Il fantasy, soprattutto quello letterario, è un mio vecchio e graditissimo amore. Un genere ingiustamente pernacchiato da molti e che, purtroppo, non è mai stato presentato al grande pubblico come dovrebbe se non in rare occasioni - caro Peter Jackson, parlerei di te se non avessi mandato tutto a buddhane negli ultimi anni. Col tempo, complici una serie di motivi oltre che alla mia voglia di cambiare lidi narrativi, sono passato con l'interessarmi ad altro, ma non mi vergogno ad ammettere che quando Hollywood sforna un titolo fantasy sono sempre curioso. C'è sempre la speranza di trovarci qualcosa che mi faccia tornare bambino, che mi reimmerga in quelle atmosfere che da adolescente mi catturavano così tanto e che sappia utilizzare gli archetipi in una maniera non banale. Anche se quell'ultima affermazione è un po' un controsenso, ma nulla lo diventa dopo che scopri che certa gente è riuscita a rendere interessante un personaggio come Superman. E no, non sto parlando di Man of steel. Tornando al fantasy, non mi dispiacerebbe che al cinema venga fatta una saga che sappia darci quel senso di crescita tipica di quei romanzi, quella sensazione di star diventando grandi o di invecchiare insieme agli stessi personaggi. Ma prima deve esserci un film capostipite che mi faccia venir voglia di vedere anche gli altri, altrimenti son tutte parole buttate al vento...
M
adre Malkin, dopo essere stata imprigionata dal mago John Gregory, riesce a liberarsi durante i giorni della Luna Rossa. Tenta così di chiamare a sé tutti i servitori del male che furono suoi alleati, in modo da creare un esercito che possa mettere fine ai giorni degli uomini sul mondo. Gregory così cerca un apprendista, il settimo figlio di un settimo figlio, in modo da avere un aiuto per combattere la strega.Non ho mai letto il libro di Joseph Delaney da cui è stato tratto questo film, ma la voglia di iniziare la saga (cosa impossibile, dei tredici volumi che la compongono in Italia ne sono usciti solo due) non mi è minimamente venuta durante la visione. E questa, sia chiaro, non è un'accusa nei confronti dello scrittore, sulle cui opere non mi pronuncio, ma nei riguardi del film, che proprio non riesce a essere interessante manco per sbaglio. E se in alcuni momenti rischia di esserlo, fa subito di tutto per diventare una minchiata fotonica e attenersi al comune andazzo che aveva dimostrato fin dai primi minuti. Non che mi aspettassi chissà cosa, già il trailer era stato abbastanza chiaro su quelli che dovevano essere gli intenti della pellicola, ma diciamo che le mie volontà stavano nel poter godere di una pellicola d'azione molto cazzona e con una dose di tamarreide abbastanza esagerata. Perché alle volte il tamarro è fondamentale se si vuole mantenere una parvenza di sanità mentale, ti aiuta a tirare fuori quella parte quasi animalesca di te ed a sdoganarla davanti ai tuoi stessi occhi. Per queste cose solitamente mi rivolgo al mio amato Zack Snyder, che con delle coattate allucinanti come 300 o Sucker punch è riuscito a divertirmi in una maniera quasi vergognosa, ma anche delle schifezzone come Dark of the moon e Age of extinction hanno saputo fare il loro lavoro. E se anche Bay, se preso per quello che è, riesce a soddisfare, allora vuol dire che ce la possono fare tutti. Non ce la fa invece Sergej Vladimirovič Bodrov, che dopo la nomination all'Oscar come miglior film straniero per il suo Mongol (che a dispetto delle brutte battute che si possono fare sul titolo è un atipico film biografico sulla figura di Gengis Kahn) si prepara a entrare nel dorato mondo dei kolossal hollywoodiani. E lo fa con un tonfo clamoroso. Perché se il suo film del 2007, che poteva benissimo essere un qualcosa di banale, veniva sorretto da una regia davvero interessante, lo stesso non accade qui. La storia è blasonatissima, più scontata della birra del Poli, ma la regia non ne valorizza nessun momento. Tutto procede stancamente, con delle inquadrature abbastanza bruttine e nessun movimento di macchina interessante. Si finisce quindi per non avere né un film epico e nemmeno un film tamarro, ma semplicemente una cosa che contiene diversi momenti di stanca e che non fa nulla per riscattarsi. Manco i combattimenti elettrizzano più di tanto e, nonostante la naturale sospensione dell'incredulità insita nel genere, viene da domandarsi più di una volta come cacchio faccia un ragazzino (che poi, Ben Barnes ha nove anni in più di me ma qui sembra uscito dal secondo anno di superiori) a saper destreggiare in un attimo dei poter super potenti ed a sconfiggere in un soffio tre-dico-tre signori de male, spacciatici fino a poco prima come dei cazzutissimi power-up - e mi viene da pensare che, dopo Guardian of the galaxy, Djmon Honsou ci abbia preso gusto a passare ore in sala trucco. Non basta nemmeno la presenza di due grandi attori come Jeff "Dude" Bridges e Julianne "Mammamiaquantomitifarei" Moore per alzare il livello, perché tutti, e ripeto, tutti i ruoli sono scritti coi piedi. Non si salva nessuno, nonostante all'opera si siano messi ben tre sceneggiatori. E questa è, purtroppo, la risposta su come la gente continui a vedere il fantay, risposta che a suo rivolta risponde anche al quesito sul perché dell'affollarsi delle librerie di innumerevoli romanzetti-clone che si rifanno sempre sui medesimi concetti e sulle stesse trame, come accade in questo caso. Cinema e letteratura in fondo non differiscono così tanto: ambedue raccontano, anche se con stilemi e tecniche differenti. Ma in entrambi, se non c'è la voglia (ma soprattutto, la capacità) di mettersi a fare qualcosa, per quanto sia bella la storia che ci troviamo fra le mani il risultato sarà sempre pessimo.
Credo che in termini di fantasy questo film si faccia battere solo da Eragon o In the name of the king. Il che non è proprio un bellissimo primato...
Voto: ★ ½