Ieri ho intravisto una trasmissione in tv in cui si parlava di mamme-nonne. Di recente una signora di 57 anni ha partorito due gemelle e da qui il dibattito. Triste, devo dire, anche se non ho seguito con molta attenzione. Non mi pare di aver sentito (ma stavo giocando e ridendo con Cigolino) la parola amore, non mi sembra si sia parlato di scelte e considerazioni, ma solo di contro-natura e egoismo.
Così ci ho pensato tutto il pomeriggio, con un filo di amarezza, cercando di capire cos'è per me la maternità a 42 anni.
Avevo visto giusto, un anno fa: mi sento baciata dall'universo intero, tirata dentro, allegramente, nel girotondo della vita, io che pensavo che in fondo no, quel girotondo, non facesse per me.
Intendiamoci subito:
non sono mai stata così stanca in vita mia;
non sono mai stata così limitata in vita mia, un bebè che ha bisogno di te non puoi affidarlo a nessun altro, neppure per un giorno e questo per mesi e mesi;
non sono mai stata così abitudinaria: stabilire una routine per il bebè è importante e fa niente se tu non hai mai avuto un'abitudine fissa prima;
è già successo che mi chiedessero se ero la nonna e questo, signori miei, fa malissimo.
Va da sè, che per tutti questi motivi, non ho un sentimento romantico della maternità. Se dovessi riassumere ciò che spesso penso è che la maternità è una grandissima rottura di scatole: della tua vita, quella che ti sei costruita in 40 anni e più, di tutte quelle cose che ti piacevano tanto e a cui eri affezionata come alla coperta di linus, non resta nulla. Puff, spazzate via con un parto.
Però.
Ogni volta che Cigolino ride, io vedo scintille di eterno.
Quando, ogni mattina, mi sorride dal lettino e alza le braccia per farsi prendere, capisco il senso di tutto, in un lampo.
Quando ha lo sguardo assorto intravvedo l'uomo che potrà essere e una visione così ampia raramente ce l'hai. No, neppure dopo 3 cuba libre.
Quando piange e non so perchè e mi arrabbio, imparo ciò che nessun corso di problem solving o meditazione può darti.
Mi diverto tutti i giorni e comunque, mica capitava prima.
Quando GF e io ci fermiamo un attimo e ci guardiamo, abbiamo la felicità negli occhi.
Saremo genitori anziani di un figlio adolescente. Anziano non è sinonimo di rimbambito, per cui avremo i problemi che hanno tutti, in più, forse, potremmo giocarci con disinvoltura la carta dell'esperienza e non succederà di incontrarci nello stesso locale (come a capitava a me, che ho genitori giovani).
E non faccio calcoli su quanto tempo avrò a disposizione per stare con Cigolino, non provo ad immaginare fin dove l'accompagnerò. Ma questo non l'avrei fatto neppure 15 anni fa, perchè non è saggio far conto su ciò che non possiamo sapere con certezza. Nessun delirio di immortalità quindi, come spesso sento dire a proposito di gravidanze tardive.
La maternità ha un senso suo, che prescinde dall'età, ma che all'età si adatta prendendo significati, colori e sfumature diverse.
Ogni genitore lo sa, lo vede chiaramente.
I giudizi esterni restano rumori lontani.