Franco CFP
di Francesco Filini
La Banca d’Italia ha smesso di stampare la lira nel 2002, ovvero da quando entrata in vigore la moneta unica per gli Stati dell’Unione aderenti all’EURO. Così vale anche per la Bundesbank, la banca centrale tedesca creata nel 1957 in sostituzione della Bank deutscher Länder, a sua volta sorta dalle ceneri della Reichsbank, la banca centrale nazista che venne smantellata nel processo di “denazificazione” (Entnazifizierung) operato dagli americani subito dopo il processo di Norimberga. Smantellare il sistema economico nazista era una delle massime priorità per gli Alleati, non a caso americani, inglesi e francesi si adoperarono subito per creare un nuovo Deutsche Mark che rispondesse alle regole di emissione volute dal sistema finanziario internazionale e suggellate negli accordi Bretton Woods del 1944. All’epoca Berlino era divisa in 4 zone controllate da inglesi, americani, francesi e russi. Dopo la caduta di Hitler il processo di denazificazione aveva fatto sparire ogni moneta nazista, riducendo al baratto l’economia di Berlino. Istituendo una nuova Banca Centrale e una nuova moneta che circolava nelle 3 zone di influenza, americani, francesi e inglesi esclusero la Russia dalla nuova valuta, con il risultato che tutti conosciamo: il blocco di Berlino Est e successivamente la divisione della Germania.Bretton Woods aveva stabilito le nuove regole, imponendo il dollaro come moneta di
riserva mondiale, unica divisa intercambiabile con la riserva aurea: si passò dal gold-standard (cambio carta in oro) al gold-dollar-standard, dove ogni moneta per essere cambiata in oro doveva prima essere cambiata in dollari. I veri vincitori della guerra fecero un po’ come il barbaro Brenno quando sconfisse l’esercito romano e occupò l’Urbe nel 390 a.C.: il capo dei Galli Senoni pronunciò la proverbiale frase “Vae victis”, “Guai ai vinti”, ponendo la sua pesante spada su un piatto della bilancia che doveva essere pareggiata da un corrispettivo peso in oro. Il controvalore fissato da Bretton Woods era di 35 dollari l’oncia.Ma Bretton Woods introdusse anche altre misure, come quella del Franco Africano e
quello del Pacifico. La Francia ratificò gli accordi di Bretton Woods il 26 Dicembre del 1945, creando il Franco CFA per le colonie francesi Africane e il Franco CFP, per le colonie francesi del Pacifico. Il franco CFA è utilizzato ancora oggi da Mali, Benin, Camerun, Costa d’Avorio, Ciad, Niger, Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Gabon, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale, Senegal e Togo. Alcuni di questi stati sono riuniti nell’Unione Economica e Monetaria dell’Africa Occidentale (UEMOA) e alcuni nella Comunità Economica e Monetaria dell’Africa Centrale (CEMAC). Le rispettive zone di circolazione e interscambio monetario sono a loro volta controllate da due differenti istituti di emissione: il BCEAO (Banco Centrale degli Stati dell’Africa Occidentale) e il (Banco degli Stati dell’Africa Centrale). Le rispettive valute, per assurdo, non sono intercambiabili. Il bello è che i due istituti di emissione sono sotto il diretto controllo della Banque de France, la banca nazionale Francese che emette insieme alla Banca d’Italia e alla Bundesbank l’EURO. Ed è il Tesoro francese a garantire il cambio del Franco Africano con l’Euro. Questa particolarità del Franco nel mondo è la stessa che ha contraddistinto la Sterlina fino al 1972 con il Commonwealth, la cosiddetta area della sterlina. Ed è la stessa che contraddistingue ancora oggi il dollaro nel mondo che, nonostante la fine degli accordi di Bretton Woods nel 15 Agosto 1971, continua ad essere moneta di riserva mondiale grazie all’istituzione del Petroldollaro nel 1972 grazie agli accordi con Arabia Saudita e Opec.E’ interessante vedere come i vincitori della seconda guerra mondiale, come Francia, Inghilterra e USA, abbiano sparso la loro carta in giro per il mondo per mezzo secolo, istituendo colonie ovunque, facendo guerre ovunque. Cosa che non hanno fatto gli stati che hanno perso la guerra, come la Germania e l’Italia. Certo attivismo da parte degli stati che vantano un signoraggio nelle colonie e nel mondo, è quindi spiegato dall’obbligo di coprire di continuo la loro carta con le risorse naturali, quelle energetiche in particolare. Ecco come la Francia si agita per intervenire in Libia, in Siria, in Iraq e ovunque ci siano risorse da controllare. C’è una legge nel sistema finanziario attuale, che è quella del debito che creano le banche centrali emettendo denaro ad interesse: gli Stati inizialmente beneficiano della liquidità che le banche creano dal nulla, espandendo le loro economie e creando giganteschi ed evoluti castelli di carta, ma poi rimangono vittime del loro debito e vengono costrette alla guerra dalle rispettive banche centrali.Ed è esattamente quello che sta accadendo con l’attivismo militare USA in Siria, Iraq e Ucraina: queste sono solo alcune delle frontiere che una sempre più consistente parte di mondo ha segnato come invalicabili, dove il predominio del Dollaro viene messo in discussione.
Con questo articolo si vuole esprimere autentica solidarietà a tutti quei popoli che rimangono vittime dei loro sistemi finanziari, quelli che muovono gli stati verso assurde guerre di conquista e li espongono ad atti terroristici ispirati da un fanatismo islamista iconoclasta, da sempre strumento del neocolonialismo in Asia e in Medioriente. Nell’auspicio che l’Europa faccia davvero la guerra all’Isis, insieme a Russia, Siria, Iran, Irak e Libano.
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