queste agenzie seguono le paure del mercato, ma talvolta le anticipano, creando delle previsioni che si autoavverano. Infatti il declassamento obbliga gli investitori a vendere per prudenza, cosa che fa scendere il valore delle obbligazioni e conferma i timori del mercato in un crollo del debito.
E' una prova che la presunta mano invisibile del mercato non è nè invisibile nè (sempre) benefica? Forse una piccola lezione da trarre da questi eventi è che nè tutto pubblicotutto privato è mai tutta la soluzione.

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