Ogni volta che a casa mia, al pomeriggio di domenica, guardano Massimo Giletti su Rai 1, state pur certi che, nella rappresentazione che il conduttore piemontese fa dell’Italia, una rappresentazione fortemente manichea, non manca la descrizione di un Sud illegale, sporco e cattivo e di un nord sempre virtuoso, da anteporre al primo come termine comparativo (e morale) di maggioranza. A volte casi che, pompati di un inutile sensazionalismo, si rivelano alla fine meno peggio di quanto rappresentati per fare audience. Fateci caso, nonostante i casi di cronaca citati anche su queste pagine, per la redazione de l’Arena tutti i falsi invalidi, gli evasori e gli abusivi, sono meridionali. (Lombroso docet, si va sul sicuro).
Si, sarò volutamente provocatorio.
Oggi in trasmissione, la presenza del sindaco d Castelvetrano, in provincia di Trapani, in cui, secondo un vecchio articolo del Corriere della Sera, vi sarebbero migliaia di abitazioni abusive.
Abitazioni costruite, nella quasi totalità dei casi, secondo le dichiarazioni del sindaco, sul finire degli anni 60, Abitazioni dotate di luce elettrica e telefono fisso.
Metto in evidenza gli ultimi due elementi citati, non oziosamente, ma per sottolinaere una questione di fondo, taciuta ,che contribuisce ad alimentare giudizi di valore negativi solo per talune parti del paese.
Ferma restando la condanna di comportamenti illegali ed illeciti, senza alcuna attenuante, una domanda sorge spontanea: perchè, lì come altrove, l’Enel e l’allora SIP (società idroelettrica piemontese, successivamente denominata Telecom) società nelle quali la partecipazioni del Ministero del Tesoro (e quindi di proprietà dello stesso Stato che ritiene quelle abitazioni abusive) era dominante, hanno concesso proprio a queste abitazioni, l’energia elettrica e la rete telefonica? Non avrebbero dovuto segnalarne la presenza all’autorità giudiziaria ed agire di conseguenza, anzichè intascare i soldi delle “bollette”?
Pecunia, non olet, si sa, il denaro non puzza e non è abusivo.
Tra l’altro peccato che queste società, oggi come allora, non abbiano mai avuto le loro sedi legali nè in Sicilia nè al Sud e, quindi, a qualche altra latitudine si siano goduti, e si godono, i frutti del pagamento delle tasse che restano sul territorio. Aumentando il Pil di quella parte di paese che si erge a censore morale di un sud, brutto sporco e cattivo.
A cui Giletti, per fortuna sua, non appartiene.