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Il Salone Internazionale del libro 2015 è responsabile dell'insorgenza delle vene varicose

Creato il 20 maggio 2015 da Nereia @LibrAngoloAcuto
Avrei dovuto scrivere questo post ieri, ma ero ancora emozionata dal fatto di poter stare seduta per più di una decina di minuti senza venire cacciata, beccarmi un'insolazione o sentirmi dire che quel posto è riservato all'area professionale.Ebbene sì, al Salone del libro di Torino, se sei un comune mortale non puoi sederti. Mai. A parte quando partecipi a degli incontri che, però, non durano mai tanto e partoriscono delle file chilometriche che oh, ma io mica lo sapevo che tutta questa gente legge – o finge di leggere – in Italia.Lo dico subito, io non ho partecipato a nessun incontro. La faccio breve e anche piuttosto semplice: a me, di sentì Carofiglio, non me ne può fregare di meno. Italiani ne leggo pochi e quelli che leggo – o che voglio leggere – li ho già sentiti in abbondanza in altri lidi (Dara, Zardi, Morici, Cenciarelli, Carlotto) più raccolti e molto meno affollati per cui, come dire, gli incontri al Salone ma anche no.Ci avevo provato, testimoni La Leggivendola e Letture Sconclusionate, a prendere parte a un incontro che, tra le altre cose, sembrava anche un sacco interessante. Per poi, purtroppo, rivelarsi una roba che in poche parole pubblicizzava un prodotto utile alle case editrici. Insomma, io c'ho provato. Però, come dire, almeno mi sono seduta. Quindi, se non si va a sentire alcun incontro, cosa cavolo si fa al Salone? Si vaga. Senza meta o con la meta non ha importanza perché, dopo mezza giornata in piedi con il livello dei liquidi in corpo pericolosamente vicino allo zero – il tutto per non fare la fila al bagno e venire aggrediti dal cane randagio, sotto forma di donna delle pulizie, che si trovava all'ingresso del bagno – anche se si ha una meta si dimentica facilmente.E quindi ho vagato, vagato e ancora vagato, senza quasi mai sedermi – questo comporterà l'insorgenza precoce delle vene varicose, ve lo dico io – e ho comprato, comprato, comprato. Persino cose che non volevo comprare, ho parlato anche con editori con i quali non avrei mai pensato di parlare e ho consumato focacce di polistirolo che mai avrei immaginato di poter ingurgitare. Il Salone del libro è così, ti risucchia e ti trasporta in una dimensione parallela, dove donne con i tacchi a spillo leggono, gente vestita da Guerre Stellari cammina indisturbata per i corridoi, lo stand della Massoneria campeggia tra quelli degli editori e nessuno si stupisce.Ma non è mica tutto strano, al Salone. I blogger che ho rivisto e che ho conosciuto, ad esempio, non lo sono poi così tanto. Ho avuto il piacere di incontrare e parlare per più di un paio di minuti con Peek a book – che ha chiaramente fatto un patto con il diavolo per il quale dimostra sempre 27 anni, perché sono certa che ha DA SEMPRE 27 anni –, ho rivisto la mia amata La Leggivendola – che in verità è appena uscita da un manga e non lo sa –, ho incrociato di sfuggita Maria di Scratchbook e Last Century Girl. E poi, cosa più importante di tutte, ho finalmente incontrato il blogger di cui sono segretamente innamorata da tipo sempre – ok, non è più un segreto, ma è il mio blogger preferito, cosa posso farci? – e cioè Holden & Company.Ed è stato strano, perché adesso che posso dare un tono di voce a ciò che dice e posso immaginarmi l'espressione facciale sarà uno spasso leggere i suoi post del venerdì, più di quanto lo era prima. Non so lui quanto sconvolto sia rimasto dalla mia nanica persona ma, considerando che mi ha omaggiata di un bel libro de merda (nello specifico Una meravigliosa bugia di Jamie McGuire), sono certa che non lo è stato poi così tanto. Quindi, ecco, è quasi amore dichiarato xDIl Salone Internazionale del libro 2015 è responsabile dell'insorgenza delle vene varicoseDicevamo, ho comprato. Ho comprato troppa roba, davvero troppa. E dire che mi ero fatta la lista che non avrei dovuto ovviamente allungare, ma vabbè. So come sono fatta, so che non resisto, so che non leggerò mai tutto ciò che ho qui in casa. Ormai, però, il danno è fatto e quindi andiamo con ordine.Ho acquistato Lascia stare il la maggiore che lo ha già usato Beethoven di Alessandro Sesto e Tiroide di Marco Parlato editi da Gorilla Sapiens. Alla presentazione di Lascia stare il la maggiore che lo ha già usato Beethoven ho anche partecipato in occasione dell'incontro del Salone Off, presso la libreria Trebisonda. Io gli autori Gorilla li conosco già, quindi so che non sono poi tanto normali, e mi diverto veramente molto insieme a loro. Consiglio caldamente.
Pooooi ho comprato Raffles di E.W. Hornung edito da CasaSirio, casa editrice che non conoscevo e che mi è stata presentata da La Leggivendola (insomma, è colpa sua se mi sono lasciata tentare dalla simpatia del ragazzo allo stand e dalla bellezza della copertina – Dio, ha una carta che, che, che, che... È stupenda al tatto e alla vista).
Allo stand Giuntina, invece, dove i ragazzi sono stati di una gentilezza e una disponibilità senza eguali (quella povera ragazza mi ha raccontato TUTTO il loro catalogo sempre con il sorriso sulle labbra prima che io mi decidessi a prendere qualcosa) ho acquistato Traducendo Hannah di Ronaldo Worbel. Possiedo già I Middlestein, acquistato qualche mese fa, che non ho ancora letto (come te sbagli) e che mi sembra il caso di leggere prima di diventare vecchia perché, secondo me, il catalogo di Giuntina spacca i culi ai passeri – perdonate il francesismo.Poi ho preso Fuga dal campo 14 di Blaine Harden che corteggiavo più o meno da dicembre, quando ho acquistato Arcadia di Lauren Groff, anche questo in attesa di essere letto (sì, lo so, a tempi di lettura faccio schifo, un bradipo in salita è più veloce di me). Allo stand di Multiplayer.it, casa editrice dedicata ai nerd o agli aspiranti tali – come me –, ho preso You di Austin Grossman. In verità c'era il 3x2 ma io volevo disperatamente You e Roma città morta di Luca Marengo e Giacomo Bevilaqua (che però è in arrivo da altri lidi) e quindi niente, non ho usufruito dell'offerta, sarà per il prossimo anno. E poi nella foto potete ben vedere i libbbbroni Gli innamorati di Sylvia di Elizabeth Gaskell e Shantaram di Gregory David Roberts, comprati entrambi in un impeto di gioia e ottimismo, convinta che potrò leggerli ad Agosto, quando a Roma sarò da sola e in astinenza da serie tv. Non sono molti acquisti, a Più libri più liberi ho fatto di peggio, ma è che ho talmente tanti libri non letti in casa e un trasloco da fare che, forse, non era il caso di acquistare come se i libri si estinguessero domani. Ma io so come sono, mettetemi davanti delle scarpe e non avrete alcuna reazione da parte mia, ma sostituite le scarpe con delle olive o dei libri e sbem!, non ci capisco più nulla. Adesso, se tutto va come deve andare, gruppi di lettura, bookclub Neri Pozza e prestiti in biblioteca eslcusi, credo che riuscirò a stare quieta per un bel po', complice anche il trasloco che mi fermerà dal voler comprare altro (i libri, in fondo, da una casa a un'altra devo caricarmeli io, ecco...).L'anno prossimo, però, al Salone voglio fare anche altro, mi piacerebbe organizzare una sorta di tavola rotonda dove parlare di editoria e libri in modo appassionato, come se stessi parlando di politica. Perché l'ho fatto una sera a cena, insieme a Letture Sconclusionate, Librinvaligia e il suo accompagnatore Fabio, ma voglio farlo più spesso. Perché mi piace, perché non mi annoia mai, perché mi fa sentire viva.È ancora presto, ma forse è il caso che cominci a prepararmi mentalmente alla possibilità di morire di sete e stati allucinatori al prossimo Più libri più liberi. Nell'attesa, parlerò di libri ed editoria qui, sul blog, in modo sempre appassionato, ma forse un po' meno caciarone.

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