Lunedì 19 gennaio, Tayyp Recep Erdoğan ha presieduto il suo primo Consiglio dei ministri: tutto previsto dall' articolo n° 104 della costituzione del 1982, che consente per l'appunto al presidente della Repubblica di convocarne e presiederne quando lo reputa opportuno. Quello di ieri si è protratto per più di 8 ore, alla presenza del primo ministro Ahmet Davutoğlu; come ha riferito il vice premier Bülent Arınç nella successiva conferenza stampa, si è parlato di sicurezza interna e terrorismo internazionale, del processo di pacificazione col Pkk, di politica estera, di economia.
In effetti, la procedura è stata già attivata già in passato: ma solo in caso di emergenze nazionali e in modo del tutto occasionale. Erdoğan invece, legittimato dall' elezione a suffragio universale dello scorso agosto (la prima, nella storia della Turchia), intende esercitare questa sua prerogativa - e non ne ha fatto mistero in campagna elettorale! - con cadenza regolare e in virtù di un'interpretazione piuttosto elastica del dettato costituzionale. Infatti, ha già creato all'interno dell'ufficio di presidenza dei dipartimenti col compito specifico di seguire le attività ministeriali e di creare "armonia" tra presidente e primo ministro, che comunque s'incontrano settimanalmente per scambi informali di informazioni e opinioni. Una sorta di semi-presidenzialismo di fatto, insomma.
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