Ron Ashkenas, su uno dei blog del Network HBR, dice che, quando è Grande, un'Azienda, fa affidamento sul più ampio numero possibile di Persone per fare innovazione. Viene cioè creata una cultura in cui Ognuno (scusatemi ma la parola dipendente mi fa venire l'orticaria!) è incoraggiato ad innovare (in processi, prodotti o servizi). Il ritorno su questo investimento è in termini di nuove Persone soddisfatte con migliori prodotti (i clienti; brutto termine anche questo!), di incremento dei margini e anche di più forti relazioni con altre Aziende.
Le Aziende migliori, quindi, sono quelle in cui si investono denari per rendere - senza limiti - ciascuno responsabile dell'innovazione.
Ora, senza voler chiedere alle Aziende "Private" lo sforzo di riunciare a parte del margine per perseguire un obiettivo di crescita collettiva (sarebbe cosa buona e giusta!), si dovrebbe pretendere almeno dallo Stato un investimento che metta ogni Cittadino nelle condizioni di innovare, di stare meglio.
L'ultimo che ha paragonato lo Stato Italiano ad un'Azienda ha fatto tantissimi danni, è vero! Questo, però, si ostinava a ritenere lo Stato cosa sua ( Cosa Nostra?) e concepiva gli investimenti con i denari pubblici solo se il ROI era a proprio uso e consumo.
La storia qui è un'altra: quella in cui gli italiani siano protagonisti senza limiti all'innovazione e al benessere. Proprio come una Grande Azienda, anche un Grande Stato investe e crea il substrato culturale perchè tutti si sentano responsabili dell'innovazione, della crescita, del benessere. Il ROI, manco a dirlo, è/sarebbe di tutti. Cioè dello Stato!
Mi perdonerete se mi abbandono ancora ad un paragone con il mondo delle Aziende.
Seth Godin utilizza una piramide per classificare il valore, il denaro, riconosciuto ai produttori di contenuti nell'industria dei media: dalla base (fatta di contenuti gratuiti), si arriva ai cosiddetti bespoke (contenuti davvero esclusivi e limitatissimi, unici), passando attraverso i contenuti di massa (un libro o un biglietto al cinema) e i limited (contenuti rari e più costosi di quelli di massa). L'abbattimento dei costi di produzione dei contenuti, tipico del mondo digitale, ha portato all'erosione dello strato dei mass content della piramide e all'allargamento senza limiti della base del free content. Come poter risolvere il problema senza mandare le aziende in bancarotta? La risposta è in un articolo di Andrew Davies, su idioplatform: bisogna monetizzare la comunità, non il contenuto.
Non voglio nemmeno qui dire che chi produce contenuti debba perseguire a tutti i costi un obiettivo sociale (per quanto, anche qui: sarebbe cosa buona e giusta!) ma non posso tacere del ruolo che lo Stato dovrebbe avere nella monetizzazione (sociale, non materiale. Che sempre un risvolto materiale ha, sia chiaro! Tutti dobbiamo mangiare!) della Comunità attraverso la distribuzione di ben determinati Contenuti, escludendone tassativamente alcuni altri.
Come siamo messi attualmente? Come si comporta lo Stato e come invece decidono di agire le Imprese Editoriali?
Lo Stato purtroppo, pone dei limiti a questo percorso tagliando, ad esempio, i fondi per l'Editoria Cooperativa.
Le Imprese Editoriali, dal canto loro, per non volersi dare un limite, per essere più popolari, limitano drasticamente il ruolo - in qualche modo sociale - che avevano dichiarato di (voler) avere.
L'assunzione di responsabilità sociale e la consapevolezza del proprio ruolo dovrebbe essere cosa di tutti. E di tutti, Governanti e Governati, dovrebbe essere il contributo all'innovazione e al benessere di un ecosistema, lo Stato, che a tutti appartiene.
Il Digitale, la Rete è in potenza una tecnologia che oserei definire risolutiva. Non possiamo accettare e permetterci (e permettergli), quindi, di rappresentare soltanto una voce di costo. Siamo altro. Bisognerebbe che chiunque desideri di essere altro. Anche grazie alla Rete [e, quindi, bisognerebbe che chiunque pretenda la Rete].
In Italia, in ciò che rappresenta la modalità più significativa di relazioni Internet, i Social Network, siamo soltanto una piccola parte. L'obiettivo che il Governante deve avere e di farci essere di più, tutti. E meglio.
Prima ancora di arrivare alla distribuzione di Contenuti orientati alla Crescita, bisogna passare attraverso una operazione culturale ( internetpertutti! che tanto mi ricorda uno dei miei progetti, poi purtroppo mai realizzati). Che renda, ad esempio, naturale e con gli stessi limiti che ci sono offline, il rapporto tra un'insegnante e i propri alunni.
Così quegli alunni, forse, un giorno, potranno proseguire su una strada che ancora in pochi, oggi, si assumono la meravigliosa responsabilità di percorrere.
Senza limiti! Con i limiti che la storia dovrebbe averci insegnato a rispettare!