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Il santo patrono del paese dei rubinetti

Creato il 10 luglio 2010 da Alfa
Il santo patrono del paese dei rubinettiSulla sponda occidentale del Cusio, dove il lago fa una grande curva per allontanarsi dai paesaggi scoscesi dei monti e circondarsi invece di dolci colline boscose; in una grande piana un tempo dedicata al pascolo sorge un paese il cui nome è famoso in tutto il mondo per la sua specialità.
Non sto parlando di dolciumi, o salami, o di qualche varietà d’ortaggio. Sto parlando di uno strumento prezioso, che ciascuno di noi utilizza più volte al giorno: il rubinetto.
San Maurizio d'Opaglio, così si chiama questo comune di poco più di tremila anime (in crescita, ci tengono a precisare i sammauriziesi), ha fatto della produzione di rubinetti e valvole la sua principale attività. A dire il vero non si fanno rubinetti solo in questo paese, ma in qualche modo esso detiene un primato produttivo che lo rende di fatto “la capitale” di un distretto industriale molto vasto e ancora combattivo, nonostante i mille problemi della crisi economica attuale.
Ad ogni modo non sono venuto in questo paese per comprare o vendere rubinetti. Non oggi almeno, perché oggi ho deciso di concedermi una giornata da turista. Tutti noi dovremmo concederci una giornata con occhi diversi ogni tanto e sarebbe cosa saggia farlo nei dintorni del luogo dove viviamo. Perché è incredibile la quantità di cose che non guardiamo e che, se anche le vediamo, non riusciamo a capire quando andiamo di fretta inseguendo le nostre occupazioni quotidiane.
Così, lasciandomi alle spalle capannoni industriali cui nessuno ha insegnato l’arte del mimetismo ed edifici civili in stile anarco geometrista sono salito sul ciglio di una gran forra in cui scorre un torrente dal doppio nome di Scarpia e Lagna, a seconda che lo si osservi a monte o a valle del ponte che lo scavalca. Qui sta il centro antico del paese dove ancora si conservano, come anche in alcune frazioni isolate, le tracce di un antico passato.
Il mio vagabondaggio curioso mi ha portato dapprima al Museo del rubinetto e della sua tecnologia, un museo unico al mondo (come molti dei musei che si trovano da queste parti), in cui è possibile scoprire i mille segreti di uno strumento che tutti noi usiamo ma del quale pochi conoscono il funzionamento.
Dopo questa visita i miei passi mi hanno riportato nella piazza della chiesa e lì mi sono messo a considerare i misteriosi affreschi della parrocchiale, costruita nel 1568 sui resti di una precedente cappella dedicata a San Maurizio.
“Cosa ci fa” mi chiedevo “l’immagine di un soldato romano tra due santi che potrebbero essere San Giulio e San Francesco?”
La dedicazione della chiesa a San Maurizio mi forniva apparentemente la risposta, ma come spesso accade, certe risposte sollevano più interrogativi di quante domande soddisfino.
Facendo appello alla mia memoria mi ricordavo che San Maurizio faceva parte della Legione Tebea, dal nome della città di Tebe, in Egitto.
Ma per quale motivo l’immagine di un sodato egiziano in uniforme romana se ne stava, tra un prete di origine greca e un frate umbro, sopra la porta di una chiesa cattolica in un paese piemontese?
Qualcuno aveva commesso un errore, un anacronismo, come quando nelle barzellette ti mettono i cavernicoli alle prese con i dinosauri che si erano estinti milioni di anni prima?
O erano i luoghi comuni della mia mente di uomo del XX secolo ad essere sbagliati ed ignari della realtà delle cose?
Il mistero, come potrete intuire, rodeva come un tarlo la mia anima costringendomi a ricercare una spiegazione…
(continua)

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