
Visitare la chiesa di San Fermo a Verona è esperienza a dir poco entusiasmante. Equivale ad attraversare tempo e spazio. E’ incontrare e attraversare stili architettonici che hanno fatto la Storia delll’Arte. La visita, allora, assurge a momento di rara potenza emotiva. In essa secoli di storia e stili architettonici si fondono in un’ unica trama mirabile, che nulla parrebbe avere di umano , se non la tendenza alla Perfezione. Il romanico e il gotico divengono un tuttuno nella Sublime Grazia, sfociando in estasi di forme che altro non posson esser se non il viatico per l’Eterno. Basti osservare la facciata, ultimo atto di una commistione di linee semplici e geniali. Si resta senza parole dinanzi a questo romanico che, sfumando magistralmente nel gotico,dona all’intera struttura un prorompente slancio ieratico fatto di cuspidi e pinnacoli che originano da ogni dove, proiettandosi nell’immensità del cielo.

La chiesa venne eretta in onore dei Santi Fermo e Rustico,martirizzati nel lontano 304 d.c. La prima costruzione,paleocristiana, risalirebbe al V° secolo d.c. La edificarono i monaci benedettini. Gli stessi monaci la riedificarono nel 1065 d.c. in stile romanico , sui resti della precedente struttura. Nacque cosi’ la Chiesa Inferiore cui fece seguito la Chiesa Superiore. Ai monaci benedettini subentrarono,nel 1261 d.c. ,i frati francescani che terminarono l’edificazione e l’opera di quest’ultima. Qui è racchiuso il segreto di questa chiesa. Un segreto tramandato nei secoli.

Un segreto che fece di necessità virtù . L’intelletto e l’acume crearono il capolavoro. Un segreto talmente prezioso da tenere come volutamente celato al mondo ! Acume dettato dalle continue esondazioni del fiume Adige che impose all’intelletto la creazione della Chiesa Superiore di San Fermo Maggiore. Ma un capolavoro bisogna vederlo. Vederlo…Non fosse altro che per poter vivere quelle sensazioni di stupore che lasciano ammutoliti e senza parole . Lo stupore è dato non soltanto dal fatto si tratti di un connubio superbo di stili già evidente nella facciata , dove elementi quali il falso pròtiro a fascio di archetti a tutto sesto, di cui il solo elemento scolpito risulta essere rappresentato dalla ghiera . Questo non solo ingentilisce la struttura ma ne esalta il bel portale del Minguzzi, in esso racchiuso .Un portale bronzeo,costituito da ventiquattro formelle che narrano sia il martirio dei Santi, sia del ritrovamento delle reliquie. A sinistra del portale è posto il monumento funebre dedicato ad Aventino Fracastoro , che fu gran medico alla corte di quel Can Grande della Scala di cui Dante ebbe a dire nella Divina Commedia:
“Lo primo tuo refugio,il primo ostellosarà la cortesia del gran Lombardoche `n su la scala porta il santo uccello “.

Nella parte superiore della facciata, corsi di tufo e cotto alternati creano un bel gioco cromatico. Sopra il portale son poste quattro fineste oblunghe e slanciate, dall'aspetto maestoso. Queste garantiscono fasci di luce che impreziosiscono ancor piu’ l’interno della Chiesa Superiore, esaltando le opere in essa contenute. Su di esse è ubicata una trifora ,circondata,come le vetrate, da archetti a tutto sesto, snelli e tanto aggràziati da donare ulteriore dinamismo plastico all’edificio intero. Ai lati son posti due piccoli rosoncini a completamento del disegno archittettonico. La parte apicale della facciata è caratterizzata da un pregevole cornicione abilmente lavorato a balze, che trovano il proprio culmine in una trama raffinatissima di marmo bianco che pare pendere come drappo festoso di pizzo leggerissimo. Il portale laterale è pregevole. Risulta essere una sorta di bifora. In mezzo è posta una colonna sul cui capitello osserviamo la statua di Sant’ Antonio da Padova . L’entrata laterale presenta un pròtiro dal soffitto a crociera e caratterizzato da una piccola scalinata che introduce ad un fascione d’archi a sesto acuto dai marmi policromati che lo rendono prezioso e affascinante. Anch’esso è retrovolto come volesse invitare i fedeli alla preghiera, quasi fosse invito alla “retta via”. Belle anche le due colonne portanti del pròtiro,i cui capitelli meritano tutta l’attenzione del visitatore.


Il soffitto , ligneo,è a carena di nave rovesciata e dipinto a mano . Sotto la parte apicale del soffitto,che è concava,troviamo una serie di archi piccoli ed aggraziati. Osservate bene e potrete apprezzare la pregevole sequela di Santi raffigurati. Proprio nella lunetta del portale principale è raffigurata la Crocifissione,opera caratterizzata da una forte drammaticità, dipinta da Turone di Maxio nel trecento. Oltre al Martirio dei Francescani,da non perdere è la Cappella Nichesola, risalente al XVI° secolo d.c. con il dipinto di Sante Creara raffigurante la Vergine Maria con il Bambino insieme ai Santi Gregorio e Brandano. Il pulpito, pregevolissimo, è preziosa opera di Antonio da Mestre.E’ caratterizzato da marmi bianchi e rossi che creano dinamismo e gli donano slancio . La parte apicale è lignea. La scultura risalirebbe al 1396 d.c. Come degna cornice al pulpito son posti gli affreschi raffiguranti scene tratte dall’Antico Testamento e i Dottori della Chiesa .I dipinti sarebbero opera di Martino da Verona, anch’ essi risalenti al 1396 d.c. Da non perdersi la Cappella Brenzoni con dipinti degni di nota: l’albero di San Francesco , l’Annunciazione e il Cristo benedicente.




Fabio Viganò