Il segnalibro di sommobuta (Aprile)

Creato il 23 aprile 2014 da Sommobuta @sommobuta
Salve, miei prodi lettori, e benritrovati su “Il segnalibro di sommobuta”.
Quello di Aprile, ovviamente.
Anche questo mese è stato bello gravido di letture. E posso dirmi pienamente soddisfatto.
Inoltre posso sbilanciarmi a dirvi due cosucce:
1)- restate nei paraggi, perché nel giro di una quindicina di giorni verrà annunciata l’apertura di un sito che farà tremare i polsi a tutto l’internet che scrive e si autoproduce;
2) – voi che siete amanti della lettura, oltre al sito suddetto, avrà un angolo “sommobutico” completamente dedicato.
Ma è ancora presto per parlarne, ci risentiamo a metà mese prossimo.
Per ora…Fiato alle trombe!
Ecco quello che mi sono propinato questo mese!
Romanzo Criminale, di Giancarlo De Cataldo
Ci sono ricascato.
Galeotta fu una clip del sempre immortale capolavoro telefilmico del sòr Sollima. Ho visto una clip, poi ne ho viste due, poi quattro, poi ho rivisto la prima puntata, poi ho fatto il pirata, ho preso il mobi e l’ho piazzato sul Nexsus (non rompetemi le bolle, che il libro cartaceo ce l’ho a casa). È sempre un fottutissimo capolavoro.
Non credo ci sia bisogno di starvi a spiegare la trama, no? Sono sicuro che la conoscete tutti.
Quello di cui non sono sicuro è che l’abbiate letto.
Nel qual caso, muovetevi a recuperarlo.
I manuali di scrittura e #igurudistaceppa fissati con lo sciòdontèll direbbero che il libro fa cagare perché è quasi tutto “tell”.
Sticazzi.
Il romanzo di De Cataldo è splendido.
Nonostante parli di criminali le cui azioni vanno aborrite apriori, il fascino del male regna sovrano, e non si può non tifare per il Libanese, il Freddo e soci.
Lo conosco a memoria, questo libro, eppure, ogni volta, è come se fosse la prima volta. È uno di quei volumi che non mi stancano mai.
Immortale.
Imperial, di Alessandro Girola
È un bel po’ che non parlo di Girola su questi lidi. Non perché non abbia più letto niente di suo, ma perché ormai se devo parlarne preferisco lasciargli una recensione su Amazon, che magari è anche più utile di un articolo dedicato.
Però Imperial merita di essere segnalato, perché tra tutte le cose che ho letto di Alessandro, è il suo libro che mi è piaciuto di più.
La storia è semplice.
Il protagonista, Jacopo, assiste a una scena raccapricciante: dalla portiera di un’Imperial gialla escono fuori dei tentacoli (molto lovecraftiani) che catturano una prostituta, la fanno a pezzi e la portano dentro l’autovettura, “mangiandosela”.
Jacopo è terrorizzato, la macchina “infernale” si accorge di lui…e parte una novella spettacolare, scritta benissimo e dal ritmo serrato.
Penso che il modo di narrare di Alessandro qui abbia trovato la sua migliore espressione e il massimo della fluidità (e credo che l’editing di Germano M. c’entri sicuramente qualcosa).
Imperial è probabilmente il miglior libro autopubblicato letto quest’anno, e non posso fare altro che consigliarvi questo giro (in macchina) ad occhi chiusi.
Prezzo popolarissimo, lo trovate QUI.
Imperdibile.
Chi ha nelle mani ha vinto, di Davide Mana
E siamo alla seconda autoproduzione del mese. Di nuovo, il dottor Mana. Che dopo “La notte dei cacciatori” (di cui ho parlato QUA), torna con questo secondo capitolo de “Gli orrori della Valle Belbo”.
La storia non ve la racconto per non spoilerarvi nulla, ma posso dirvi una cosa: “La notte dei cacciatori” mi era piaciuto per i suoi richiami horror lovecraftiani. Era buono a causa del suo essere “stra-ordinario”.
Chi ha nelle mani ha vinto, invece, è tremendamente “ordinario”. E fa molta, molta più paura rispetto al racconto precedente, perché questo (oltre ad essere di una cattiveria kattivissima – il finale è proprio maligno) è ancorato terribilmente alla realtà. Tutto quello che succede, potrebbe davvero succedere (o potrebbe essere già successo). È tutto dannatamente reale, e quando ci si sofferma a pensarlo, è impossibile fermare (di nuovo) il proverbiale brivido gelido lungo la schiena.
Qui il prezzo è più che iperpopolarissimo.
Sempre su Amazon, QUI.
Nove principi in Ambra, di Roger Zelazny
Uno di quei volumi di cui avevo sempre sentito parlare, ma sul quale, per un motivo o l’altro, non avevo mai avuto l’occasione di buttarci sopra l’occhio.
Risultato?
L’ho letto (anzi, divorato) in due giorni. È un fantasy diversissimo rispetto a quelli “classici” a cui siamo (ormai) abituati. È come se fosse una sorta di The Bourne Identity in chiave fantastica, con il protagonista che si risveglia in ospedale senza memoria, e piano piano deve ricostruire la sua identità e quello che gli è successo.
Anche qui non vi voglio spoilerare nulla, ma posso consigliarvelo per due motivi:
1)- Vale anche solo per la genialità del protagonista;
2)- Il romanzo non è per nulla scontato (anzi, alla fine rimarrete sicuramente esterrefatti dalla piega che prenderanno le vicende). Se mi seguite, mi conoscete: è difficile prendermi di sorpresa, ma se vi dico che questo libro l’ha fatto, ci sarà un perché.
Unica nota “negativa”: per quanto sia autoconclusivo, è il primo di cinque volumi (o meglio, i volumi sono dieci, una prima saga e una seconda, ma nella seconda saga non c’è Corwin come protagonista).
Ho deciso di alternare un volume della saga con un’altra lettura, per essere un po’ più vario.
Il guaio è che leggere Zelazny ha provocato una reazione negativa: sono sprofondato di nuovo nel vortice del fantasy.
Dopo “Nove principi in Ambra” ho letto “Le spade di Lanhkmar” di Leiber, pregevolissimo (ci scriverò un articolo a parte, perché merita). Poi mi sono detto: “Ma sì, proviamo qualche fantasy nuovo!”
E mi sono buttato su “La via dei Re” di Sanderson. 1300 pagine.
Quindi il prossimo segnalibro, giocoforza, sarà solo su questo mattone. Posso dirvi che dopo le prime 250 pagine, ancora non riesco a inquadrare bene quest’autore e dove voglia andare a parare. Il mondo di questo fantasy è interessante, alcune trovate sono molto buone, la gestione della magia ricorda un poco “lo scambio equivalente” di Full Metal Alchemist, lo stile di scrittura è scorrevole…Ma dopo 250 pagine è successo ancora pochissimo.
Vi farò sapere mese prossimo.
E voi? Che avete letto di bello durante questo mese?
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