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Il secondo film è sempre il più difficile nella carriera di un regista
Creato il 21 ottobre 2012 da SaramarmiferoDunque, siamo alle prese né più né meno con l'ennesima variazione sul tema di ovidiana memoria del Pigmalione. Il prodigio dell'opera che prende vita e dell'artista che se ne innamora, metafora dell'incapacità umana, e in particolare dell'uomo scrittore, di uscire dal guscio protettivo fatto di belle parole e illusioni romantiche che lo separa dalla realtà. Aggiungiamoci pure la francofilia a palate che ammorba tre quarti della cinematografia indie americana, qui tradotta nella pur ottima colonna sonora di Sylvie Vartan e nell'espediente di Ruby che, responsabili le volontà dattiloscritte del suo creatore/amato, si scopre perfettamente in grado di padroneggiare la lingua di Voltaire. Se non usata con estrema cautela (come recentemente ha invece fatto Wes Anderson nella straordinaria sequenza sulla spiaggia di Moonrise Kingdom), la fascinazione per la cultura francese rischia di trasformarsi in un altezzoso capriccio da intellettualoidi. Lo scheletro drammaturgico avrebbe consentito una miniera di situazioni comicamente surreali, tuttavia la coppia Dayton-Faris non è riuscita a far spiccare il volo ad una commedia che resta rigidamente incasellata in situazioni ripetitive e prevedibili, in un incedere narrativo avaro di ritmo. Perché accontentarsi di tirar fuori una manciata di battute dalla trasformazione in vecchi hippies di Annette Bening e Antonio Banderas, due bravi interpreti della "Hollywood di mezza età", che certo con un altro copione tra le mani avrebbero potuto spingere ben più in là l'audacia del classico 'ti presento i miei', la cui contrapposizione genitori sopra le righe-figlio serio risultava molto più esilarante nel confronto Dustin Hoffman-Barbra Streisand-Ben Stiller del pur meno pretenzioso Meet the Fockers. Soltanto quando le buone maniere vengono smascherate, il racconto acquista lo spessore necessario a rendere credibili i due protagonisti. Un rapporto che si spacciava per amore si rivela per quello che è: il gioco di potere che lega Calvin e la sua bambola dei sogni Ruby, che all'occorrenza può intavolare una conversazione in francese, improvvisare uno striptease o abbaiare su quattro zampe. Ma, sinceramente, è una svolta che arriva dopo qualche sbadiglio di troppo.
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