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Il signor pecchio e la micizia

Creato il 28 gennaio 2014 da Pecchio @lapitwit

Tutti abbiamo degli interessi che possono diventare anche dei problemi.

Un interesse vitale per il signor Pecchio è la Posta.

Ogni mattina, il momento più atteso e che rende viva la giornata, è quello in cui arriva la Posta perché il signor Pecchio si aspetta ogni volta un vagone di lettere, biglietti e, meglio ancora, pacchi postali.

A questo punto l’interesse diventa problema perché nove volte su dieci arriva la delusione: la Posta tanto attesa consiste solo in richieste di aiuto da tutto il mondo grazie alle organizzazioni umanitarie che sono spuntate come funghi ed il signor Pecchio, che in gioventù è stato un vero benefattore, adesso si ritrova con il borsellino in bolletta.

Ma cosa mai si aspetta dalla Posta?

Una parola poco conosciuta e poco capita soprattutto se la si scrive così: La Micizia.

Si potrebbe pensare ad una vecchietta.

La zia dei mici.

Si potrebbe pensare ad un animale o anche ad un nuovo farmaco; sicuramente è qualcosa di raro e di prezioso.

Il signor Pecchio ha chiesto la Micizia a tutti coloro che ha incontrato e tutti hanno avuto un sorriso gentile ed una battuta d’incoraggiamento presto naufragati nel mare dell’indifferenza che invade tutti con mille scuse diverse: il tempo, il lavoro, le preoccupazioni, la stanchezza…

Ha chiesto la Micizia agli sconosciuti, preferibilmente a persone famose perché così otteneva anche foto e autografi: molti non hanno risposto, altri lo hanno fatto con belle frasi consolanti da mettere da parte per rileggerle in seguito, così come si riascolta la musica preferita.

Ha chiesto, dopo la scoperta di Facebook, la Micizia ancora, senza scoraggiarsi, a conoscenti e sconosciuti e, sì, la Micizia gli è stata concessa da tanti ma è rimasta incartapecorita, bloccata sullo schermo del computer tra faccine sorridenti e frasi di circostanza.

E quando ha capito che la Micizia era come l’araba fenice si è accorto di un’altra cosa che, prima di lui, molti altri avevano scoperto: che le persone a cui si rivolgeva erano prigioniere della loro maschera e le maschere impediscono un vero rapporto, quello che ti fa parlare a cuore aperto.

Allora si è rassegnato (ma forse ancora non completamente) a incontrare solo “erogatori di servizi” come li ha definiti, cioè persone che no vanno più in là di quello che sono stati programmati di fare.

Così anche certi appuntamenti (diciamo “spirituali”) con il limite del giorno e dell’ora perché il tempo è un bene che nessuno possiede più, diventano un servizio rigido e formale che blocca il desiderio di espandere il cuore senza paura di recare disturbo a chi ti ascolta.

Per questo il signor Pecchio preferisce rivolgersi direttamente a quell’amico Signore pre-potente che sembra tacere davanti al suo dolore ma tace anche se viene insultato perché sa che gli insulti possono essere preghiere.

Nicoletta Martiri Lapi


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