Sfogliando la Rivista "Il Monaco Santo" di qualche mese fa, mi ha colpito un articolo di don Mario Colavita che riguarda il concetto di educazione riferito agli adulti. Di solito si pensa che una persona adulta abbia in sé, per l'esperienza maturata negli anni, un concetto di educazione consolidato, conforme al comune senso della vita di relazione per cui quando si parla di educazione il più delle volte ci si riferisce ai giovani e non già agli adulti. Don Mario in questo articolo, invece, pone come premessa che educare vuol dire vivere e vivere vuol dire essere immersi in un contesto culturale fatto anche di tradizioni che danno all'uomo e alla comunità senso educativo e futuro ed afferma che se il fatto educativo oggi noi lo pensiamo in rapporto agli adulti, allora ad essi, agli adulti non possiamo non proporre da cristiani convinti, la bellezza educativa che ci viene dai santi, i quali, accogliendo il vangelo con la massima serietà lo hanno fatto diventare "luce e sale per la vita e della vita". E' bellissima questa espressione " luce e sale della vita" perché sottolinea una verità che si richiama alla dottrina di Gesù Cristo là dove afferma " Io sono la Via, la Verità, la Vita". Purtroppo oggi senza che ce ne accorgiamo stanno prendendo piede alcune manifestazioni prettamente laiche etichettate come "tradizioni" che in un certo senso non ci appartengono, come per esempio: la festa di Halloween, o la festa di Carnevale o quella di San Valentino, ecc. ecc. Sono eventi o per meglio dire rituali commerciali senza alcun contenuto di valori e di cultura, per cui, a differenza delle nostre feste cristiane, sono riti privi di qualsiasi prospettiva di vita e di speranza e come tali rientrano nella categoria di "occasioni di natura edonistica e commerciale" la cui dottrina fa del piacere il fine supremo della vita umana. Ecco perché don Mario richiama gli adulti al senso dell'educare inteso come impegno ad insegnare e tramandare i valori che stanno alla base della nostra esperienza anche cristiana affinché i loro comportamenti all'interno di una società globalizzata aiutino i bambini, gli adolescenti e i giovani di oggi a capire il senso profondo delle feste cristiane e spiegare loro quanto Halloween, Carnevale, San Valentino e simili siano delle "feste senz'anima". Don Mario è convinto, ed io con lui, che "anima del nostro percorso educativo non può che essere l'incontro con Gesù di Nazareth che genera speranza affidabile" e conclude "una festa che non dà una prospettiva di vita e una speranza, che festa è?"
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Sfogliando la Rivista "Il Monaco Santo" di qualche mese fa, mi ha colpito un articolo di don Mario Colavita che riguarda il concetto di educazione riferito agli adulti. Di solito si pensa che una persona adulta abbia in sé, per l'esperienza maturata negli anni, un concetto di educazione consolidato, conforme al comune senso della vita di relazione per cui quando si parla di educazione il più delle volte ci si riferisce ai giovani e non già agli adulti. Don Mario in questo articolo, invece, pone come premessa che educare vuol dire vivere e vivere vuol dire essere immersi in un contesto culturale fatto anche di tradizioni che danno all'uomo e alla comunità senso educativo e futuro ed afferma che se il fatto educativo oggi noi lo pensiamo in rapporto agli adulti, allora ad essi, agli adulti non possiamo non proporre da cristiani convinti, la bellezza educativa che ci viene dai santi, i quali, accogliendo il vangelo con la massima serietà lo hanno fatto diventare "luce e sale per la vita e della vita". E' bellissima questa espressione " luce e sale della vita" perché sottolinea una verità che si richiama alla dottrina di Gesù Cristo là dove afferma " Io sono la Via, la Verità, la Vita". Purtroppo oggi senza che ce ne accorgiamo stanno prendendo piede alcune manifestazioni prettamente laiche etichettate come "tradizioni" che in un certo senso non ci appartengono, come per esempio: la festa di Halloween, o la festa di Carnevale o quella di San Valentino, ecc. ecc. Sono eventi o per meglio dire rituali commerciali senza alcun contenuto di valori e di cultura, per cui, a differenza delle nostre feste cristiane, sono riti privi di qualsiasi prospettiva di vita e di speranza e come tali rientrano nella categoria di "occasioni di natura edonistica e commerciale" la cui dottrina fa del piacere il fine supremo della vita umana. Ecco perché don Mario richiama gli adulti al senso dell'educare inteso come impegno ad insegnare e tramandare i valori che stanno alla base della nostra esperienza anche cristiana affinché i loro comportamenti all'interno di una società globalizzata aiutino i bambini, gli adolescenti e i giovani di oggi a capire il senso profondo delle feste cristiane e spiegare loro quanto Halloween, Carnevale, San Valentino e simili siano delle "feste senz'anima". Don Mario è convinto, ed io con lui, che "anima del nostro percorso educativo non può che essere l'incontro con Gesù di Nazareth che genera speranza affidabile" e conclude "una festa che non dà una prospettiva di vita e una speranza, che festa è?"
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