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Il Sesia dà, il Sesia toglie

Creato il 26 marzo 2012 da Pietroinvernizzi

Il Sesia dà, il Sesia toglie
Alcune giornate iniziano male. Altre invece partono bene come tante altre
per poi sorprenderti con una quantità di rogne indescrivibile. Sabato Pietro
passa a prendermi e puntualissimo è sotto casa mia alle 5,30. Partiamo in
direzione Valsesia tutti ringalluzziti per la lunga giornata che ci aspetta.
Come al solito, per tutto il viaggio, discutiamo animatamente di argomenti
naturalmente alieutici e progetti vari.Alle 7 siamo al bar della stazione di Varallo, io non sono ancora munito di
stagionale e devo provvedere. All¹appuntamento arriva preciso anche Matteo,
un caffé, il permesso e via. Un paio di regali in stile Anonima per
celebrare il suo compleanno e scappiamo sull¹acqua. Le condizioni che ci si
parano davanti quando arriviamo allo spot sono delle peggiori: bel sole ma
freschino, vento abbastanza teso e gelido, acqua bassa e limpidissima. Ma
noi non ci fermiamo davanti a nulla e iniziamo ad aggredire il fiume
sondando ogni buca o lama con perizia. Passa poco tempo e Pietro allama una
bella fariotta che, in un momento di ubris, viene lasciata un po¹ per le sue
finché non si slama.

Poco importa, la giornata è ancora lunga.

Subito dopo è Matteo a scappottare, purtroppo però con un¹irideuccia che somiglia più a un missile che a un pesce. Non perché sia particolarmente argentata o veloce,
semplicemente non ha neanche una pinna. Continuiamo a salire finché non arriviamo a una bella pozza che già in passato ci ha regalato delle belle emozioni. Lanci su lanci quando a un certo punto sento una discreta botta ma non riesco a ferrarla perché a causa
di un toccante momento di tenerezza tra me e Matteo stiamo pescando a venti
centimetri di distanza. Se avessi ferrato probabilmente adesso lui andrebbe
in giro con la faccia conciata come un Power Rangers.

Pazienza, la giornata è ancora lunga.

Matteo ci saluta perché ha delle commissioni da fare mentre io e Pietro
continuiamo a salire. Ci perdiamo di vista per un po¹ di tempo durante il
quale riesco a ingannare un pesce sulla trentina che si difende
egregiamente, in pratica credevo fosse molto più grosso. Ma poi lo vedo, è
chiaro, troppo chiaro, con dei vaghi riflessi rosati e neanche belloccio
come credevo. Slamo l¹iridea notando che sembra le abbiano dato una passata
con lo squamatore perché ha addosso si e no 13 squame. Neanche una
spogliarellista alla fine del suo numero è così poco vestita, poverina, sarà
il frutto di un pessimo release, però almeno ha le pinne! Ho scappottato,
anche se non è una più nobile fario o un’imperiale mormorata. Ci ritroviamo e scopro che anche Pietro ha all’attivo un’iridea, più o meno della stessa taglia.

Del resto la giornata è ancora lunga.

Siamo svegli dalle 4,30 e abbiamo camminato tantissimo sui massi, anche se è
presto decidiamo che potremmo anche andare a pranzo. Optiamo per andare a
mangiare un panino a Mollia, solo per non ucciderci di tagliatelle e vino in
trattoria ed essere un po¹ più performanti nel pomeriggio. Saliamo in
macchina e andiamo verso la nostra meta, sempre con un occhio al fiume.

Questa è gia riserva di Piode? No siamo a Pila, c’è un tratto di libera che
abbiamo fatto l¹anno scorso. Ah giusto! Ma qui a Campertogno è ancora
riserva invece? Prendo la cartina e controllo. Mh, vedi, dovrebbe… Cazzo
cazzo, occhio!(Gomme che urlano, lieve stridio di lamiere)

Pietro si fa velocemente perdonare la leggerezza della distrazione con dei
riflessi eccellenti che ci permettono di evitare il tamponamento. Però
adesso la macchina bassissima sulla quale siamo è in una brutta posizione:
due ruote ne fossatino di fianco alla strada e chassis che poggia
direttamente sull¹angolo della strada. Scendiamo contenti che non sia
successo niente ma preoccupati dall¹auto. In pochi istanti però escono gli
inquilini della casa di fronte che, senza neanche un accenno alla nostra
dabbenaggine, con travi di legno e ciocchi da ardere mettono insieme un
sistema di leve per rimettere la macchina in strada. Una squadra
organizzatissima ed efficiente che ci toglie dal guano in cui ci eravamo
cacciati. Dei veri e propri Mc Gyver. Imperiosi!

Tutto è bene quel che finisce bene, del resto la giornata è ancora lunga.

Ci riprendiamo e un po’ più scossi con un po’ meno fame ci dirigiamo verso il bar. Mangiamo con la consapevolezza che gli dei ci hanno graziato e sappiamo che, per oggi, non possiamo chieder loro altro. Rifocillati dagli enormi panini torniamo quindi sul fiume.

Il Sesia dà, il Sesia toglie

Cambiamo spot e arriviamo in un punto eccezionale. Dietro ogni masso è poco ma sicuro, si cela una signora trota di almeno sessanta centimetri. Lo battiamo con accanimento e credenza. Ma anche con un occhio all’orologio perché al tramonto vogliamo andare in una meravigliosa pozza e sarebbe da pazzi perdere il momento giusto.

Il Sesia dà, il Sesia toglie

Niente da fare, non vediamo una pinna e ci incamminiamo verso la macchina quando, a cinquanta centimetri dalla riva, Pietro vede una bella marmorata in un atteggiamento strano: ferma immobile malgrado la nostra vicinanza. Nel guadinarla per capire cos’abbia a Pietro cade l’iPhone in acqua… La trota non fa resistenza, è abbandonata. Ci rendiamo conto che ha un occhio cieco e l’altro è ferito, come se fosse stato beccato da un uccello, ma quale uccello se la prenderebbe con una trota di 62 cm?!? La rimettiamo in acqua con tutte le cure anche se siamo consapevoli che le resta poco da vivere. Peccato. Dopo il momento di ittiologia si fa sentire l’incavatura per aver bruciato l’ennesimo telefonino.

Pietro inizia ad accusare il colpo, questa giornata si sta rivelando più lunga del previsto.

Ma si tiene duro e andiamo verso la pozza dei sogni. Lei è lì che ci aspetta e sicuro ha qualche sorpresa in serbo per noi. Facciamo due curve e ci si para davanti un solerte ufficiale dei vigili urbani di Borgo Sesia. Paletta, documenti, lo sai che qui c’è il limite di velocità a 50 km orari? Non tentiamo nemmeno una difesa. Sono lì per fare cassa e no sembrano intenzionati a perdonare niente. Almeno non chiedere se abbiamo preso qualcosa mentre compili il doloroso verbale!

Quando cazzo finisce questa giornata?

Tiriamo dritto e arriviamo alla pozza promessa. Bella, meravigliosa, eccezionale. E occupata già da altri tre pescatori. Ma abbiamo comunque pescato le ultime due ore. Inutile tirarla ancora per le lunghe, non abbiamo preso niente nemmeno lì.

Tornando a Milano ascoltiamo la radiocronaca di Milan Roma e cullati dal successo ce ne torniamo a casa senza altri imprevisto.

Arrivo a casa e mi sento tranquillo. Finalmente…



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