Il libro
Copertina della prima edizione inglese - 1954
Un aereo civile precipita su un’isola deserta in mezzo all’Oceano Pacifico; all’impatto sopravvivono solamente dei ragazzini inglesi e nessun adulto, con i più grandi che non superano i dodici anni. Con sé non hanno null’altro che le loro divise da perfetti collegiali dell’upper class britannica, decisamente inadatte alla vita su di un’isola selvaggia e abitata da animali selvatici. Benché nel romanzo si conoscono da vicino alcuni fra i piccoli naufraghi, la storia procede e si sviluppa soprattutto attraverso il rapporto dialettico – sempre più intenso e conflittuale – tra tre di essi: Ralph, Jack e un grassoccio e occhialuto ragazzino perfidamente soprannominato “Piggy”. Da principio è Ralph che prende in mano la situazione, riproponendo sull’isola le stesse regole che fanno funzionare le società civili: libertà di parola, suddivisione dei compiti e democrazia, con un capo eletto a maggioranza. Una grossa conchiglia diviene il simbolo del vigente ordine democratico; con il suo suono si convoca l’assemblea e chi la tiene in mano ottiene il diritto a parlare. In un primo momento tutto sembra funzionare, con Ralph leader del gruppo, sostenuto da Piggy in qualità di consigliere e con gli altri ragazzi – tra cui Jack – pronti a fare ognuno la propria parte, dallo stare di guardia al fuoco affinché non si spenga, al cacciare piccoli animali. Ma l’armonia e l’atmosfera quasi giocosa che regnano sull’isola sono destinate a durare poco. L'originaria coesione fra i piccoli naufraghi, comincia a essere minata da continui screzi fra i diversi gruppi che si sono andati creando con il passare delle settimane. L'episodio più grave, che segna un punto di non ritorno, riguarda l’accidentale spegnimento del fuoco causato dai "cacciatori" capeggiati da Jack. Quest’ultimo ha stabilito un legame molto forte con il proprio gruppo, esercitando su di esso un sempre maggior ascendente, fino ad arrivare al controllo totale delle coscienze. Ogni giorno che passa, cresce la sua insofferenza per l’autorità di Ralph e per quelle norme che dovrebbero regolare la loro micro-comunità.Persa la spensieratezza dei primi tempi, tra i ragazzi s'insinua la paura. Attecchiscono strane e irrazionali superstizioni sottoforma di un non meglio specificato mostro che abiterebbe l’isola e che alcuni di loro, specialmente, fra i più piccoli dicono di avere visto. Jack allora rivendica il comando: è lui il più forte e il solo in grado di proteggere tutti dal terribile Signore delle Mosche. La comunità si spacca e a poco a poco tutti i bambini abbandonano Ralph e Piggy per passare con il nuovo capo Jack e i suoi temibili “cacciatori”.
Nel fortunatissimo romanzo di Golding quello che fa più impressione è come il passo verso la violenza e l’imbarbarimento sia così breve. Spaventa come la tribù e le sue crudeli leggi possano rapidamente soppiantare quelle di una società civile basata sulla convivenza pacifica.
…dal libro al film…
Il signore delle mosche - scena tratta dal film
Del libro sono state tratte due versioni cinematografiche una girata nel 1963 e l’altra nel 1990. Quella a cui faccio riferimento in questo post è la prima, realizzata dal regista teatrale britannico Peter Brook, qui al suo terzo film. Tanto drammatico il libro, quanto noiosa e poco coinvolgente – dal punto di vista emotivo ed intellettuale – è la pellicola. Questa non è certo una regola. Anzi. Infatti, esistono film che migliorano i libri da cui sono tratti e pellicole che riescono a completare o a rafforzare che è stato scritto nel romanzo. Qui purtroppo non è accaduto né l'una né l'altra cosa. Nonostante alcune belle e suggestive immagini (dell’isola e di alcuni primi piani) e la coerenza ai temi trattati da Golding (l’innata cattiveria dell’uomo e il pessimismo sulla possibilità di vivere in società pacifiche) il film fa veramente fatica a decollare. Non si respira – se non per brevissimi momenti – quell’atmosfera di paura e angoscia che a poco a poco cresce all’interno della piccola comunità di ragazzi. Non ci sono né pathos né tensione drammatica: le brutalità e le violenze, ben descritte nel romanzo, qui vengono appena tratteggiate o di molto ammorbidite. Gli stessi e sempre più laceranti dissidi fra i ragazzi perdono di ogni intensità e appaiono smorzati. Tutto sembra così lontano e ovattato che quasi quasi non desta alcuna impressione. Si punta molto a “spiegare” – attraverso lunghi dialoghi fra i protagonisti – piuttosto che “mostrare” come anche degli innocenti ragazzini portino dentro di sé il germe della cattiveria.Da segnalare l’agghiacciante doppiaggio in italiano (e la scelta incomprensibile di tradurre “Piggy” con “Bombolo”!).
Dati film
Titolo: Il signore delle moscheTitolo originale: The Lord of the FliesRegista: Peter BrookSceneggiatura: Peter Brook, (romanzo: William Golding) Interpreti: · James Aubrey (Ralph)· Tom Chapin (Jack) · Hugh Edwards (Piggy)Anno: 1963 Paese: Gran Bretagna Colore: bianco e neroDurata: 92 minuti Genere: avventura/drammatico
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