Ci vuole quel "certo non so che", quel friccico, quel gusto un po' particolare a rendere gradevole la vita, vivo un rapporto, frizzantina una giornata uggiosa di pioggia novembrina.
Ci vuole qualcosa che insaporisca, ma al tempo stesso conservi.
Perché il troppo sapore può anche virare verso il disgusto (come sempre se un qualsiasi ingrediente è eccessivo, in cucina come nella vita).
Ma di conservare, preservare, per usare e riusare, durare nel tempo, c'è n'è bisogno. E tanto.
Per non buttare ciò che costa caro fare e costruire.
Per non soffrire di fame in tempo di carestia: alimentare ed affettiva.
E se trovarlo non è facile di può sempre ricorrere ad una "droga" a buon mercato, di quelle di una volta, quelle che davano il nome al luogo in cui si vendevano: drogheria, appunto.
Magari girando il mondo.
sale rosso delle Hawaii - e vedi un po'! sarà fatto di coralli frantumati?
sale blu di Persia - ci regalerà le Mille e Una Notte?
sale affumicato - per un sapore diverso, che sa d'inverno?
sale grigio bretone- chi l'ha detto che il grigio è noioso? la Francia non è MAI noiosa
sale nero di Cipro - l'isola di Venere (e, come dice il Cantico dei Cantici, nero è bello)
sale rosa dell'Himalaya - solo un po' di amore e romanticismo fa scalare le alte vetta