Dimenticabile fantasy dalle atmosfere dark
Fantasy privo di spessore, Il settimo figlio non riesce a catalizzare l’attenzione dello spettatore. L’impressione è che tenda a correre in modo eccessivo, mostrando il fianco a una sceneggiatura che preferisce ripiegare sul lato action, piuttosto che concentrarsi sui personaggi.
Malkin, potente strega imprigionata dal maestro Gregory, riesce a uscire dalla sua prigione e, in uno scontro all’ultimo sangue, uccide l’apprendista del mago. Inizia così la ricerca da parte di Gregory di un nuovo apprendista, che dovrà essere necessariamente il settimo figlio di un settimo figlio. L’apprendista Tom dovrà essere velocemente addestrato e gettato subito sul campo di battaglia perché la malvagia Malkin incombe.
Tratto da The spook’s apprentice, una serie di libri scritta da Joseph Delaney, Il settimo figlio è una pellicola fantasy dall’alto budget e con le pretese (infondate) di un sequel. Perché, molto probabilmente, il sequel rimarrà sepolto negli archivi hollywoodiani a causa, principalmente, dello scarso appeal che ha suscitato in patria. L’errore più grande di questo prodotto, diretto da Sergej Brodov regista di Mongol, è quello di non riuscire a caratterizzare a dovere soprattutto il personaggio di Tom, protagonista della vicenda e destinato a essere un mago dagli straordinari poteri, preferendogli l’“ultimo dei maghi” Gregory (interpretato da Jeff Bridges), un uomo controverso dal passato tormentato e ossessionato dalle streghe e dagli stregoni, ovvero nemici da distruggere.
Eppure se le premesse della pellicola paiono interessanti, si ha la sensazione di osservare un film sceneggiato in modo frettoloso e che nasconde un universo molto più sfaccettato e interessante alle spalle. Difatti la vicenda si snoda in modo assolutamente prevedibile, esibendo combattimenti e diversi momenti di romanticismo impossibile tra l’apprendista Tom e la strega “redenta” Alice. Ostentando un’ambientazione medioevale, nella quale la caccia alle streghe è la pratica più diffusa, Il settimo figlio appare un prodotto “monco”, privo di uno spessore invitante, che fa scontrare due fazioni rivali (i maghi in difesa dell’umanità e gli stregoni, votati all’oscurità e alla distruzione del mondo) e che viene punteggiato in modo assolutamente innocuo (con poco interesse a dir la verità) da una storia d’amore fatta di sospiri ed elettriche scosse di veloce innamoramento. In fin dei conti non ci si poteva aspettare niente di diverso da un regista come Brodov, che quando è entrato in contatto con le atmosfere medioevali (vedi Mongol, ovvero l’epopea erratica e sanguinaria di Gengis Khan) ha esibito azione a fiotti. E tutto ciò è un peccato perché Il settimo figlio dimostra di avere qualcosa da raccontare, ma non ha la capacità di esprimersi a dovere perché ridotto a mero prodotto d’attrazione action.
Uscita al cinema: 19 febbraio 2015
Voto: **